La Regione tra bilancio e federalismo|Emanuele: "Non riusciamo a investire" - Live Sicilia

La Regione tra bilancio e federalismo|Emanuele: “Non riusciamo a investire”

Parola al ragioniere generale
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Tempo di conti per Regione Siciliana, che si appresta a varare un bilancio all’insegna del risparmio. Palazzo d’Orleans è alle prese con uscite che sembrano destinate ad aumentare e le entrate che seguono una tendenza esattamente opposta, sullo sfondo c’è l’esercizio provvisorio che scade il prossimo 30 aprile, ma anche la questione del federalismo fiscale.

Ieri il ragioniere generale della Regione Siciliana, Vincenzo Emanuele, è intervenuto alla commissione Bilancio dell’Ars chiarendo che il prossimo “sarà un bilancio di tagli” e oggi, intervistato da Live Sicilia precisa: “Lo Stato stringe la cinghia e noi dobbiamo fare i conti, adeguarci”.

Dottore Emanuele, qual è il problema principale?
“La maggiore criticità è data dal fatto che la compartecipazione della Regione alla spesa sanitaria è passata dal 10% degli anni ‘90 all’attuale 49,11% .  A queste spese si aggiungono quelle sostenute per rimediare al deficit degli anni precedenti, il patto di stabilità da rispettare, il taglio delle risorse deciso a livello nazionale. Dovendo coprire con le nostre entrate tutta questa spesa, non riusciamo a fare investimenti”.

E gli sprechi?
“Ci sono anche quelli, ma non fanno la differenza. Gli sprechi nella sanità ci saranno., così come in altri settori. Ma non sono questi a creare il problema, hanno un’incidenza limitata. Uno spreco potrebbero essere le auto blu ma anche togliendole e sostituendole con taxi o altri servizi non risparmieremmo più di tanto”.

Come si esce da questa situazione? Con il federalismo?
“La soluzione può anche essere il federalismo, ma dipende da come viene impostato. Se si calcolano le spese reali della regione e le entrate, se si concordano entrate aggiuntive e ci si confronta realmente allora può essere una buona cosa. Se invece si dice alle regioni ‘questo è il vostro bilancio e basta’ allora non andiamo da nessuna parte”.


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