La fusione, gli equilibri, il potere |Confindustria: ancora terremoto - Live Sicilia

La fusione, gli equilibri, il potere |Confindustria: ancora terremoto

Sullo sfondo l'aeroporto e la Camera di Commercio. E' un fiume in piena l'ex presidente di Consindustria Saretto Leonardi, ecco cosa sta accadendo alle falde dell'Etna.

PARLA L'EX PRESIDENTE LEONARDI
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Saretto Leonardi

CATANIA – Tensione alle stelle alle falde dell’Etna. In casa Confindustria non si naviga in acque tranquille soprattutto all’interno della territoriale catanese che lunedì 17 ottobre è chiamata a esprimersi sulla Riforma Pesenti approvata a giugno 2014 e oramai in dirittura d’arrivo. Quello di lunedì a Catania è l’ultimo vero passaggio che concretizzerà la fusione con Sicindustria. Passaggio che toccherà anche le altre territoriali siciliane.

L’intervista di Livesicilia a Domenico Bonaccorsi di Reburdone, presidente di Confindustria Catania, confermava e auspicava l’esigenza, “inevitabile e benefica”, di questo accorpamento. Ma non tutti sono d’accordo. Lo scontro è serrato, in ballo ci sono importanti equilibri e la gestione dei principali centri di potere. Il “No” all’accorpamento avrà una chance solo se la votazione verrà fatta a scrutinio segreto.

Uno dei “ribelli” è Rosario (Saretto) Leonardi, past president (1997-2001) di Confindustria Catania, componente dei probi viri fino a settembre 2016 e iscritto dal 1944. Insomma un veterano dell’associazione che davanti a quella che ha ritenuto una coercizione ha deciso di abbandonare l’ultima giunta e scrivere al presidente nazionale Boccia per denunciare una situazione intollerabile. “Innanzitutto perché a nessuno degli associati siciliani – commenta Leonardi – era stata prospettata nessun’altra fusione se non a livello regionale, mentre poi abbiamo saputo che a Rimini, Ravenna, in Toscana o in Emilia gli accorpamenti sono stati fatti in modo più omogeneo e per zone più ristrette. E poi perché sta vincendo un sistema territoriale in cui 1 è uguale a 1. Non si può fare valere Catania o Siracusa quanto Enna. E nulla di tutto ciò compare nel nuovo statuto. Secondo me questa coercizione ha due vere motivazioni: mettere in un’unica pentola le attività di Catania e Siracusa per compensare, diluendole, le pesanti passività di altre territoriali, col rischio di fare un regalo a Montante”.

Ma c’è dell’altro, aggiunge Leonardi. “È vero che giunta e direttivo hanno votato le istanze di accorpamento, ma subordinandole, sempre, a condizioni che sono rimaste inevase. Persino quanto votato nell’ultima giunta è stato approvato solo a patto di ricevere (prima del 17 ottobre) un documento scritto il cui contenuto dovrebbe trovare formalizzazione nei regolamenti da applicare”.

Non sono previsti privilegi per le territoriali più importanti?

“Assolutamente no. Lo statuto creato dalla commissione regionale di Confindustria non prevede neanche una rotazione per queste territoriali che sono Catania, Palermo e anche Siracusa che da un punto di vista patrimoniale è sicuramente leader. Eppure questo è lo statuto che dovremo approvare lunedì e poi registrare dal notaio. Ecco un’altra cosa inconsueta e anomala: un organo direttivo che nel giro di pochi mandati avrebbe più past che attuali. Bonaccorsi avrebbe dovuto far saltare i tavolini!”.

Quanti sono i contrari a questo accorpamento?

“Dei piccoli quasi tutti, ma le grandi non mancano. Parliamo di società come la ST o la Coca Cola”.

La guerra per la SuperCamera e la Sac sta incidendo su questa cosa?

“Sicuramente ha inciso. Bonaccorsi si è lasciato guidare da Ivan Lo Bello e dai suoi obiettivi. La Camera di Commercio è stato il terreno di scontro per l’aeroporto di Catania che è il più grosso armadio delle marmellate che c’è nel nostro territorio. Gli scontri si fanno col buonsenso non così. Si doveva – sottolinea Leonardi – trovare un accordo. Se Lo Bello ci stava, bene, se no arrivederci. Non dovevamo giocarci i gioielli di famiglia per questo. Abbiamo speso circa 170mila euro per le cause legali di questa vicenda”.

Pagherà solo Confindustria?

“Dovrebbero metterci i soldi anche gli altri… vedremo”.

Come andrà l’assemblea?

“A votazione segreta, questa fusione non passa . A voto palese molti voteranno Sì. Tutti teniamo famiglia…”.

Quando si decide questa modalità?

“Il nostro statuto prevede che le votazioni siano segrete quando si tratta di eleggere nomi. Si deciderà durante l’assemblea su richiesta di un socio. Sempre se il presidente ci arriva all’assemblea…”.

In che senso?

“Lunedì scorso è stato convocato dai probi viri di Milano per aver commesso un errore nel mese di agosto. Con la scusa che non c’era nessuno si è autonominato consigliere della Camera di Commercio. Ormai ce ne tocca uno solo. Il commissario, o chi per lui, ha chiesto una nomina per rappresentare Confindustria nel consiglio della SuperCamera. Poi un’autorevole sessione della nostra associazione ha fatto un esposto ai probi viri per abuso di potere. Una nomina di questo genere dovrebbe passare – specifica Leonardi – almeno dal consiglio di presidenza, ma sarebbe più opportuno dal direttivo. Siamo in attesa della decisione dei probi viri che in genere decidono in fretta. Decisione che io non auspico, è bene che l’assemblea la diriga Bonaccorsi”.

Abbiamo provato a contattare Bonaccorsi per una replica, ma la tensione, all’interno di Confindustria Catania, resta ancora alta.

 

Foto Siciliainformazioni

 


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