La chiusura dei punti nascita | Manifestazione a Palermo - Live Sicilia

La chiusura dei punti nascita | Manifestazione a Palermo

La manifestazione dei sindaci a Palazzo d'Orleans

Rosario Lapunzina, sindaco di Cefalù: "Creiamo una rete con gli ospedali palermitani Civico e Cervello-Villa Sofia per scongiurare la chiusura del reparto dell'ospedale Giglio". (Nella foto il vicesindaco di San Mauro Castelverde, Giovanni Nicolosi, oggi davanti a Palazzo d'Orleans).

la protesta dei sindaci madoniti
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PALERMO – Continua la pioggia di critiche sull’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, e sul provvedimento che prevede la chiusura delle strutture ospedaliere che effettuano meno di 500 parti l’anno. Tante le proteste e i malcontenti maturati in questi giorni nelle aree coinvolte dall’azzeramento.Oggi nuovo atto davanti alla presidenza della regione, in piazza Indipendenza, a Palermo: con in testa il Comune di Cefalù, che vede scomparire il proprio punto nascita, anche i sindaci di diversi centri delle Madonie. ‘Armati’ di tricolorie e gonfalone, si sono dati appuntamento davanti a Palazzo d’Orleans per poi spostarsi a pochi metri, a Palazzo dei Normanni, per essere ricevuti in commissione Sanità per portare sul tavolo tutte le possibili soluzioni che possano scongiurare ulteriori chiusure. Tentativo vano dal momento che Borsellino non ha potuto ricevere i manifestanti.

Una storia, quella della chiusura dei punti nascita, che prende le mosse nel 2011, quando alla guida dell’assessorato alla salute c’era Massimo Russo. Quest’ultimo tentò invano di dare attuazione ad una direttiva dell’allora ministro Balduzzi, che prevedeva un primo taglio netto dei reparti di neonatologia, in primis quello di Cefalù. Fu necessaria una sentenza del Tar per bloccare la definitiva chiusura del reparto.

Trascorsi cinque anni da quella pronuncia, nonostante siano cambiati a assessori e ministri, è tornata prepotentemente la questione della chiusura dei punti nascita, soprattutto dopo l’entrata in vigore defnitiva del nuovo Piano regionale alla Salute. Pochi giorni fa, dunque, il via alle soppressioni, su spinta del ministro Beatrice Lorenzin: sono stati aboliti quelli di Licata e l’ospedale Argento di Catania , ma la lista è pronta via via ad arricchirsi di altri nomi; non ultimo proprio il già preso di mira ospedale San Raffaele Giglio di Cefalù. Questa struttura annualmente ospita non solo i parti delle donne cefaludesi ma anche quelli delle gestanti dei comuni limitrofi, come San Mauro Castelverde, Isnello, Gratteri, fino ad arrivare ad abbracciare i centri della fascia costiera messinese.

La sua chiusura definitiva comporterebbe l’inevitabile spostamento delle nascite sull’ospedale di Termini Imerese o nelle strutture palermitane. “Il provvedimento – dice il sindaco, Rosario Lapunzina – non tiene in alcun conto delle esigenze del territorio. Il centro nascite di Cefalù si può salvare. La soluzione – dice – consiste nella creazione di una rete con gli ospedali palermitani Civico e Cervello-Villa Sofia entrati proprio in questi giorni come soci nella nuova fondazione che gestisce l’ospedale Giglio”. Elementi che per Giacomo Ilardo, sindaco di Gratteri, “rappresentano un pericolo per la salute sia delle donne che dei nascituri, chiamati a spostarsi negli ospedali di Termini Imerese o Palermo, percorrendo strade a volte dissestate oppure dover rischiare di partorire improvvisamente a bordo di ambulanze del 118 o sugli elisoccorso”.


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