Industria, Biriaco: "C'è la ripresa| ma le tasse soffocano le imprese" - Live Sicilia

Industria, Biriaco: “C’è la ripresa| ma le tasse soffocano le imprese”

Il vicepresidente di Confindustria Catania fa il punto sul 2017.

CATANIA – “Agroalimentare, farmaceutico, chimico e turistico sono i settori industriali che registrano un incremento in più negli investimenti privati del 40%. Dato confermato dal Centro Studi Confindustria e che si ribalta anche a Catania con un trend molto simile”. Antonello Biriaco, vice presidente di Confindustria Catania, fa il punto economico del 2017 per le imprese legale all’associazione che presiede e lo fa dando buone notizie. “Investimenti non per forza legati all’esportazione che rimane quella con più margini di ripresa. Le imprese che riescono registrano un +8, ma chi esporta arriva a +20. E sono tante le imprese siciliane che fanno il 70% del fatturato soprattutto all’estero”. Non mancano le ombre però, “alla ripresa non corrisponde quella occupazionale che investe soprattutto i giovani. Ecco perché gli imprenditori vorrebbero – e a ragione, sottolinea Biriaco – la stabilizzazione degli incentivi occupazionali al Sud possibilmente per un periodo non inferiore a 5 anni”.

Quindi il 2017 è stato un anno positivo?

“Sì e proprio oggi il Centro Studi Confindustria lo conferma anche sulla stampa nazionale e ci dice che i numeri delle imprese italiane e degli investimenti privati stanno aumentando. Cosa che, a caduta, avviene anche a Catania non solo per le multinazionali ma anche per i privati che stanno sfruttando gli incentivi nazionali come credito d’imposta e super ammortamento”.

Gli imprenditori si lamentano dell’alta percentuale di tasse…

“Assolutamente. Quello è un problema italiano e un dato di fatto. La pressione fiscale è una zavorra per la ripresa delle aziende”.

I dati positivi riguardano le imprese già esistenti o le nuove?

“Soprattutto quelle esistenti. Noi dovremmo cercare di essere attrattivi e purtroppo non lo siamo e lo dico pensando soprattutto alla Zona Industriale che di certo non è un bel bigliettino da visita”.

I lavori non dovevano iniziare a luglio 2017?

“Non sono iniziati e non ci sono ancora le gare”.

Da chi dipende?

“Un po’ dal Comune un po’ dal Patto per Catania. Perché i progetti in questo caso devono essere messi in gara dal Comune, non dall’Irsap. Le lungaggini burocratiche sono il vero problema anche della ripresa degli investimenti. La burocrazia è anche il grande limite per gli investimenti in Sicilia”.

Quanti sono gli investimenti che erano previsti per la zona industriale?

“13 milioni di euro con tre progetti importanti e ancora non è stato speso neanche un centesimo. La cabina di regia viene convocata tramite sms, ne ho appena ricevuto uno che annuncia una riunione per il mese di gennaio, ma era tutto fermo a luglio 2017. Però sappiamo che sta andando in gara la Caserma dei Carabinieri, anche il progetto per l’illuminazione è pronto e pare stia andando in gara. Poi c’era la rete stradale, la canalizzazione dell’acqua e la manutenzione straordinaria dell’impianto di videosorveglianza. Se avessimo una zona industriale in uno stato non dico super ma normale, avremmo potuto essere attrattivi per aziende che invece hanno invece scelto di investire in altre parti d’Italia o fuori, per la defiscalizzazione”.

E qui da noi?

“E invece il Sud in questo momento sta dando possibilità di investimento abbastanza positive, e le aziende locali stanno sfruttando questa occasione anche per l’acquisto di nuovi macchinari. Tutto legato anche al 4.0, e il Digital Innovation Hub Sicilia, che è davvero il volàno di tutto questo. Partirà ufficialmente il 17 gennaio 2018 e sarà aperto a tutte le aziende siciliane. L’atto costitutivo è stato già firmato a settembre tra Confindustria Catania, l’Università di Catania e Confindustria Digitale. Attualmente la sede è presso la sede di Confindustria Catania in viale V. Veneto 109”.

I segnali positivi riguardano anche il settore edile?

“L’edilizia purtroppo è ancora il fanalino di coda e penso che forse i minimi storici li sta raggiungendo adesso. Non ci sono cantieri con palazzi nuovi né infrastrutture importanti. E l’invenduto che si è accumulato in questi anni è una zavorra per i costruttori che devono pagare i mutui ogni mese. In più in questi ultimi anni si è perso un valore immobiliare pari quasi al 40%. L’edilizia è una tragedia e le infrastrutture qui non partono. In più non dimentichiamo che Catania ha un’altissima densità di palazzi che non resisterebbe a un terremoto di alta intensità (studi presentati anni fa parlano dell’80% del patrimonio urbanistico a rischio a Catania, nda). Ci vorrebbe un fondo straordinario stanziato dal Governo per la riqualificazione urbana e delle scuole”.

Previsioni per il 2018?

“Il trend dovrebbe essere in salita per tutti i settori soprattutto per il digitale, ma l’anello più importante dovrebbe essere l’occupazione. Per rilanciare il settore edile occorre far partire le infrastrutture: la Catania-Ragusa, il rifacimento della mantellata al Porto di Catania e la riqualificazione delle banchine 17, 18 e 19 che potranno dare una svolta decisiva al water-front di Catania. Un paio di milioni di investimenti che potrebbero essere anche privati e un annetto di lavori. Il nostro è un Porto importante, fa bei numeri e si trova vicino all’aeroporto. Speriamo che potrà essere aperto anche al turismo di lusso che è quello che porta economia. Le buone intenzioni ci sono e la governance del presidente Annunziata sta funzionando molto bene”.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI