La Fata, a gennaio |i due vigili davanti al Gup - Live Sicilia

La Fata, a gennaio |i due vigili davanti al Gup

L'avvocato della vedova, Francesco Marchese: "A distanza di un anno dai fatti, le indagini si sono concluse con una richiesta di rinvio a giudizio".

 

Istigazione al Suicidio
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CATANIA – Il caso della morte dell’ambulante Salvatore La Fata arriva nelle aule del Tribunale. Il Gup di Catania Marina Rizza ha fissato l’udienza preliminare per il 13 gennaio 2016 per valutare la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Agata Consoli nei confronti di due vigili urbani in forza al Comune di Catania accusati del reato di istigazione al suicidio nei confronti di Salvatore La Fata.

La Fata è l’ambulante che il 19 settembre 2014, a seguito di un controllo della merce che aveva in vendita in piazza Risorgimento e del successivo sequestro della stessa, si dava fuoco riportando ustioni che gli cagionavano successivamente la morte presso l’ospedale dov’era ricoverato.

La moglie di La Fata, attraverso l’avvocato Francesco Maria Marchese, dopo la morte del marito ha presentato una querela. Numerosi testimoni, infatti,  riferivano di avere udito distintamente i due vigili urbani pronunciare la frase: “dati a fuoco ma spostati più in là” dinanzi alla minaccia di La Fata che per la disperazione aveva dichiarato di volersi dare fuoco, cosa che in effetti faceva subito dopo che la frase era stata pronunciata da parte dei vigili urbani. Molti dei presenti si sono presentati spontaneamente al pubblico ministero per raccontare i fatti a cui avevano assistito. Anche nel corso della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”, che si è occupata del caso, si sono susseguite numerose telefonate di cittadini che testimoniavano quanto era accaduto in piazza Risorgimento.

“Adesso – scrive in una nota l’avvocato della parte offesa, Francesco Marchese – a distanza di un anno dai fatti, le indagini si sono concluse con una richiesta di rinvio a giudizio che formula una imputazione e indica due imputati”.

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