La posta in gioco - Live Sicilia

La posta in gioco

Voto locale, certo. Ma con una posta in gioco che travalica le anguste mura dei consigli comunali. E che avrà sicure ripercussioni sullo scenario politico regionale e forse nazionale. In tanti rischiano molto a seconda dell'esito di questa tornata elettorale.
AMMINISTRATIVE 2012
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Voto locale, certo. Ma con una posta in gioco che travalica le anguste mura dei consigli comunali. E che avrà sicure ripercussioni sullo scenario politico regionale e forse nazionale. In tanti rischiano molto a seconda dell’esito di questa tornata elettorale. La maggioranza che sostiene il governo regionale, ad esempio, guarda al test di Palermo con attenzione. Il Pd soprattutto.

Se Fabrizio Ferrandelli otterrà un buon risultato, questo rappresenterà un buon viatico per i suoi big sponsor Beppe Lumia, Antonello Cracolici e Totò Cardinale e per il loro avanti tutta sull’alleanza larga tra centrosinistra e Mpa-Fli, tollerata con qualche mal di pancia da altri, minoritari, pezzi di partito. Se invece l’exploit fosse di Leoluca Orlando, gli appassionati della foto di Vasto probabilmente avrebbero una freccia in più al loro arco, per reclamare il ritorno a un centrosinistra “classico” in vista delle prossime regionali. Va da sé che nel caso in cui per il Professore arrivasse invece un flop, sarebbe per lui la terza sconfitta di fila, forse quella definitiva.

Anche Raffaele Lombardo corre i suoi rischi: ha un suo candidato, Alessandro Aricò, e uno sostenuto dai suoi alleati di ferro. Due diversi cavalli su cui puntare per il ballottaggio (senza intese formali, però, visto che Ferrandelli le ha più volte escluse), cercando di evitare lo smacco di restarne fuori con entrambi. E c’è poi il Pdl, un tempo padrone assoluto di Palermo. Una brutta figura nella sua Sicilia non aiuterebbe i grandi progetti nazionali di Angelino Alfano. E nel partito al di là dello Stretto qualcuno aspetta l’esito del voto siciliano per una resa dei conti. Gli obiettivi del Pdl sono arrivare al ballottaggio con Massimo Costa e centrare una percentuale dignitosa con la lista azzurra: nessuno dei due appare scontato alla vigilia.

Anche l’Udc attende di pesare il proprio risultato palermitano, sarà il primo test in città dopo l’uscita dal partito dei romaniani del Pid. Che ambiscono a fare il pieno di voti con Marianna Caronia e le liste che la sostengono, per non finire ai margini della scena politica e riavvicinare a sé il Pdl che in questo primo turno ha preferito andare a braccetto con Casini. Si pesa per la prima volta anche Gianfranco Fini con il suo Fli: il presidente della Camera ha puntato molto su Palermo, battesimo di fuoco per il suo nuovo partito e non può permettersi di steccare la prima uscita. Guarda al risultato di oggi con la testa rivolta alle regionali anche Gianfranco Miccichè, che reclama la candidatura a Palazzo d’Orleans. Se nella “sua” Palermo il risultato di Grande Sud non fosse all’altezza delle aspettative altri potrebbero reclamare la poltrona con qualche argomento in più.


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