"La qualità della vita |nel paziente oncologico" - Live Sicilia

“La qualità della vita |nel paziente oncologico”

Di cancro si può guarire, questo è quanto dimostrano i progressi delle ricerche scientifiche.

CONVEGNO HUMANITAS
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Catania – Si è appena concluso il Convegno “La qualità della vita nel paziente oncologico” organizzato da Humanitas – Centro Catanese di Oncologia, presieduto dal Dott. Michele Caruso, Responsabile della Ricerca Clinica della struttura e dal Prof. Antonio Serrao, chirurgo urologo. Di cancro si può guarire, questo è quanto dimostrano i progressi delle ricerche scientifiche: il paziente con tumore, attraverso un percorso integrato di diagnosi, cura e follow up, può tornare a condurre una vita quasi regolare. Ed ancora, la prevenzione che consente di individuare un’eventuale patologia già in fase precoce garantisce il miglioramento della qualità di vita stessa.

“La qualità di vita nel paziente oncologico”, svoltosi presso l’Hotel Plaza di Catania, è stata l’occasione per affrontare un tema molto delicato e centrale per il paziente oncologico, sia uomo che donna; quale aspettativa di vita garantire, quali strumenti di supporto prevedere, clinici che psicologici e quali interventi educativi mettere in atto perché si ricominci a vivere.

In ambito urologico, uno degli argomenti chiave è stato la riabilitazione perineale: “Quando si parla di recupero post-patologia – ha affermato il Prof. Serrao, chirurgo urologo di Humanitas Centro Catanese di Oncologia – assume un ruolo importantissimo il perineo, una struttura poco nota: tutti lo usano ma pochi lo conoscono. Si tratta di un <pavimento> che supporta la pancia; più esattamente, è una struttura muscolare che agendo come un’amaca, inizia e finisce sullo stesso osso, il bacino bilanciando i cambiamenti posturali”.

Dove insistono prolasso, continenza urinaria, stitichezza, riabilitazione post-parto, impotenza e disfunzioni erettili? “Si tratta – ha spiegato il Prof. Serrao – di problemi che riguardano (in maniera a volte simile, a volte differente) sia gli uomini che le donne. Se il perineo nell’uomo è attraversato da due canali, urinario e rettale, nella donna, in cui i canali sono tre, (perché si aggiunge quello vaginale) il pavimento è più debole in quanto forato, appunto, in tre punti (e non due)”.

Le patologie oncologiche accentuano tali problematiche e, dunque, la riabilitazione risulta fondamentale: dopo un intervento di tumore alla prostata, per l’uomo, così come di tumore all’utero per la donna, risulterà importantissima la ginnastica perineale. Si conoscono nuove metodiche? “Si – ha risposto l’urologo – si tratta di metodiche non invasive come la magnetoterapia, priva di controindicazioni o effetti collaterali.

Il benessere della donna, nel post partum, passa attraverso il recupero del tono muscolare: “Prolasso, incontinenza da sforzo è ciò che le madri lamentano– ha proseguito: il recupero di una gravidanza deve avvenire con l’esercizio e non con le serie di addominali per smaltire la pancetta. Perché così facendo si aumenta il tono muscolare della parete anteriore dell’addome e ciò determina, ahimè, l’aumento del peso che il perineo dovrà sostenere”.

Come occorre giustamente comportarsi, allora? “Per rinforzare il perineo, occorre contrarre e rilassare i muscoli attorno all’ano e all’uretra, per esempio interrompendo volontariamente il getto urinario” – ha concluso.

L’altro tema portante del convegno ha riguardato l’area senologica: “La paziente con il tumore della mammella deve essere presa in carico – ha spiegato il dott. Michele Caruso, Responsabile della Ricerca Clinica di Humanitas Centro Catanese di Oncologia – da un team di specialisti che programmano un percorso ben articolato, dalla diagnostica sino alla terapia. Dall’analisi dei diversi fattori prognostici, infatti, siamo in grado di proporre alla paziente la migliore terapia. Non una buona cura, quindi, ma la migliore”.

Durante i lavori si è posto il focus sulle modalità di gestione del percorso di recupero da parte delle pazienti: è stato evidenziato l’importanza dei supporti clinici e psicologici per superare la malattia e permettere al paziente di tornare a vivere affrontando la quotidianità in maniera nuova e consapevole. Come avviene questo? Attraverso un <sostegno> a 360 gradi, che va da quello psicologico a quello cardiologico, passando per i delicati aspetti relativi alla sessualità e alla riproduzione, fino a quello estetico.

 

 

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