La scommessa dei nuovi partiti |Annunci, bluff e passi indietro - Live Sicilia

La scommessa dei nuovi partiti |Annunci, bluff e passi indietro

Salta la lista di Armao. Lagalla in condominio con cuffariani e lombardiani. Coraggiosi invisibili. E Sgarbi...

PALERMO – Il suo progetto politico aveva tanto entusiasmato Silvio Berlusconi da arrivare a un passo dalla rottura del centrodestra, proprio come cinque anni fa. Alla fine, però, gli Indignati di Gaetano Armao, che era a un passo dall’essere candidato governatore e alla fine s’è accomodato sul tandem dietro al frontman Nello Musumeci, sulla scheda elettorale non ci saranno. La lista infatti non sarà presentata. E Armao e i suoi saranno candidati altrove. Questo malgrado – ha dichiarato lo stesso avvocato palermitano all’Adnkronos – i sondaggi premiavano già di un due per cento tondo il nascente movimento. Ma per le elezioni serve il cinque, purtroppo. Poco male, perché il ticket con Armao vicepresidente è ormai cosa fatta così come la promessa poltrona assessoriale all’Economia. Tutto conquistato con un movimento politico rimasto in stato di embrione, anzi di manifesto. Mica male.

È il nuovo copione della politica siciliana. Se un tempo c’erano i partiti fai da te, si è entrati adesso in una fase nuova, quella della politica che somiglia a una mano di poker. Dei partiti-idea che magari non diventano liste ma che tornano utili al tavolo della trattativa.  Giocando al meglio le proprie carte anche rischiando il bluff. È il marketing applicato alla politica, bellezza. La forza di un brand vincente, di una suggestione: là dove c’erano le sezioni oggi arrivano le slide.

Prendete Roberto Lagalla. Aveva annunciato la sua candidatura alla presidenza della Regione. Il 31 agosto all’ora dell’aperitivo una nota del movimento del rettore chiariva: “La posizione di Roberto Lagalla rimane quella del mantenimento di un’autonoma candidatura alla presidenza della Regione con Idea Sicilia e con i partiti popolari ed autonomisti che ne sostengono il percorso”. E rieccola la mano di poker. L’indomani mattina all’ora della colazione Lagalla era accanto a Nello Musumeci e a tutto il côté del siculo centrodestra nelle vesti di assessore designato. Meglio di niente. Quanto alla sua lista, Idea Sicilia, quella ci sarà. Seppur in condominio con il Cantiere Popolare di Saverio Romano e con i sopravvissuti del Mpa di Lombardo. Il sottotitolo del progetto è “un generatore di idee per invertire la rotta”. E l’inversione c’è stata tutta, visto che la rotta dell’ex rettore nell’ultimo biennio era sembrata puntare decisa verso Matteo Renzi.

Altra lista che doveva essere e non fu è quella dei Coraggiosi. Da quando si è dimesso all’Ars Fabrizio Ferrandelli lo ha detto in tutte le salse che alle Regionali ci sarebbe stato anche il suo movimento. E quando il giovane politico palermitano aveva chiuso l’accordo elettorale per le amministrative con Forza Italia, si era detto appunto che l’intesa contemplava anche la discesa in campo alle regionali dei Coraggiosi dalla parte del centrodestra. Alla fine, Ferrandelli è tornato alla casa del Pd, la lista dei Coraggiosi resterà un ricordo delle amministrative palermitane, e gli esponenti del movimento saranno distribuiti un po’ qua e un po’ là tra le liste della coalizione.

E a proposito di bluff, molti si chiedono se non sia da derubricare a questa voce l’operazione di Vittorio Sgarbi. Impossibile sbilanciarsi in previsioni quando c’è di mezzo un personaggio imprevedibile per definizione come il popolare critico d’arte. Ma i segnali che Sgarbi ha lanciato fin qui al centrodestra, da quando ha annunciato la sua candidatura, sono stati molteplici e univoci: io sono in campo ma si può parlare. E chissà che alla fine, tra un Chiambretti assessore e un Morgan vicepresidente, non si arrivi proprio a un’intesa e al passo di lato del burrascoso Vittorio, per evitare che qualche punto percentuale, in questa sfida che si preannuncia sul filo di lana, costi al centrodestra Palazzo d’Orleans. La partita è in corso. E le carte di Sgarbi sembrano buone.


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