CATANIA – “Nei primi tre mesi dell’anno a Catania la Cassa integrazione straordinaria è triplicata. Più 320,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. E’ un dato che allarma, perché rivela l’aumento di aziende in fase terminale. Tantissimi posti … a rischio di estinzione”. E’ il commento del segretario generale della Uil etnea, Fortunato Parisi, al Terzo Rapporto sulla Cassa Integrazione diffuso dal Servizio nazionale Uil Politiche del Lavoro e della Formazione. Stando allo studio della struttura di ricerca guidata dal segretario confederale Guglielmo Loy, il più 320,4 catanese non è neppure paragonabile alla media siciliana (+27,4 per cento) e addirittura risulta in controtendenza rispetto alla media nazionale, in flessione del 48.3 per cento: “Insomma – afferma Parisi – disagio occupazionale e sofferenza sociale nel nostro territorio sono più acuti che nel resto del Paese”. Tra gennaio e marzo, la Cig nel suo complesso è calata dell’1.5 in Sicilia e addirittura del 38 per cento in Italia mentre a Catania è cresciuta del 41.3 per cento. Pesa, appunto, il “boom” della Cigs. La Cassa ordinaria, invece, segna un meno 67.1 per cento: “Nulla da gioire per questa flessione – dice Fortunato Parisi – E’ solo il prodotto di un peggioramento dello stato di salute delle imprese, che scivolano in Cassa straordinaria. E meno male che la Cig c’è. Nel primo trimestre 2017, infatti, ha consentito di salvare a Catania 2 mila 606 posti di lavoro”. Il Rapporto Uil analizza anche le variazioni regionali per settore produttivo. In Sicilia, Cassa integrazione in aumento del 47.8 nel commercio che da sempre ha un peso determinante nell’economia catanese: “Il malessere di questo comparto, dei suoi occupati, è sempre più evidente – dichiara Fortunato Parisi – S’impone un ripensamento del modello di sviluppo, decisamente sbilanciato ormai da troppo tempo sulla grande distribuzione. Le istituzioni politiche cambino rotta, ma soprattutto norme. Noi, intanto, stiamo dalla parte dei lavoratori perché non restino a combattere a mani nude contro chi vorrebbe far pagare loro i guasti prodotti da altri”. Infine, il raffronto marzo-febbraio 2017. Anche in questo caso, Cigo in calo (meno 85.2) a differenza della Cigs che segna più 88.9. Il segretario generale Uil afferma: “Percentualmente, quasi si compensano ma in valore assoluto il peso dell’una, 14 mila 164 ore autorizzate in marzo, è ben diverso da quello dell’altra che supera quota 678 mila. La Cassa straordinaria, poi, rappresenta un ammortizzatore sociale da ultima spiaggia e, quindi, i numeri di marzo sono sconfortanti per Catania tanto quanto gli indicatori trimestrali”. “Intanto – conclude Fortunato Parisi – per effetto della riforma è sparita la Cassa in deroga. Sappiamo cosa abbiamo lasciato. Ovvero, uno strumento utile a salvaguardare livelli occupazionali. Al contrario, non sappiamo bene ciò che garantisce il Fondo di integrazione sociale poiché, come la Uil di Carmelo Barbagallo denuncia ormai da tempo, un monitoraggio completo viene ancora negato alle parti sociali. Alcune tare, comunque, giù emergono. Nell’ultimo Rapporto sulla Cassa si segnala infatti che a oggi il Fondo Fis sembrerebbe aver raccolto in Italia richieste per circa 13 milioni di ore spalmate su una platea di circa 58 mila beneficiari, ma ne sono state autorizzate solo 3,3 milioni per poco più di 15 mila lavoratori. Ha ragione Guglielmo Loy, dunque, quando evidenzia i limiti strutturali di uno strumento alle prime prove dopo la fase di rodaggio. Limiti a danno dei lavoratori che operano soprattutto nel terziario, nel turismo e nello spettacolo, non coperti da Cassa integrazione straordinaria e ordinaria”.
Il segretario Parisi analizza i dati dei primi tre mesi del 2017.
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