La morte di Aldo Naro, la mamma e le "foto di un massacro"

La morte di Aldo, la mamma e le “fotografie di un massacro”

La mamma in Tribunale con due immagini per chiedere giustizia. L'assassino scarcerato, ai servizi sociali

PALERMO – Anna Maria Ferraro, la mamma di Aldo Naro, si presenta in tribunale con le gigantografie del figlio pestato a morte. Lo hanno ammazzato cinque anni fa in discoteca. È la scelta estrema di una mamma che mostra il corpo martoriato del figlio per invocare giustizia.

Attacco concentrico

I giudici che hanno celebrato già un processo hanno scritto che il povero neo laureato in Medicina fu vittima di un brutale pestaggio. Un attacco concentrico, come dimostra il fatto che nessun altro quella terribile sera al Goa riportò ferite, i cui segni sono evidenti nelle foto di Aldo.

Una scelta quella della madre che inevitabilmente richiama alla memoria quanto fecero i parenti di Stefano Cucchi, vittima pure lui di un brutale pestaggio.

L’assassino ai servizi sociali

Andrea Balsano, reo confesso del delitto, buttafuori abusivo nella discoteca, allora minorenne, è stato condannato in primo e secondo grado a dieci anni di carcere per omicidio volontario. Fu lui a sferrare un calcio mortale alla tempia del povero Aldo. Ma non sarebbe stato il solo. Da qualche tempo p stato affidato ai servizi sociali dopo avere scontato cinque anni. La decisione è del tribunale per i minorenni, secondo cui il giovane ha avuto un percorso di ravvedimento., Potrò lavorare e fare volontariato, ma nel fine settimana deve restare in detenzione domiciliare.

L’anno scorso il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. E così ci sono tre nuovi indagati per omicidio: Pietro Covello, buttafuori irregolare, e Gabriele Citarella e Francesco Troia, vigilantes regolari.

In un altro processo, chiuso in primo grado con il rito abbreviato, sono stati condannati per rissa a due anni ciascuno di carcere Giovanni Colombo, Pietro Covello e Mariano Russo.

Quello celebrato stamani è il processo con il rito ordinario che vede imputati per rissa Francesco Troia e Antonino Basile e per favoreggiamento il titolare della discoteca Massimo Barbaro.

La fidanzata e l’amico

Sono stati sentiti la fidanzata e un amico di Aldo. Tanti i “non ricordo” di Simona Di Benedetto, dicono i legali di parte civile. Era presente ma sostiene di non avere memoria di quanto accadde, nonostante i legali di parte civile per i genitori di Aldo, gli avvocati Salvatore e Antonino Falzone, le abbiano mostrato i fotogrammi di un video che la ritrae nel privè nelle fasi antecedenti alla morte. Di avviso opposto l’avvocato Antonio Agnello: “La giovane Simona Di Benedetto ha risposto a tutte le domande e non è stata reticente E’ stata un’esperienza dolorosa rivivere quei momenti. Il giudice ha sospeso l’udienza stigmatizzando il modo di procedere dell’interrogatorio. Mi è stato riferito che è stata mostrata una foto del fidanzato alla mia assistita ed è stato chiesto di riconoscerlo”.

La ragazza non ha memoria di un altro fatto emerso per la prima volta oggi. L’amico Ciro Vella ha spiegato che Aldo gli raccontò del battibecco per gelosia che aveva avuto poco prima di morire con la fidanzata. La era andata da un buttafuori per farsi cambiare il braccialetto che consentiva l’accesso all’area riservata.

Potrebbe essere stato il movente del pestaggio? Gli avvocati Falzone e i genitori di Aldo da un lato riconoscono l’impegno di chi vuole accertare la verità, ma dall’altro non nascondono l’amarezza per una verità finora negata nella sua interezza.

La madre e i silenzi

“”Ci sono stati silenzi che ci hanno che ci hanno delusi e amareggiati – dice la madre di Aldo Naro –. Come è possibile che non si ricordino i particolari di un fatto grave? La storia di Aldo è molto strana e piena di ombre”.

Leggi: “Quasi sei anni senza Aldo”

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