CATANIA – Stipendi pagati saltuariamente, carenza e trascuratezza nelle strutture; non ultime, le condizioni di possibile rischio per decine di animali simbolo d’una cultura locale quasi a rischio di estinzione. Accade all’Istituto per l’Incremento Ippico di Catania: qui, da almeno cinque anni, tanto i dipendenti quanto gli stessi cavalli fanno le spese d’una poco chiara gestione delle risorse finanziarie. LiveSicilia ha incontrato alcuni dipendenti per conoscere le problematiche in atto. “Un vecchio copione”, lo definisce uno di loro, “e pensare che la Regione aveva stanziato 256mila euro, da suddividere tra capitolo personale e funzionari dell’ente. Il governo Crocetta ha poi unificato il capitolo spese solo per il personale”. Ma come contratti, gli istruttori direttivi dell’istituto sono fermi a 15 anni fa.
“Mediamente un nostro impiegato percepisce uno stipendio di 1500 euro; considerando che siamo concorsisti, la Regione potrebbe regolarizzarci con un emendamento che ci faccia passare ai ruoli effettivi regionali; le buste paga ce le fa attualmente un consulente esterno pagato dal nostro ente”. La Regione non pagherebbe da dicembre 2017, “ma il direttore ha permesso di avere gli stipendi fino a febbraio”. Da Palermo i soldi non arriverebbero perché l’istituto catanese non presenta il bilancio consuntivo: la responsabilità, ad un funzionario addetto ed al direttore. “Ma anche la direzione è disperata, sostengono che non si possa presentare un bilancio in pari senza denaro a sufficienza. Se l’Ars approvasse un apposito emendamento, presentato l’anno scorso ma bocciato, noi saremmo pagati dalla Regione. Questo sbloccherebbe la cifra: non faremmo più parte del funzionamento dell’ente, ed è giusto visto che siamo dipendenti regionali.” In tutto ciò, non si deve dimenticare che l’istituto accoglie animali, rappresentando per i cavalli una sorta di anagrafe e struttura adatta alla riproduzione.
Come si riflette sugli animali la carenza di fondi? ”Facciamo del nostro meglio, però manca un consulente veterinario e ci facciamo aiutare da veterinari amici, noi stessi ci tassiamo per curare i cavalli”. Passione e orgoglio traspaiono dai lavoratori ippici: “Si è parlato anche di un accorpamento con l’ Istituto Zootecnico di Palermo, che è il nostro organo di competenza; ma noi non abbiamo un livello contrattuale pari al loro, siamo degli specialisti nel settore. Ma quale ruolo possono avere i cavalli, oggi? Di là dalla nobiltà che questi animali trasmettono, è possibile che risultino sottovalutati in un’era sempre più ridisegnata dall’elettronica? La risposta attraversa in breve le epoche, rivelandosi attuale anche nel presente. Anche le fiere di settore hanno portato attraverso la penisola questo retaggio regionale. Nell’immediato, ci viene detto, ”L’ippoterapia è una strada percorribile: abbiamo presentato a Palermo alcuni progetti ma senza ancora riceverne l’approvazione. Abbiamo sempre invitato scuole ed università a conoscere le nostre strutture: l’attuale direttore intenderebbe rilanciare l’ente”. Ma non è solo per la struttura storica di via Garibaldi, già parte del complesso di edifici benedettini, che ospita tra l’altro uno dei più grandi maneggi coperti del sud Italia.
All’istituto appartiene infatti la grande Tenuta Ambelia, situata tra Militello e Scordia. Un luogo altrettanto radicato alla dimensione popolare: “E’ quasi abbandonata: di 1500 ulivi ne sono sopravvissuti 100, poi ci sono ambienti d’epoca che potrebbero essere ripristinati e aree attrezzate che si possono aprire alla cittadinanza”. Il luogo, così pare, avrebbe anche destato attenzione ed entusiasmo nel presidente Musumeci. Ma intanto le famiglie di 36 lavoratori attraversano momenti di precarietà, pagando le bollette con soldi in prestito. “Le sigle sindacali ci sono e si fanno anche sentire, ma non si arriva mai a un dunque”, insiste un dipendente, sottolineando un altro aspetto critico: “Dal 1998 siamo in causa per ottenere un’indennità di rischio di 90 euro al mese”. Le Giornate di Primavera, organizzate dal FAI il 24 e 25 Marzo, hanno contribuito a riportare l’attenzione sulla struttura e sul suo valore storico e sociale.
ente prediletto da lombardo
presidente, ma che fà vuole chiuderli gli enti diversamenti utili, poco alla volta.
perchè non fà una giunta straordinaria per la soppressione dei tanti incrementi ippici, tutti assieme.
l’elenco lo conosce già, è quello che sbandierava in campagna elettorale……………….
Bene Presidente Crocetta la soppressione di un Ente inutile e sopratutto dannoso.
Ovviamente restano da sopprimere centinaia di enti ed uffici per riportare la Regione Sicilia alla normalità. Annunci per favore una soppressione ogni settimana, così a fine mandato potrà dire di aver dato un contributo determinate alla riforma della Regione e alla causa dei siciliani onesti.
Che peccato non ci saranno più cavalli di razza, si sono trasferiti tutti a palazzo d’orleans. comunque complimenti a Crocetta.
Ma che c’entra lo Zooprofilattico di Catania??? La Bellomo ha sicuramente confuso!
COMPLIMENTI A CROCETTA ED AL SUO TEAM CON DUE MILIONI DI EURO SI PUO `DARE ASSISTENZA A CHI NE HA VERAMENTE BISOGNO
come nei precedenti articoli di condorelli ce’sono confusione e scarsa informazione dell’ente mandato dagli aorgani di stampa a morire,primo i cavalli sono circa 100,il personale che si occupa dei cavalli sono stati trasferiti insieme agli animali, tutte quelle persone che sono rimaste nella storica sede di catania,sono coloro che godono dei favori della direzzione.
come mai diversi enti nessuno ne parla vedi istituto viti e vino,istituto di granicultura di caltagirone,zooprofilattico,zootecnico, se andate aspulciare i vari enti vedrete veramente quanto spreco.
Tutto il personale riallocato ???? a fare che???? palafrenieri???? resteranno a pascolare nella P A in attesa della pensione alla fine tagliato un ente ma nessun risparmio vero
Caro Presidente, continui pure con l’Ente Porto di Messina che costa pure tanto….
Quoto Maurizio… Il costo é solo il personale se ricollocato non ci sarà altro risparmio che lo stipendio del commissario!ogni fegatino i musca ….
..eliminare gli sprechi è un opera virtuosa…. riallocare il personale altrove non fa risparmiare nulla…. piuttosto sarebbe utile per gli allevatori di equini sapere se potranno avere le stesse opportunità in merito a tutti gli sforzi finora sostenuti per migliorare le qualità dei propri esemplari, in mano a chi andranno a finire le funzioni finora svolte dall’ente soppresso, riguardanti le stazioni di monta , le relative autorizzazioni, le rassegne di morfologia, la tenuta dei libri genealogici e quant’altro?
Ricordo a tutti che non consola affatto la battuta, ” i cavalli di razza sono tutta a Sala d’Ercole”…sarebbe come dire che è una stalla…o forse lo è ?
al sig.condorelli, e alla sig.ra bellomo vi rinnoviamo l’invito di venirci a trovare a scordia in azienda ambelia.