La pareggite del Palermo| e lo sconforto di Miccoli - Live Sicilia

La pareggite del Palermo| e lo sconforto di Miccoli

“Non sappiamo più cosa fare” ha detto capitan Miccoli dopo il pareggio a Torino: ha gli occhi lucidi, la fronte imperlata di sudore, la voce è flebile: sembra rassegnato, anche se le parole vorrebbero lasciar intendere il contrario: è il modo in cui le dice che lo tradisce. Ma il capitano, si sa, è l’ultimo ad abbandonare la nave.

IL PROCESSO DEL LUNEDì
di
5 min di lettura

PALERMO – “Non sappiamo più cosa fare”. Queste le sconsolate parole di capitan Miccoli a fine partita: ha gli occhi lucidi, la fronte imperlata di sudore, la voce è flebile: sembra rassegnato, anche se le parole vorrebbero lasciar intendere il contrario: è il modo in cui le dice che lo tradisce. Ma il capitano, si sa, è l’ultimo ad abbandonare la nave.

Il Palermo ancora una volta ha dimostrato di non disporre delle carte buone per vincere la partita, perché i pareggi – lo dico da mesi – non servono che ad allungare quest’agonia, che ci sta divorando lentamente, fino allo sfinimento. E’ tornato Gasperini, ma non è cambiato niente: solito, stantio girar di palla, nella zona centrale del campo, mai un affondo come dio comanda, mai uno scatto veemente nell’area di rigore avversaria. Insomma, mai un tiro in porta e dire che Gasperini, alla vigilia, si era dichiarato lieto “di avere più possibilità di scelta con i nuovi arrivati di gennaio, specialmente in  attacco”: E, infatti, ha schierato sin dal primo minuto Boselli e gli ha messo accanto Ilicic e Fabbrini: “Così –  aveva aggiunto – avremo tre bocche di fuoco per tentare di vincere, perché pareggiare non serve più”. Le parole, più o meno testuali del mister, confermano che anche lui ha chiara la situazione del Palermo, cioè dell’ultima in classifica, distante cinque punti dalla zona salvezza, che per tentare la rimonta non ha altra scelta che vincere. Una partita dopo l’altra. E invece, questo Palermo non vince dal derby col Catania, praticamente da quattro mesi: da lì, solo sconfitte e, da un mese a questa parte, solo inutili pareggi.

I motivi di questa impasse sono così evidenti da apparire addirittura lapalissiani: il Palermo non vince perché non segna e non segna perché non tira (quasi) mai in porta. Per il resto, il gioco organizzato di Gasperini appaga la vista ma non gli altri sensi del tifoso, che vorrebbero vedere una squadra aggressiva, che affonda i colpi, che non dà respiro all’avversario e non che tocchetti di fino, un colpo di tacco qui e un altro lì e mai nessuno che si infila nel cuore dell’area di rigore nemica. L’accademia, nel calcio, non serve mai,  per il Palermo attuale, poi, diventa simile a una presa  in giro: “Guardate come sono bravo”, sembra dire Kurtic, quando per anticipare l’avversario, invece di morderne le caviglie, colpisce di fino. O Fabbrini che, ad ogni palla, tenta il dribbling, una, due, tre volte, finché il suo marcatore, dopo i primi takles di studio, ne prende le misure e lo anticipa regolarmente. Ebbene, per sostituirlo Gasperini ha aspettato fin quasi a metà ripresa. E dire che chi è entrato al suo posto, Formica, ha subito dimostrato ben altra stoffa. Niente di straordinario, ma quel che si chiede a un “esterno” d’attacco di serie A: scatto, velocità e cross dal fondo. Ne ha messi un  paio, trovando al centro Miccoli, che li ha sprecati entrambi. Certo non  erano palle agevoli, ma per quelle sono buoni tutti e da Miccoli ci si aspetta sempre di più e di meglio. Solo che  Miccoli non è Miccoli, non lo è ancora, io dico, questione di forma fisica, perché come cuore e volontà ce ne sono pochi come lui e sono certo che, ritrovando la giusta condizione, potrà dare il contributo che tutti ci aspettiamo da un campione come lui. Che troppi, troppo presto, stanno dando per finito e io so quant’è orgoglioso lui, vecchio campione usurato ma non rottamato. Ci scommetto. Solo che, a 33 anni, abbondantemente suonati, anche un campione ha bisogno del conforto di tutta la squadra, intendo compagni che si sbattono per novanta minuti per salvare, se non la serie A, almeno la faccia. E fin qui non mi pare che lo stiano facendo fino in fondo: non vedo la bava alla bocca, non vedo la furia agonistica, non vedo, sudore e sangue, come si dice. E poiché il livello tecnico della squadra è quel che è, senza rabbia, senza furia, senza sudore e sangue, non c’è speranza di vincere. Mai.

E inventati pure quel che vuoi, caro Gasperini, ma se non riesci ad inculcare ai tuoi giocatori lo spirito giusto, le elucubrazioni tecnico-tattiche lasciano il tempo che trovano. Come quel Boselli, preferito a Miccoli, che non ha beccato palla, certo non solo per colpa sua, visto che la palla deve  pur arrivargli qualche volta ma è anche vero che, quand’è successo, lui non ha brillato per prontezza e precisione. Dice: Ma anche Miccoli, una volta in campo, l’ha presa raramente e quand’è successo l’ha sparacchiata malamente. Vero, incontestabile, ma se devi togliere di squadra il capitano, il campione che più di ogni altro la incarna e rappresenta, devi avere una buona ragione e io ne trovo una sola: la sua condizione fisica. Ed è una buona ragione, ma solo finché hai un ricambio valido e questo Boselli, abbandonato a se stesso lì davanti, non lo è davvero. L’unica soluzione, sarebbe schierarli entrambi, Miccoli un po’ dietro all’argentino, buono a fargli da spalla con qualche tocco illuminato dei suoi che lo lanci verso la rete e l’argentino, a fargli spazio a spallate – la stazza fisica non gli manca –  nel quale Miccoli potersi infilare per ritrovare la via del gol. E mi sta sul gozzo un’altra cosa da dire, magari un po’ “forte”, sicuramente aspra e dura, ma non posso trattenermi: che c’entra quell’Ilicic lì con la fascia di capitano? Si sperava forse che bastasse quella striscetta colorata al braccio per trasformarlo in un leone? Pia illusione, visto che Ilicic gioca una partita buona ogni venti e per il resto qualche tocco sapiente, una spruzzata di colpi di tacco e nient’altro. E infine, l’ultimo appunto:  per vincere bisogna attaccare, elementare Watson, direbbe Sherlock Holmes  e Gasperini che fa? Preferisce Morganella a Nelson. Devo aggiungere altro?


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI