La precisazione: "Ricevuti 1.800 euro | Spesi per il personale" - Live Sicilia

La precisazione: “Ricevuti 1.800 euro | Spesi per il personale”

Pubblichiamo la lettera di precisazione inviataci dal Cirs di Messina: "Da 50 anni operiamo con impegno sul territorio".

 

PALERMO – “Il CIRS ha utilizzato l’integrazione concessa con il decreto “incriminato” solo per l’ammontare di €.1898,64, ossia le somme necessarie a coprire il costo del personale su uno dei 2 progetti PROF 2007”. E’ quanto si legge in una lettera di precisazione inviata dall’ente Cirs onlus di Messina.

“Conseguentemente, al CIRS non è stato erogato l’intero importo decretato (€6825,70) ma esclusivamente la somma di €.1898,64 necessaria alla copertura dei costi del personale ‘e non a presunti costi di impresa’, e comunque erogata solo a seguito di rendicontazione, che ne ha accertato la legittimità. Per quanto ci riguarda, quindi, è vero quello che scrive Riccardo Lo Verso ossia ‘che gli Enti non hanno alcuna responsabilità’ poiché ci siamo limitati ad utilizzare somme, destinate con decreto, alla copertura dei costi del personale. Almeno così per il CIRS, che oggi, laddove non venisse annullato il provvedimento illegittimo nei suoi confronti, si troverebbe a dover restituire 1898 euro con risorse dell’Ente, quindi della Casa Famiglia. Ma anche se fosse 1 euro la richiesta sarebbe illegittima. Ovviamente non è questa la sede per difendersi (il CIRS lo farà nelle sedi opportune e lo farà con serenità perchè chi ha agito con onestà e correttezza non ha motivo di allarmarsi) ma ci teniamo a cogliere l’occasione per esprimere un pensiero di carattere generale. Siamo consapevoli che, in questo momento di caccia alle streghe, si possa finire tutti in uno stesso calderone, anche al fine di dare soddisfazione a quel bisogno di ‘giustizialismo’ che aleggia in mezzo al ‘popolo’, un popolo quello italiano in generale e siciliano in particolare, vessato, ingannato, ridotto all’elemosina, un popolo arrabbiato, di cui anche noi facciamo parte. Così anche chi come il CIRS di Messina, da 50 anni opera sul territorio, con impegno, per l’accoglienza di donne e bambini svantaggiati e da 30 anni porta avanti la formazione professionale come strumento di prevenzione, di integrazione, di accoglienza e crescita culturale e personale dei destinatari delle azioni formative, si trova oggi menzionato tra enti su cui si punta il dito”.

“Ma nessuno sa, e nessuno forse ha interesse a dire perché non è questo quello di cui oggi si vuole sentir parlare, che il CIRS onlus, per anni, ha avuto il parametro più basso di tutta la Sicilia (70 euro ora corso) tanto da aver dovuto dichiarare lo stato di crisi – si legge ancora nella lettera -. Nessuno ha interesse a evidenziare che ci sono Enti che lavorano seriamente e con impegno e nonostante enormi difficoltà, perchè si resta offuscati dalle azioni ignobili di chi ha distorto l’uso del sistema a proprio vantaggio. A fronte di forti speculazioni, assunzioni incontrollate (al Cirs nessuna assunzione dopo il 2007, e tutti abbiamo sottoscritto la autocertificazione di assenza di rapporti di parentela con esponenti dell’ARS), uso distorto delle risorse pubbliche (che è giusto perseguire laddove vengano accertate reali responsabilità del resto “la buona fede si presume fino a prova contraria”), ci sono anche Enti che hanno svolto opera di prevenzione anche e soprattutto per quelle fasce di allievi emarginati dai sistemi o considerati ‘a rischio’ dalle scuole stesse, con i quali si è lavorato tanto (anche con l’equipe psico-pedagogica in forza all’Ente) per il recupero delle marginalità e la motivazione all’impegno, oggi sempre più rara. Eppure ai corsi di obbligo di istruzione abbiamo dovuto rinunciare per le enormi difficoltà a creare rete con Scuola ed Uffici preposti. E allora si è optato per rinunciare a 1.050 ore, su un monte ore consolidato da 30 anni, consapevoli del fatto che evidentemente a nessuno interessava della funzione sociale che offrivamo e che negli unici 3 percorsi di obbligo di istruzione da noi portati avanti, abbiamo perseguito. Ma siamo felici del tempo e dell’impegno profuso perché il vero riconoscimento ce lo danno i corsisti. E ancora oggi, con un personale in forza all’Ente a tempo pieno dal 01/07/2012, dopo un periodo di Cassa integrazione in deroga (gennaio-giugno 2012), per il quale non abbiamo ricevuto alcun finanziamento (il CIRS è stato l’unico Ente di formazione della provincia di Messina, che non ha ancora ricevuto neanche un anticipo su una CIGD richiesta in data 31/12/2011), ci troviamo in enorme difficoltà, sull’orlo del crollo finanziario perché, neanche sull’Avviso 20, è stato a noi erogato alcun acconto, nonostante le ripetute richieste (e altresì segnalazioni di disfunzioni del sistema, in linea con la posizione forte presa dal nostro Presidente della Regione e dall’Assessore, che ci danno il coraggio di credere che qualcosa si possa ancora fare)”.

“Oggi, con notevoli danni sia di tipo gestionale e con delle risorse umane, al limite della sopravvivenza, non ci resta che provare a far conoscere la nostra realtà e almeno a difendere la nostra immagine – prosegue l’ente -. Non abbiamo altro. Magari a nessuno questo interessa ma è un obbligo morale provarci. Abbiamo cercato di distinguerci per precisione, abbiamo mandato richieste scritte, vorremmo ottenere incontri con qualche referente ma nessuno ci dà risposte, i funzionari, probabilmente anche loro confusi, nemmeno rispondono più al telefono. Comprendiamo il momento, sosteniamo chi vuole portare il sistema alla trasparenza, siamo disposti, in nome della ‘giustizia’ (purché si accerti chi ha reali responsabilità e chi debba restituire quanto indebitamente ricevuto) ad attendere che il sistema venga riportato a regime, ma essere pure ‘sbattuti’ sui giornali, senza che si approfondiscano le specificità delle situazioni e la storia, in termini di onestà e trasparenza di ogni singolo Ente ci sembra davvero troppo. Cerchiamo solo di portare avanti un servizio, crediamo che la formazione professionale, se ben seguita, possa dare dei risultati importanti e siamo convinti che per fare ciò si debba rendere trasparente il sistema (il Faros, anche se và migliorato, da certi punti di vista, è un buon strumento di controllo; le ispezioni ben vengano) ma vorremmo che venisse consentito a chi è in regola di andare avanti ovvero, se l’intenzione è di fermarci, facciamo appello a che ci vengano date delle prospettive chiare. Brancolare nel buio è davvero ‘disumanizzante'”. Grazie.

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