“Non ci sono parole, soltanto tante lacrime. Nicasio era il nostro gigante buono. Veglia sul tuo bambino e sulla tua famiglia”. E’ soltanto uno dei messaggi che in queste ore vengono dedicati a Nicasio Moncada, il 44enne di Sciara che ha perso la vita in un tragico incidente sul lavoro a Termini Imerese. Stava bonificando un terreno in contrada Canne Masche, quando un traliccio è improvvisamente crollato, finendo sull’escavatore che stava guidando. Il peso della struttura non gli ha lasciato scampo.
Il lutto a Sciara
La notizia ha gettato nel dolore tutti coloro che lo conoscevano. “In questa giornata – scrivono dal Comune di Sciara, dove l’uomo viveva con la moglie e il loro bimbo di dieci anni – giunge a noi la triste notizia della scomparsa del nostro caro concittadino. Ancora una volta non ci sono parole per manifestare il dolore di un’intera comunità come la nostra per l’ennesimo incidente sul lavoro a danno di un padre di famiglia, di un grande lavoratore. L’amministrazione comunale tutta esprime il proprio cordoglio alla famiglia”.
La reazione dei sindacati
Si tratta dell’ennesima vittima di un incidente sul lavoro, un nuovo doloroso episodio che provoca ancora una volta la reazione dei sindacati. “È una strage silenziosa che in Sicilia continua e che è diventata inaccettabile. Le persone non possono perdere la vita sul posto di lavoro, come l’operaio travolto stamane da un traliccio nel Palermitano. E mentre piangiamo questa nuova vittima, ci stringiamo ai suoi familiari a cui assicuriamo sostegno sindacale e legale”. Lo dice Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia.
“Servono soluzioni efficaci”
“Siamo stanchi di sentire le promesse della politica – aggiunge -. Adesso servono fatti non parole. In attesa che la magistratura faccia luce sulle cause di questo incidente, ribadiamo la necessità di interventi immediati sul sistema delle gare al massimo ribasso e dei subappalti a cascata, così come già proposto dal nostro segretario generale, Pierpaolo Bombardieri. Si devono trovare soluzioni e strumenti efficaci per fermare le morti sul lavoro, anzi omicidi”. “Questo sindacato – conclude Lionti – continuerà a pressare su chi governa per una normativa più aspra, per una maggiore formazione, prevenzione e controlli più frequenti”.
Interviene anche la Fillea Cgil Palermo: “Questo lavoro da solo non si poteva sicuramente fare. Come minimo serviva una gru d’aggancio per sostenere il traliccio. Siamo ancora increduli. Continuiamo a denunciare questa drammatica realtà. Non ci sono ormai più parole per descriverla – dichiara il segretario generale Fillea Cgil Piero Ceraulo – L’operaio stava facendo un intervento di bonifica in un terreno, non sappiamo se suo o di altri, ma di fatto, da quello che sembra, operava da solo con il bobcat. Un’operazione di sbancamento per abbattere un traliccio dismesso. Dopodiché si è girato e il traliccio gli è caduto addosso. Sul terreno è presente un secondo mezzo verde. Non si sa se è arrivato dopo. Bisogna ancora capire la dinamica dei fatti”.
“Nessuno controlla”
“Come si denota anche da questi ultimi infortuni mortali, colpisce l’improvvisazione, la capacità di auto organizzarsi per fare risparmiare. E questo è il risultato – aggiunge Ceraulo – Nessuno controlla, anche se si sta facendo un lavoro impegnativo che andrebbe programmato nel rispetto delle norme. Siamo addolorati, esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia”. L’ennesima morte sul lavoro arriva a 24 ore dall’iniziativa che si terrà domani in Parlamento con la commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia nelle imprese pubbliche e private. La presidente della commissione, Chiara Gribaudo, riceverà le famiglie delle vittime delle tre stragi sul lavoro di Casteldaccia, Brandizzo e Firenze.
Ugl: “Situazione insostenibile”
“A Termini Imerese, piangiamo un’altra vittima di soli 44 anni, schiacciata da un traliccio mentre era alla guida di un escavatore all’interno di un cantiere”. Nel porgere le più sentite condoglianze alla famiglia, l’Ugl ribadisce che “non possono più esistere luoghi di lavoro in cui l’assenza di sicurezza metta a rischio la vita di donne e uomini. Non si potrà mai garantire sicurezza senza controlli, senza una formazione capillare condivisa da tutte le parti, senza adeguati investimenti. Non deve e non può essere il triste susseguirsi di incidenti ad accendere il faro su una situazione di emergenza nazionale non più sostenibile né tollerabile”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, segretario Generale dell’Ugl.