PALERMO – Riceviamo e pubblichiamo una lettera dei legali di Riccardo Savona e della moglie, imputati per truffa e in attesa di conoscere se saranno rinviati o meno a giudizio. Gli avvocati Salvatore Traina, Giada Traina e Manuela Gargano scrivono che: “Cimino si difende cercando di scaricare le sue eventuali responsabilità sugli altri; è una scelta difensiva legittima, per quanto non condivisibile. Cimino era Presidente della Società RISES, non era un impiegato, che potesse temere il licenziamento, come afferma. E’ da dire che l’On Savona e la moglie si sono liberamente – e ben volentieri – sottoposti a perizia calligrafica innanzi all’esperto nominato dalla Procura, e nessuna delle firme del Cimino è risultata in alcun modo a loro riconducibile”.
Ed ancora: “La Difesa dell’On. Savona, in questi anni, ha lavorato scrupolosamente e nel silenzio, e sarà ben lieta di offrire al Giudice, nel momento processuale a ciò dedicato, i risultati dell’attività investigativa svolta. Ci sono molti punti oscuri in questa vicenda, ma verranno chiariti. Più che di ‘gruppo Savona’, come lo chiama Cimino, viene da pensare al ‘Teorema Cimino’, che però non ha nessun valore probatorio, ma rappresenta soltanto il maldestro tentativo del legale rappresentante dell’Ente finito sotto inchiesta di ‘nascondersi dietro un dito’ piuttosto che impegnarsi nella faticosa dimostrazione della correttezza del proprio operato”.