La Regione dimentica il ricorso |Decine di poliziotti perdono la casa - Live Sicilia

La Regione dimentica il ricorso |Decine di poliziotti perdono la casa

"L''intero edificio - spiega Concetta Raia (nella foto) del Partito democratico - dovrà essere definitivamente restituito alla società costruttrice.Tutto perchè l'ufficio regionale ha dimenticato di presentare ricorso ad una sentenza".

La denuncia della Raia
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CATANIA – La Regione Siciliana non presenta ricorso contro una sentenza che la condanna alla restituzione di un palazzo di edilizia convenzionata alla ditta costruttrice, che dovrà ricevere anche un’indennizzo da 1,6 milioni di euro, e decine di famiglie di rappresentati delle forze dell’ordine dovranno lasciare gli alloggi di viale Bummacaro, nel popoloso rione Librino di Catania, dopo 25 anni che pagano un regolare canone d’affitto. La lettera di sfratto è stata notificata loro il mese scorso. Lo rende noto la deputata regionale del Pd, Concetta Raia, che ha presentato un’interrogazione al governatore Rosario Crocetta.

“L”intero edificio – spiega l’esponente del Partito democratico – dovrà essere definitivamente restituito alla vecchia società costruttrice a causa di un’inaccettabile inadempienza dell’ufficio regionale competente che ha dimenticato di presentare ricorso alla sentenza di primo grado che nel febbraio del 2013 l’ha condannata a restituire l’immobile oltre a pagare 1 milione e 600 mila euro. Vorremo sapere anche – si chiede Concetta Raia – come sia stato possibile una tale sciatteria? Chi pagherà per questa inadempienza?”.

“Sono 60 alloggi, con relativi garage acquistati dalla Regione nel 1988 – ricostruisce la deputata del Pd – e assegnati con regolare concorso a famiglie di carabinieri, finanzieri e poliziotti impegnati nella lotta alla mafia. Famiglie abbandonate due volte: prima lasciate vivere in un edificio fatiscente e pericolante e dopo, tenute all’oscuro della contesa giudiziaria e sfrattate grottescamente nonostante avessero continuato a versare nelle casse regionali circa 200 mila di euro di canoni annui anche dopo la sentenza”.


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