Gaza, l’inferno in terra, l’eclissi dell’umanità. Da giorni il suo cielo è squarciato da esplosioni, il suolo trema sotto i cingoli dei carri armati israeliani. L’offensiva terrestre su Gaza City ha trasformato la Striscia in una ecatombe: raid aerei devastano interi quartieri mentre migliaia di palestinesi fuggono verso sud, in una processione disperata di carretti e auto cariche di sopravvissuti. Il sud, un’altra trappola mortale perché non è un luogo sicuro. Come se non bastasse l’esercito israeliano ha fatto sapere che non è finita, userà una forza senza precedenti.
Il bilancio è spaventoso: oltre 65.000 vittime palestinesi dall’inizio del conflitto, metà delle quali donne e bambini. La carestia, scientificamente voluta, miete vite, gli ospedali collassano sotto il peso dei feriti e della mancanza di farmaci e presidi. Un rapporto ONU accusa Israele di “genocidio” denunciando attacchi mirati su civili e la distruzione di siti culturali. Il segretario generale António Guterres definisce l’assalto “moralmente, politicamente e legalmente intollerabile”.
A Gerusalemme in migliaia protestano contro Benjamin Netanyahu ma il premier, inseguito da un ordine di arresto della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità, sembra indifferente. Chi invece protesta da fuori è accusato di antisemitismo e di essere amico dei terroristi di Hamas. Inaccettabile. La catastrofe umanitaria e la spirale di violenza è aggravata dal sostegno incondizionato, soprattutto finanziario, a Israele degli Stati Uniti di Donald Trump.
Terrificanti le dichiarazioni dei ministri israeliani Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, figure di spicco dell’estrema destra. Quest’ultimo ha definito Gaza un’opportunità immobiliare, una miniera d’oro da spartire con gli americani. Agghiacciante! Invocano la distruzione totale della Striscia e la deportazione dei suoi abitanti. Incitano i coloni violenti a occupare nuove terre palestinesi, violando diritti umani, civili e il diritto internazionale.
In questo scenario il governo italiano balbetta parole ambigue e deboli che stridono con l’urgenza del dramma. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso “profonda preoccupazione” per l’offensiva israeliana condannando attacchi “disproporzionati” e ribadendo il sostegno alla soluzione dei due Stati, con l’Autorità Nazionale Palestinese quale interlocutore legittimo. Tuttavia, queste dichiarazioni cozzano con una realtà controversa: l’Italia vuole limitare le sanzioni a danno di Israele confermando la cooperazione militare nonostante le accuse di genocidio.
L’Italia oscilla tra proclami di pace e timide reazioni rischiando di macchiarsi di un’indifferenza storica, mentre l’Unione Europea è divisa e lenta rischiando ogni giorno, a sua volta, di perdere autorevolezza e credibilità.
Intanto, Gaza è un immenso deserto di dolore e di morte.

