Questa volta la benzina c’era e gli imputati sono stati trasferiti al carcere di Trapani al palazzo di giustizia di Palermo per assistere alla requisitoria dei pubblici ministeri. Il processo è quello per le presunte infiltrazioni mafiose nel business delle pale eoliche. La settimana scorsa, infatti, l’udienza era saltata per un l’imprevisto: il carcere di Trapani aveva comunicato di non avere a disposizione i buoni benzina per rifornire il cellulare a bordo del quale dovevano essere tradotti i detenuti. A quel punto il giudice dell’udienza preliminare, Daniela Troja, aveva dovuto rinviare il processo che si svolge con il rito abbreviato. I sei imputati, tra cui Vito Martino e Giuseppe Sucameli, entrambi detenuti a Trapani, rispondono, a vario titolo, di reati che vanno dall’associazione mafiosa al concorso esterno, truffa, falso e corruzione. I pubblici ministeri Ambrogio Cartosio e Pierangelo Padova utilizzeranno almeno due udienze per la requisitoria, poi la replica dei difensori e la sentenza. (Ansa)
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