La Sicilia affonda, l'Ars non riapre |Grasso che cola per i grillini - Live Sicilia

La Sicilia affonda, l’Ars non riapre |Grasso che cola per i grillini

L'immagine dell'Aula deserta è l'ennesimo spot per l'antipolitica. Altro che trazzera...

L'Aula deserta
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PALERMO – Rientrare dalle ferie estive, si sa, è sempre un trauma. Per tutti. E di certo anche per gli onorevoli dell’Assemblea regionale siciliana. Che hanno optato per un ritorno “dolce”. E senza fretta. Le immagini eloquenti della seduta della ripresa lo raccontano fin troppo bene. Martedì, quando l’Aula di Sala d’Ercole è tornata a riunirsi, oltre al presidente di turno, Giuseppe Lupo, si sono fatti vedere meno di una decina di deputati. “Ars: La seduta è aperta. Ma deserta. Nove deputati su novanta e la Sicilia affonda. #tuttiacasa”, scriveva su Twitter Fabrizio Ferrandelli, che da Sala d’Ercole, con un gesto più unico che raro, si è dimesso quest’estate.

E sì, caro presidente Ardizzone e cari signori onorevoli deputati tutti, quell’aula deserta immortalata dalle riprese televisive, e rilanciata dallo scatto pubblicato da Ferrandelli, è una bella istantanea per rappresentare l’utilità del più pomposo dei venti consigli regionali italiani, l’unico che si fregia del titolo del Parlamento in nome di quello Statuto e quell’autonomia che ne hanno giustificato per anni gli eccessi e i privilegi (per fortuna accantonati in parte negli ultimi tempi). Nella disperata Sicilia dei conti boccheggianti, dell’economia al palo e del territorio devastato in cui un acquazzone scatena il panico e affonda mezza Isola, conforta sapere che una categoria di lavoratori può permettersi il lusso di prolungare di un’altra settimana le proprie vacanze (secondo una prassi peraltro consolidata negli ultimi anni), aggiornandosi al 15 settembre. E chi s’è visto s’è visto.

L’aula dell’Ars quest’estate ha lavorato più del solito, riunendosi fino al 10 agosto. Poi è scattato il rompete le righe. Da allora a oggi, è stata convocata due volte. Il 2 settembre, per svolgere interrogazioni della rubrica Territorio e Ambiente, anche in quel caso una seduta per pochi intimi, durata circa un’ora e mezza. E tre giorni fa, con un pugno di parlamentari ad ascoltare gli assessori Maurizio Croce e Vania Contrafatto. Un paio d’ore e via, ci si rivede a metà settembre. Meglio star fuori a parlar di rimpasto.

D’altro canto, l’estate che va a chiudersi è stata particolarmente operosa per l’Ars. Leggi importanti approvate, molte sedute tra giungo, luglio e agosto, la fatica da smaltire è tanta. Meglio quindi riassestarsi ai ritmi primaverili. Come quelli del maggio scorso, ad esempio, quando l’Aula si riunì in un mese per sole tre volte (due a dire il vero, perché una era la prosecuzione della maratona per chiudere sulla finanziaria).

Giova a questo punto ricordare, signor presidente e signori onorevoli, che l’Assemblea regionale siciliana costa ai siciliani, in base all’ultimo bilancio interno da voi approvato, 158 milioni di euro all’anno. Che poi fanno più di 13 milioni al mese. Ecco, in questo mese trascorso tra l’11 agosto e oggi, mese in cui a Sala d’Ercole si è lavorato per tre ore e mezzo alla presenza di una ristretta cerchia di volenterosi, Palazzo dei Normanni è costato alle nostre tasche tredici milioni. Forse sarebbe meglio mandare gli assegni a casa senza nemmeno convocarla l’Aula, per risparmiare sulla bolletta della luce e sugli straordinari nelle pesantissime buste paga dei dipendenti (che per fortuna scattano solo dalla mezzanotte).

C’è davvero qualcuno che di fronte a questo semplice dato si sente di alzare il ditino e accusare di demagogia o populismo il “#tuttiacasa” del dimissionario Ferrandelli? E c’è davvero qualcuno che non coglie come quadretti come questo siano dei micidiali spot per quel “pericolo grillino” al quale gridano tutti i “vecchi” partiti manco fosse la peste bubbonica?

Già, i grillini. Abbiamo assistito a disquisizioni di ogni sorta su quanto inutile fosse la famigerata trazzera finanziata dai 5 Stelle. Resta il fatto che la trazzera, brutta, sporca e cattiva, là sta. E le macchine ci passano. Mentre non passano sull’autostrada o sul percorso alternativo che si attende venga realizzato per le vie “ufficiali”. “Questa infinita polemica sulla ‘bretella di Caltavuturo’ – ha detto l’altroieri Antonello Cracolici, con un’uscita fuori dal coro delle sue – è davvero insopportabile: invece di arrovellarsi per capire se definirla ‘strada’ o ‘trazzera’, chiediamoci piuttosto cosa è stato fatto fino ad ora dalla Regione e dagli enti interessati per andare incontro alla comunità locale e agli automobilisti che devono attraversare la Sicilia”. Parole di buon senso, senza dubbio. Ma se il capogruppo del Pd vuole davvero disinnescare le armi della propaganda grillina, forse farebbe bene a cominciare dal portare in Aula i suoi deputati.


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