La piazza delle donne | (che va contro le donne) - Live Sicilia

La piazza delle donne | (che va contro le donne)

La manifestazione di domani
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Le donne domani scenderanno in piazza per difendere la dignità della specie, anche a Palermo. Auspicammo all’inizio del Ruby-gate un riequilibrio, un sussulto dell’universo femminile che non si riconosceva in quell’immagine corporea, nella sua totalitaria sovrabbondanza, accecante e unico totem agli occhi del resto del mondo. Pensavamo, in verità, a un sorriso, all’ironia misurata, alla leggerezza che è un patrimonio inestimabile della donna-persona, se si associa all’intelligenza. A chi scrive, il ricorso alla piazza provoca un sottile e involontario rigurgito. Provo ad argomentare, a trovare un concetto per esprimere la reprimenda gastrica ed istintiva.

Già – scusate – la scorgo la piazza delle donne: sarà l’esatto opposto dell’ironia e della levità. Sarà una piazza greve e vagamente totalitaria in una direzione deRubrycata, nel senso ispirato al modello inclito della pulzella. Jeanne Duval contro Madam De Sabatier, alle spalle di Baudelaire. Nilde Iotti contro Ruby. Sarà anche un coacervo proto-femminista, di quel decrepito femminismo contundente che teorizza ancora la lotta per la supremazia senza quartiere e non l’armoniosa convivenza dello specifico sessuale, in un contesto che rispetti soprattutto l’individuo, irripetibile portatore di una storia che non è solo maschio o femmina. Sarà una piazza in cui verranno urlati slogan con accenti adirati. Sarà, soprattutto, una piazza contro Ruby e le sue sorelle, senza nemmeno il coraggio di dirlo. Perché – si sa – per certe donne “perbene”, quelle come Ruby o sono vittime o sono carnefici, o violentate o “buttane”, o carne da macello, o perfide alleate del gallo italico. Insomma, sarà una piazza destinata a smarrire la bellezza calma delle donne-persone, per consegnarci una massa di Erinni urlanti, in pieno Santanché style.

Ecco perché il rigurgito, ecco perché vorremmo essere smentiti rispetto allo spettacolo di incontinenza che si annuncia: uno show avverso la donna, a  suo modo. Ecco perché vorremmo che nella piazza delle donne ci fosse soltanto spazio per una sussurrata preghiera in ricordo Jennifer, la nigeriana massacrata a Palermo e già dimenticata. E’ lei, non Ruby in fondo, la vera e silenziosa vittima da commemorare.
Ma poi una manifestazione “per le donne” non è  ineffabilmente razzista?


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