I commissari straordinari del comune di Salemi hanno fatto rimuovere i cartelloni celebrativi voluti dalla giunta Sgarbi. E’ uno dei primi passi di quella che potrebbe definirsi la “de-sgarbizzazione” del comune del Trapanese. Così chi si troverà lungo la statale 188 che porta a Gibellina, non leggerà più “Salemi città del Museo della Mafia” oppure ” Salemi capitale provvisoria del Tibet”. Nel racconto paesaggistico voluto dal celebre critico d’arte, infatti, si ritrovavano tutte le esperienze e le iniziative volute da Sgarbi: “Salemi città internazionale del Cinema indipendente” e “Salemi demafizzata” sono solo due degli undici carelloni installati.
I cartelloni, secondo l’Anas, non erano posizionati alla distanza prevista dal tracciato stradale e inoltre, sarebbero stati installati senza le necessarie autorizzazioni. Così l’Anas ha chiesto 170 mila euro a titolo di risarcimento al comune di Salemi. I tre commissari straordinari insediatisi dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose – Nicola Diomede,Vincenzo Lo Fermo e Leopoldo Falco – hanno così deciso di rimuovere i cartelloni e pagare 4 mila euro a pannello, 44 mila in totale, chiudendo in questo modo il contenzioso con l’Anas.
Ma Antonello Favuzza, ex vice sindaco di Sgarbi e oggi presidente della Fondazione Sgarbi, accusa i commissari di avere fatto una scelta meramente politica. “La priorità di questi tre solerti funzionari del ministero dell’Interno – dice a “La Sicilia” la Favuzza – sembra quella di cancellare ogni traccia di Sgarbi”.
