"Investiamo sull'informazione | ma politica faccia la sua parte" - Live Sicilia

“Investiamo sull’informazione | ma politica faccia la sua parte”

“Molti editori ci chiedono di investire e non vogliamo sottrarci – spiega Giuseppe Ursino - ma la legge regionale rappresenta l’unico strumento di incentivazione agli investimenti nel settore. Perché non se ne parla più?”

Il tavolo per le imprese
di
2 min di lettura

CATANIA. “In questi giorni stiamo raccogliendo l’appello ad investire nell’informazione che ci viene rivolto da molti editori. È un invito legittimo e lo condividiamo, ma la politica deve fare la sua parte”. Giuseppe Ursino, Presidente di JO e Facilitatore del Tavolo per le imprese, lo spiega senza mezzi termini: “La legge regionale rappresenta il solo strumento di incentivazione agli investimenti e costituirebbe un ordinamento organico che in Sicilia non c’è mai stato. Sappiamo che il disegno di legge doveva passare all’esame della commissione bilancio prima dell’arrivo in Aula. E l’approvazione del provvedimento, in via definitiva, era stata annunciata per la fine di luglio. Perché non se ne parla più? Per avere notizie dobbiamo attendere la chiusura di un’altra testata?”.

Fatto sta che al drastico ridimensionamento della raccolta pubblicitaria non è conseguito una ferma presa di posizione da parte delle stesse istituzioni regionali. “Le aziende crescono con la pubblicità. Il mio mercato è Catania ed è qui che devo far sapere cosa vendo. La testata locale soddisfa questo bisogno, perché il piccolo imprenditore è escluso dalla pubblicità nazionale per mercato di riferimento e budget a disposizione. Purtroppo – prosegue Ursino – molte testate locali, piccole ma importanti voci di libertà disseminate per la Sicilia, sono entrate in crisi, coinvolgendo anche quelle aziende che per modello di business hanno necessità di farsi promozione”.

Ed in una Sicilia che ha tre quotidiani regionali, 112 emittenti televisive locali ed anche una schiera di testate on line che stanno raccogliendo la sfida dell’informazione 2.0, si rischia seriamente di perdere un enorme patrimonio economico, professionale e umano. Nell’emittenza televisiva, poi, il passaggio dal sistema analogico a quello digitale ha inasprito il malessere. “Nel 1993, per preservare lo sviluppo del binomio emittenti locali – imprese locali, venne istituita una legge che imponeva il versamento alle piccole emittenti del 15% del canone Rai. Nel 2008, però, buona parte del sostegno finanziario al settore televisivo locale è stato cancellato. La desertificazione economica avviene anche così. Gradualmente e in modo impercettibile”.

Il Tavolo ritiene che oggi sia essenziale l’istituzione della legge regionale a sostegno dell’editoria. L’associazione imprenditoriale catanese aveva appreso con interesse la notizia della presentazione di un disegno di legge sulla materia (“Norme per la promozione e il sostegno alle imprese dell’informazione locale”). Una voce accolta anche dai media siciliani con rinnovata speranza e alla quale, naturalmente, era stata fornita grande visibilità. Soprattutto dopo il rapido iter che aveva caratterizzato il percorso del ddl all’Ars.“Portare in scena con enfasi la presentazione di un’iniziativa, peraltro lodevole, è formula condivisibile solo se accompagnata dal raggiungimento dell’obiettivo o, per lo meno, dal sapere che esistono le condizioni necessarie per poterlo raggiungere (leggasi volontà politica e copertura finanziaria). In caso contrario – conclude Ursino – rischia di apparire come un vecchio modo di fare politica”.



Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI