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Ita: il governo pronto a vendere, sul tavolo rimane la vertenza Covisian

Il sindaco Orlando chiede che il ministro partecipi al tavolo a Palermo
LA VERTENZA
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I tempi sono ormai maturi per la cessione di Ita, con il governo che si prepara a valutare le offerte in vista di una decisione entro la fine di giugno. Lo Stato conferma comunque che manterrà una quota nel futuro azionariato, e forse anche per un periodo di tempo sufficientemente lungo, necessario per garantire un controllo sull’operato del nuovo proprietario.

Nessun problema neppure per l’aumento di capitale che verrà comunque erogato entro l’anno perché non ci sono problemi di cassa. Mentre sullo sfondo continuano le polemiche tra i vari attori coinvolti nella gestione dei contratti per i servizi di call center della compagnia aerea, oggi alla Camera è stato Daniele Franco, il titolare del Mef – ancora azionista unico di Ita – a delineare i prossimi passaggi verso la privatizzazione.

Nel corso di una giornata tutta giocata tra le aule di Camera e Senato, dove si sono susseguite le audizioni del ministro dell’Economia e dei rappresentanti dei sindacati oltre che dei vertici di Ita, Covisian e Almaviva Contact, Franco ha spiegato che il Mef con l’assistenza degli advisor ha immediatamente avviato il processo di dismissione. Si è optato per la trattativa privata e definito il calendario della vendita con l’obiettivo di concludere a giugno. “Tre le manifestazioni di interesse: Msc/Lufthansa, Indigo Partners (Wizz Air) e Certares (Air France/Delta)”. Mentre entro il 23 maggio sono attese le offerte vincolanti. Ma l’esito della vendita “non è scontato”, ha tenuto a precisare il ministro: “vedremo tra i 3 soggetti, che spero presentino tutti delle proposte”, chi porterà l’offerta più valida per il paese “nei termini ampi e non solo finanziari”. L’esame verrà comunque fatto in modo trasparente e “senza segreti” ha spiegato Franco sottolineando che “un punto importante è avere un’azienda che stia in piedi, che sia parte di un gruppo più ampio che assicuri connessioni e voli con il resto del mondo”. Il prezzo di vendita sarà ovviamente importante, ma non sarà l’unica variabile da valutare: “Importante – secondo il ministro – è avere una partnership solida che aiuti il sistema produttivo italiano nel futuro”.

Resta ancora da decidere il ‘dopo’, ovvero tempi e entità della partecipazione che il governo intende mantenere nella futura Ita, perché, ha ribadito, “non è che lo Stato esce e chi s’è visto s’è visto, è un processo che va seguito per un periodo che può essere anche lungo”.

Mentre Franco parla alla Camera, in Senato riparte il confronto tra i vertici di Ita e quelli di Covisian, esito di una rottura consumatasi negli ultimi tempi sui servizi di call center del vettore. E tocca allo stesso ministro, alle prese con le critiche di alcuni parlamentari al presidente di Ita Alfredo Altavilla per non aver partecipato ai tavoli istituzionali ai quali era chiamato, richiamare tutti “a mantenere sempre un profilo istituzionale, comportamenti improntati alla sobrietà”.

Secondo quanto ribadito dai vertici di Ita, alla base della rottura con Covisian sul servizio di call center c’è un rialzo dei costi del 64% rispetto all’assegnazione iniziale e quasi il doppio dell’aumento del 33% concordato in seguito. Tale incremento, dice, avrebbe comportato un aumento di costi di 4 milioni all’anno” e una conseguente “perdita di valore per l’azionista pubblico di circa 70 milioni di euro”. Ma il presidente esecutivo di Covisian Gabriele Moretti ribatte: “non siamo stati noi a sfilarci dal contratto ma Ita a determinarne l’interruzione” con un atteggiamento di “bullismo industriale” e “pretese aggressive”. Tra Ita e Covisian, secondo il presidente di Almaviva Contact, Andrea Antonelli, è “da tempo in atto uno spregiudicato gioco delle parti, fatto di segreti, ipocrisie, omissioni e aree grigie”. S tratta insomma, avverte, di un “tentativo di sottrarsi agli impegni e di sviare precise responsabilità”.

Nella diatriba tra le varie società, intanto, i sindacati chiedono unanimemente che venga convocato un nuovo tavolo per far fronte all’emergenza dei 543 ex dipendenti di Almaviva che dovevano essere assorbiti da Covisian in virtù di una clausola sociale, ma che dopo l’interruzione del contratto con Ita sono rimasti senza lavoro.

Il sindaco Orlando chiede che il ministro partecipi al tavolo a Palermo

“Alla luce delle dichiarazioni dei rappresentanti di Ita, emerse dalle audizioni tenute ieri e oggi dalle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, non ci resta che invocare un confronto a Palermo del Ministro Andrea Orlando con le organizzazioni sindacali, le lavoratrici e i lavoratori di Covisian ed Almaviva”. Lo affermano il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore comunale Giovanna Marano “Una situazione di attesa estenuante quella della mancata convocazione del tavolo ministeriale che da settimane si protrae, determinando tensione sociale e ansietà sulle cinquecentoquarantatre famiglie coinvolte nella vertenza. È giusto che il Ministro del lavoro venga direttamente sul campo per dare nuovo impulso ad una situazione che ogni giorno diventa sempre più drammatica”.


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