La guerra dei genitori | contro il tablet dei figli - Live Sicilia

La guerra dei genitori | contro il tablet dei figli

Una volta c'erano i fumetti. Adesso...

Manovra a Tinaglia
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Da ragazzino, fin dalle elementari intendo, divoravo fumetti. Capitan Miki e Blek Macigno, tanto per citarne due. Proprio non riuscivo a staccarmene, neppure durante i pasti, quando eravamo seduti a tavola. Non ricordo di avere subito, per questo, richiami o rimproveri da parte dei miei genitori. Forse erano dei pessimi educatori, o forse sapevano bene che i soli argomenti che si affrontavano a tavola erano sempre drammatici o tragici per via di situazioni familiari che non sto qui a raccontarvi, per cui era meglio, molto meglio, lasciarmi in quella tranquillizzante bolla fatta di immaginazione.

Negli anni diversificai le mie letture, accompagnando i fumetti a libri di avventure (avrò letto un centinaio di volte Il barone di Munchuausen) mantenendo, però, inalterata questa mia abitudine che poi, da sola, evaporò. Scusate la rincorsa, ma ho provato a sovrapporre questo scenario, ai nostri giorni, con bimbi e ragazzini alle prese, non con fumetti o libri di avventure, ma con smartphone e tablet, e vedo che è in corso una sorta di “guerra” tra costoro ed i loro genitori.

Fatta di divieti, limitazioni, compromessi, cedimenti, punizioni, promesse e via dicendo. Mi sbaglierò, ma ho la vaga sensazione che sia stata intrapresa dai genitori, più che per autentica convinzione, solo per il timore di apparire o sentirsi inadeguati, e di non corrispondere a quel modello che un giorno si e l’altro pure viene predicato da fonti più che autorevoli, maestri, professori e pediatri in testa. Insomma, tablet e smartphone rappresentano, nella concezione ormai dominante, una sorta di male assoluto dal quale devono essere protetti i figli.

Naturalmente non mi sognerei mai di mettere in discussione questi sacri principi educativi. Forse (ho detto forse) però la cosa sta sfuggendo un tantino di mano, rendendo maledettamente più complicato quello che già è uno dei mestieri più difficili del mondo. Vedo genitori impegnati, loro malgrado, in una battaglia che difficilmente possono vincere in un mondo che ormai viaggia verso la connessione totale. Tutti gli stati moderni vogliono impegnarsi in una gigantesca opera di posa di cavi per rendere più veloci le connessioni e per contrastare, a tutela della “democrazia digitale”, lo strapotere di grossi gruppi imprenditoriali intenti a posizionare migliaia di chilometri di cavi di fibre.

Per dirla tutta, questa “guerra” che i genitori si sentono chiamati ad affrontare, sarà anche sacrosanta, ma risulta perdente in partenza senza una, che sia una, possibilità di vittoria. E poi, diciamolo: tablet e smartphone di oggi, rappresentano solo la versione avanzata di ciò che, una volta, erano i fumetti. Noi adulti lo sappiamo bene che sono state proprio queste diavolerie a prendere il posto della “Settimana Enigmistica” in quella che, senza tema di smentita, è la stanza più bella, accogliente delle nostre case. Un’autentica, la sola, vera, inviolabile camera di profonda riflessione.

Io allenterei, almeno un tantino, la pressione, li lascerei più tranquilli, bambini, ragazzini, ma soprattutto i loro genitori. A volte sono proprio loro ad incoraggiare l’uso del tablet. Non per abdicare al loro ruolo, ma per prendersi una salutare pausa- Non è peccato, questo. Blek Macigno, Capitan Miki, Topolino e L’Intrepido, il Barone di Munchuausen. Se mi avessero impedito di leggerli, non dico che sarei scappato da casa, ma avrei detto “non ho fame”. Questo si.


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