La politica con gli 'scagghiuna': il dramma della Sicilia sta tutto qui - Live Sicilia

La politica con gli ‘scagghiuna’: il dramma della Sicilia sta tutto qui

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    Complimenti, da sottoscrivere ogni frase, ogni riflessione, ogni accusa. Ed è il sentire di tanta gente che non può più tollerare un andazzo di decenni e decenni. E non è una questione di destra o sinistra, è una questione di etica che non ha, o non dovrebbe avere colore politico. Faccio il tifo per il sindaco Lagalla che si muove tra enormi difficoltà, perché ogni suo successo sarà il successo dei palermitani. E mi appello ai consiglieri, ai deputati regionali, agli assessori e a chiunque svolga un ruolo di responsabilità, di non guardare a poltrone e incarichi, ma allo sviluppo materiale e morale della città e della regione.

    Condivido pienamente. Sono convinto, però, che la mala politica non sia un affare soltanto della nostra Sicilia; credo che riguardi tutto il Paese, e non soltanto; vero è, senz’altro, che qui è molto peggio. E proprio parlando di malasanità, soltanto per discutere di uno degli ultimi episodi rigorosamente in ordine cronologico, è emblematico il caso di S. Piero Patti: mi sconcerta, certamente, che una frattura debba essere trattata, in emergenza, immobilizzando l’arto con lo scatolo di cartone perché la struttura era priva delle adeguate stecche; tuttavia, mi schifa letteralmente che gli organi politici strombazzano interventi soltanto per andare a caccia del capro espiatorio: ma davvero si vuol far credere che la responsabilità sia di chi negligentemente non avrebbe provveduto all’acquisto? La mia convinzione, ma non è soltanto la mia, è che non sono stati erogati i fondi per l’acquisto. Banalizzo il concetto: ma i cittadini non pagano le tasse, e anche profumatamente, per la sanità? In tal caso una politica seria e non corruttibile, prioritariamente utilizza i fondi certi per garantire la salute dei cittadini e, sempre banalizzando il concetto, se il denaro non è sufficiente, è necessario sacrificare altro, come, per esempio, le varie “sagre ra sasizza” sparpagliate su territorio siculo (fonte di controllo sul consenso elettorale), oppure bisogna rinunciare a quelle cifre da capogiro percepite esclusivamente per ingannare con le parole milioni di elettori. Vabbè, è certamente chiedere troppo: fare politica come servizio per la collettività e senza alcun interesse è utopia; riprendo il tuo discorso nella parte dello sconforto per la delusione e l’amarezza di ciò che accade e che ti piacerebbe non accadesse, come non piacerebbe a me e come non piacerebbe a tutta la Società civile animata da sani principii morali per il bene e per il rispetto di tutti: “… il politico, o l’aspirante tale, non deve possedere un alto profilo etico, forti ideali, una passione viva per il bene comune, no, deve piuttosto disporre di un bel paio di canini affilati, uniti a un’abbondante dose di cinismo, utili a scansare gli attacchi degli amici (nei partiti e tra alleati ci si scanna che è un piacere) e ad aggredire gli avversari senza il minimo scrupolo morale, pronti a intercettare nel frattempo la convenienza personale e del personale gruppo di supporter, magari mutando casacca ripetutamente con una disinvoltura davvero stupefacente…”. Lo scoramento, purtroppo, lo condivido.

    Nessuno di quelli che sottoscrivono andranno o se ne ricorderanno alle urne

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Enti in perdita per miliardi da sempre. Personale tutti senza concorso. Una politica appena sana li avrebbe dovuto chiuderne 3/4 ed accopparli per risparmiare tutta la collettività. Addirittura qua si chiede un aumento della spesa. Ulteriori miliardi di perdite. Purtroppo nessuno ha gli attributi per sistemare questa situazione

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