Onorevole Francesco Cappello, capogruppo grillino all’Ars, facciamo un gioco?
“Prego”
Immaginiamo un siciliano, andato in letargo con il governo Crocetta, che si risveglia con il governo Musumeci. Noterebbe la differenza?
“Credo che avrebbe la sensazione di essere ancora nell’ultima fase di Crocetta, quella del liberi tutti, con un’Ars che non legifera più e ognuno che va per sé”.
Se ne deduce che lei valuta la prima fase del governo Crocetta migliore del governo Musumeci. E quindi Musumeci sarebbe peggio di Crocetta.
“Sì. Alla nascita dell’esperienza, poi disastrosa, del governatore venuto da Gela c’erano aspettative e speranze, almeno. Che, certo, sono state tutte disattese”.
Cosa rimproverate a Nello Musumeci e alla sua giunta?
“La caratteristica peggiore è l’assoluta mancanza di idee, lo denunciamo sempre in aula. Denunciamo, cioè, la mancanza di progetti e riforme. Si naviga a vista, come una zattera alla deriva”.
Eppure sulle riforme, a cominciare dai rifiuti, il presidente ha teso la mano.
“Una richiesta che abbiamo apprezzato e rispedito al mittente, perché tardiva. Non puoi discutere le regole del gioco dopo che hai dato le carte. Il confronto lo porteremo avanti nelle sedi istituzionali, alla luce del sole”.
Ma anche voi avete fallito. Alla Regione non governate. Altri treni importanti li avete persi. L’impressione è che siate condannati all’irrilevanza e che verrete ricordati soltanto per la famosa trazzera.
“Non è così. E penso alla decurtazione dei nostri stipendi, alle donazioni, alla questione morale, alla trasparenza che richiamavo prima con l’espressione ‘alla luce del sole’. Sono cose che contano e che non c’erano. Abbiamo permesso ai cittadini di entrare nel Palazzo. Altro che meteore”.
Un altro giochino?
“Prego”
Pensiamo a una Sicilia governata adesso da voi, come sarebbe?
“Saremmo molto più umili di un presidente che si pone al cospetto del Parlamento con superbia e affronteremmo i veri nodi: la sanità, i rifiuti, il precariato, con un gioco di squadra per unire tutti e risolvere i problemi, fuori dallo schema classico. Del resto, siamo una opposizione costruttiva che vota le cose, secondo noi, buone”.
E’ possibile un’intesa col Pd per una opposizione comune?
“A noi interessano i temi concreti, non i dogmi. Su alcuni punti ci sono aspetti condivisibili. Su altri invece no”.
Ora il capogruppo è lei, mentre il leader in Sicilia, Giancarlo Cancelleri, fa il viceministro a Roma. E’ cambiato qualcosa?
“Noi siamo una squadra. Giancarlo è sempre stato un uomo di squadra, più che un leader. Ci dividiamo per competenze, studiamo, approfondiamo. E adesso c’è un viceministro ai Trasporti che conosce benissimo la Sicilia: un’arma in più”.
Parliamo di rapporti interni. In una recente intervista con Livesicilia.it, il deputato nazionale Giorgio Trizzino ha lasciato intendere che ci siano dissapori tra Palermo e Roma. E’ così?
“Non mi risulta. Viviamo le normali dinamiche di un movimento, con spirito di collaborazione e di unità”.
Allora perché l’onorevole Trizzino dice quello che dice?
“Chiedetelo a lui. Noi siamo un’unica e grande famiglia”.
Luigi Di Maio sta ancora bene a capotavola, a proposito di famiglia? L’Umbria ha lasciato il segno.
“Nel Movimento vinciamo e perdiamo tutti insieme e non è una frase fatta. Io sono contro la ricerca del capro espiatorio. Di Maio si è assunto, generosamente, una grande responsabilità e deve continuare. Se ci sono stati degli errori, lo ripeto, sono di tutti”.
Il Movimento ci sarà tra dieci anni?
“Sì. Siamo qui per cambiare la politica e ci riusciremo davvero”.
Ci vediamo tra dieci anni per un caffè: accetta la scommessa?
“Accetto la scommessa”.
