La sentenza di Catania, Iolanda Apostolico resterà al suo posto

La sentenza di Catania, Iolanda Apostolico resterà al suo posto

Continuerà a occuparsi di immigrazione

CATANIA – Non ci saranno modifiche nell’organizzazione interna del tribunale di CataniaIolanda Apostolico, il giudice che non ha convalidato il trattenimento di 4 tunisini e che è finita nelle polemiche per aver partecipato a una manifestazione di protesta contro le politiche sull’immigrazione dell’ex ministro Salvini, secondo quanto si apprende, resterà al Gruppo specializzato per i diritti della persona e dell’immigrazione.

Il mistero del video

Iolanda Apostolico “non chiederà mai di essere trasferita, ma continuerà a fare il proprio lavoro con serietà” anche perché “sarebbe come darla vinta” a chi sta riversando “montagne di fango” su di lei e la sua famiglia. È la convinzione espressa sulla collega da Marisa Acagnino, giudice del Tribunale di Catania. Secondo Acagnino serve “un’inchiesta seria sulla diffusione del video postato sui social dal ministro Matteo Salvini”. 

“Come è possibile che un filmato dopo cinque anni venga riproposto così all’improvviso – aggiunge – come se fosse stato catalogato e poi al momento giusto estratto. Bisogna chiarire chi lo ha girato, perché lo ha fatto, perché e come lo ha conservato e come è andato a finire nelle mani del ministro Salvini che lo ha pubblicato”.

“Per un magistrato, manifestare è legittimo”

Sulla caso Catania, tuttavia il dibattito continua. Interviene Isabella Bertolini (FdI), consigliera laica del Csm. “Manifestare in piazza per un magistrato è legittimo, ma non opportuno, e credo ci siano sentenze della Cassazione molto chiare da questo punto di vista. La magistratura è giustamente tutelata dalla Costituzione nella sua autonomia. Credo che dovrebbe assumere atteggiamenti volti a limitare la propria sfera di libertà personale per non dare adito a nessun dubbio”. È l’opinione espressa dalla consigliera laica del Csm Isabella Bertolini (FdI) sul caso del giudice di Catania Iolanda Apostolico. Caso su cui il suo gruppo, assicura, non intende prendere iniziative al Csm. 

“Non intendiamo aprire nessuna pratica. Non siamo un organismo politico. Non avrebbe senso istituzionale aprire un pratica per dire che siamo contro una magistrata. Il nostro ruolo è diverso, non è quello di prendere una parte politica”. “Capire se questo magistrato ha agito in modo autonomo o indipendente sarà eventualmente compito della Sezione Disciplinare”, cosa che potrebbe avvenire solo a seguito di un’iniziativa del ministro o del Pg, spiega la consigliera. Quanto alla pratica a tutela su cui “i togati si sono divisi”, “se si arriverà a votarla prenderemo posizione”, ma è una pratica come altre “non ha una priorità”.

“Non vogliamo entrare in un dibattito che non è il nostro. L’immagine della magistratura si è appannata dopo gli scandali e va recuperata la fiducia dei cittadini perché solo così si riavvicinano le istituzioni al popolo. Su questo c’è molto da fare e noi laici vogliamo contribuire a ridare alla magistratura quella immagine che ha perso”.

Il caso Apostolico al Csm

 Il Comitato di presidenza del Csm ha assegnato alla Prima Commissione la richiesta sottoscritta da 13 consiglieri togati di aprire una pratica a tutela della giudice di Catania Iolanda Apostolico. Essendo stata appena trasmessa, la domanda non è iscritta all’ordine del giorno della prossima settimana, ma se ne potrebbe cominciare a parlare informalmente.


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