Dalla Corsello mezzo milione a Ett | E' la società del click day - Live Sicilia

Dalla Corsello mezzo milione a Ett | E’ la società del click day

Da "S" in edicola. La burocrate, attualmente sospesa, tra maggio e luglio ha destinato oltre 520 mila euro all'azienda che, secondo Crocetta, era stata responsabile del flop tecnico del Piano giovani. Anche in questo caso, contributi arrivati senza una gara. Come era avvenuto più volte negli ultimi tre anni. Mezzo milione anche per "click day" Gli altri affidamenti diretti

L'inchiesta
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PALERMO – Altri due affidamenti diretti. Senza gara, né bando. Come un anno fa. Anna Rosa Corsello lo ha rifatto. Affidando alla società Ett, già finita nell’occhio del ciclone dopo il fallimentare “click day” altre due commesse per oltre mezzo milione di euro tra maggio e luglio scorso. La vicenda è raccontata nei suoi dettagli nel numero del mensile “S”, in edicola da sabato.

Affidamenti diretti, dicevamo. Cioè somme affidate senza aver espletato una gara, un bando, un avviso. Per ragioni di necessità, ha spiegato la burocrate attualmente sospesa in seguito all’indagine della Procura su presunte “raccomandazioni” per l’assunzione al Formez di sette dirigenti regionali ai quali era scaduto il contratto.

Una decisione, quella di ricorrere nuovamente all’azienda che ha curato dal punto di vista informatico il click day che finisce per smentire due forti prese di posizione dello stesso presidente della Regione Crocetta che ha, a più riprese, puntato il dito contro gli affidamenti diretti in tutti i settori della pubblica amministrazione. E soprattutto non ha avuto dubbi sulle responsabilità legata al crac del sistema che non ha permesso a migliaia di giovani di prendere parte ai tirocini: “Il flop del Piano giovani è dovuto – disse Crocetta alla fine di agosto del 2014 – al software messo a disposizione dalla Ett”. Da lì, un braccio di ferro e uno scontro di carte bollate tra il dipartimento della Formazione e la stessa azienda.

Intanto, però, l’altro dipartimento, quello al vertice del quale era tornata la Corsello dopo la breve “cacciata” seguita allo scontro con Nelli Scilabra, decideva di rivolgersi nuovamente a quella società. Una decisione formalizzata, a dire il vero, dopo mesi costellati da un carteggio con Sicilia e-Servizi. Un dialogo quello tra il dipartimento e la società partecipata andato avanti per settimane con lettere dal tono a volte anche molto duro. L’oggetto delle missive è rappresentato dall’affidamento di tre progetti informatici: “Comunicazioni obbligatorie”, “Did online” e “Silav”. Quest’ultimo è quello riguardante l’assistenza al progetto Garanzia giovani. Antonio Ingroia, in particolare, aveva chiesto al dipartimento della Corsello alcuni documenti per programmare il trasferimento a Sicilia e-Servizi di alcune di quelle attività. L’azienda in particolare si diceva “nelle possibilità e capacità tecniche di attivarsi per la presa in carico del sistema”. Sono giorni in cui la Regione, tramite l’Ufficio informatico, mette nero su bianco l’intenzione di “internalizzare” quei servizi. Il giorno dopo, però, la Corsello invia a Sicilia e-Servizi una specie di ultimatum, fissando in trenta giorni il limite entro il quale la partecipata avrebbe dovuto fornire un “progetto unitario per la realizzazione di una piattaforma telematica”. Tempi troppo brevi, vista la complessità del progetto, secondo Ingroia. E in realtà, l’urgenza verrà smentita dai fatti.

Perché per quattro mesi non succede nulla. In quei giorni la stessa Corsello emana un decreto che sa di beffa: “L’affidamento della gestione, evoluzione, conduzione ed adeguamento sistemi informativi inerenti il servizio per il lavoro”, ammonisce la burocrate, andrà compiuto attraverso una “gara di evidenza pubblica”. Ma c’è sempre una urgenza. Che porta il nome di “Garanzia giovani”, il programma da 178 milioni che dovrebbe consentire ai siciliani under 30 un più facile ingresso nel mondo del lavoro. Così, la dirigente si vede “costretta”, per far presto, ad affidare ancora una volta alla Ett la prosecuzione e l’aggiornamento di quei programmi. Dapprima tramite il “rinnovo dei contratti” per sei mesi, che arriva con decreto del 29 maggio 2015, per una spesa complessiva di 240.620 euro, quindi il 9 luglio ecco un altro affidamento diretto per l’integrazione del sistema informatico denominato “Silav”: altri 305 mila euro. La dirigente, insomma, in quaranta giorni ha destinato 545 mila euro a una società, la solita, con affidamento diretto. Senza gara. Senza bando. Era urgente, del resto. Nonostante nel frattempo fossero trascorsi 9 mesi dalla lettera in cui la Corsello ammoniva Sicilia e-Servizi: “Diteci se siete in grado di svolgere questo compito entro 30 giorni”.

Tutto questo nonostante la Regione, si legge in una lettera inviata da Ingroia direttamente a Crocetta, potesse contare su un Sistema informativo per il lavoro “funzionante ed installato dal dicembre 2009. Sistema che dal novembre del 2011 – si legge nella nota dell’amministratore unico di Sicilia e-servizi – non è più stato posto sotto la necessaria manutenzione da parte dell’amministrazione regionale”. Ma non finisce: nel carteggio, che “S” pubblica integralmente, Ingroia muove anche altre accuse alla dirigente. Che, però, è andata dritta per la sua strada. Affidandosi alla solita società. Quella del click-day.


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Commenti

    non è facile capirci

    Le sentenze si rispettano tutte.
    Non solo quelle che soddisfano gli appetiti dei forcaioli.

    Che strano. I fondi comunitari che servono a finanziare attività rientranti nei Piani Operativi e solo questi, ora possono essere utilizzati per pagare debiti pregressi, contratti dal privato, per altri fini?
    Se un progetto formativo non si conclude o se il numero degli allievi scendo sotto il livello minimo, l’U.E. non riconosce la spesa mentre se con i soldi erogati per finanziare delle attività, invece, si pagano debiti, questo è lecito?
    Ho dei dubbi sul fatto che la Corte di Giustizia Europea possa condividere questo ragionamento

    Non poteva essere altrimenti.

    Quando una inchiesta degna di essere definita seria sulla formazione professionale?

    E chi crede più al CGA

    La Corte dei Conti istruisce un giudizio di responsabilità per danno conseguente alla assegnazione/erogazione di contributi aggiuntivi ad alcuni Enti di formazione. L’amministrazione, ripensandoci, li revoca e per contabilizzarne il recupero dispone una compensazione equivalente. Questo l’aspetto della questione affrontato dal giudice amministrativo. La controversia legale (singolo ente/amministrazione) che non estingue l’ampia portata di quei provvedimenti dei quali resistono valore ed effetto per ogni singola assegnazione disposta e ciascuna liquidazione di contributo.

    Ottimo, come sarebbe ottimo anche che il presidente della Regione avesse la possibilità di designare un proprio rappresentante presso il giudice pensle o, meglio ancora , in Cassazione.
    Ma no sempre , solo per questa occasione!

    Se ti invito a giocare a calcio e ti dico che l’arbitro lo porto io???

    I Sorci Verdi! Mah…. un tempo si studiava che le compensazioni potevano farsi solo tra partite omogenee….compensazione tra fondi regionali ed europei? Regimi di spesa diversi..Boh

    E’ vero….. però aggiungerei che in nessun paese civile dovrebbe essere normale che il giudice che decide (per carità insieme ad altri) è stato designato dallo stesso soggetto giuridico che è parte del processo. Se poi aggiungiamo che il giudice magari oltre ad essere stato designato da una parte del processo è stato in precedenza nominato in altri incarichi……. dalla stessa parte….. si vede subito come il sistema già all’origine presenta criticità che possono indurre a pensare che l’imparzialità del giudice sia solo un vuoto principio di cui tutti gli addetti ai lavori si riempiono la bocca a vanvera…… da queste cose dovrebbe cominciare una seria riforma della giustizia (prima quella amministrativa!!!!)

    E poi c’è ancora qualcuno che ritiene che certe sentenze NON siano politiche…..

    Da tutte le notizie di questi giorni sul cga e sui suoi componenti ormai la credibilità è ai minimi termini. Se poi un laico nominato da crocetta non sente la necessità di astenersi su una causa che riguarda il segretario generale del presidente non ci resta che sperare nella procura della repubblica x un po’ di giustizia!

    Se è vero che la credibilità del CGA nell’ultimo periodo è diminuita, per tranquillizzare i complottisti relativamente a questa vicenda bastano poche considerazioni:
    a) il CGA si è limitato a confermare la decisione del TAR, che aveva reso uno sentenza ampiamente motivata con un collegio di tre magistrati tutti togati e di cui nessuno ha messo in discussione l’indipendenza;
    b) su questo giudizio di appello – anche in modo molto discutibile avendo riguardo alla serenità nell’esercizio della funzione – ben prima che fosse emessa la sentenza si erano accesi i riflettori su Verde, con la conseguenza che se la vicenda fosse stata quanto meno dubbia, anche per evitare chiacchericci e sospetti, nel collegio, composto da cinque magistrati, sarebbe certamente prevalsa la linea negativa alla compensazione e quindi l’appello sarebbe stato accolto e non respinto;
    c) in linea di principio non si riesce a comprendere la posizione di chi vorrebbe sostenere che una PA dovrebbe essere privata della possibilità di attivare uno strumento di autotutela utilissimo al recupero di esborsi indebiti, a prescindere dal fatto che molti vorrebbero vedere i condannati dalla Corte dei conti pagare di tasca propria. Infatti il recupero dai condannati quasi mai riesce mentre la compensazione garantisce meglio la PA.
    Ogni altro discorso per me è fuffa.

    Che “carruvarata”.

    Ah già il Tar aveva ammesso le compensazioni? Allora siii che non ci sono dubbi di sorta!

    Come si evince la colpa è dei lavoratori della formazione …. “stanno affossando la Sicilia … e poi sempre che si lamentano” (crocetta due anni fà)

    Invece i giudici della Corte dei Conti che hanno avallato gli extrabudget e dopo 8 anni decidono che sono illegittimi sono più credibili?

    Si possono recuperare l’erogazione illegittima di fondi europei con il credito vantato di fondi europei agli stessi soggetti che hanno ricevuto le somme da recuperare. Qui stavano recuperando somme erogate dal bilancio regionale con somme di denaro da erogare dai fondi europei. Chi avrebbe quietanzato le somme non erogate? Come avrebbero rendicontato le somme dei fondi europei non erogate? Come avrebbero certificato una somma mai erogata? Troppi scienziati, troppi professori, troppa improssimazione, troppo potere, troppa ingiustizia.

    Qualcuno temeva con le compensazioni di non poter riempire il suo fortino di altri lingotti d’oro? È questo il vero scandalo e la vera vergogna che investe la pubblica amministrazione e i lavoratori che sono a credito di centinaia di migliaia di euro, mentre le casseforti si riempivano di risorse illegalmente sottratte. Come si può accusare di peculato chi materialmente ha cercato di recuperare somme sottratte all’eall’erario? Brutta bestia il pregiudizio e l’invidia!

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