La crisi dell’agro-alimentare |Progetti di ricerca e innovazione - Live Sicilia

La crisi dell’agro-alimentare |Progetti di ricerca e innovazione

L’azienda giarrese Radice Pura ha ospitato oggi un convegno sull’innovazione nel comparto agro-alimentare e forestale. Le imprese chiedono più sostegno per l’export.

il convegno
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GIARRE – Ricerca, sviluppo e innovazione nel settore agro-alimentare e forestale sono stati al centro del convegno ospitato oggi nella serra dei congressi di Radice Pura. Un importante momento di confronto tra politica e attività produttive per tentare di uscire da una crisi che ormai da tre anni attanaglia il comparto. Alcuni dei 48 progetti finanziati con fondi europei dalla misura 124, volta all’ammodernamento e all’innovazione delle imprese di settore, sono stati presentati oggi per favorire il trasferimento tra aziende delle conoscenze acquisite.

“Solo unendo il saper fare e il saper produrre con la ricerca di nuovi prodotti – ha detto il dirigente regionale del Dipartimento Interventi Strutturali in Agricoltura Rosaria Barresi – si possono conquistare nuove fette di mercato da cui ora siamo completamente esclusi. La crisi c’è perché i mercati non rispondono ma anche perché vendiamo prodotti troppo omologati, per cui si preferiscono quelli che costano di meno quando in Sicilia produrre costa sempre di più. Oggi abbiamo presentato questi progetti – ha concluso il dirigente – che possono essere divulgati e trasferiti ad altri, non solo a coloro che ne hanno preso parte”.

Al convegno hanno partecipato anche docenti delle tre università di Catania, Palermo e Messina con cui la Regione lavora da anni per sviluppare ricerche e progetti innovativi. “Da questo momento di crisi – spiega Mario Faro titolare dell’azienda Flora Faro – si esce con la ricerca, con lo sviluppo e con la promozione del territorio e dei prodotti agricoli siciliani che dobbiamo cercare di esportare in tutto il mondo. Oggi qui abbiamo imprese di eccellenza del mondo dell’agricoltura”.

Il settore chiede però maggiori sostegni ad export e logistica. “Proprio oggi si parla di scioperi degli autotrasportatori – prosegue l’imprenditore – Abbiamo bisogno invece che i nostri camion non si fermino e di un porto internazionale in Sicilia dal quale le nostre merci possano andare in tutto il mondo. Oggi esportare un prodotto dalla Sicilia è complicatissimo. Bisogna partire ancora dal porto di Genova per poi magari andare ad Algeri o a Tunisi. E poi ci sono le barriere fitosanitarie nei paesi extra Cee. Lo sfogo di mercato che stiamo cercando è proprio quello ma le barriere all’esportazione sono importanti e quindi – conclude Mario Faro- ci auguriamo che lo Stato possa intervenire nella stipula di accordi bilaterali”.

 

 


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