Le regioni del sud Italia hanno imparato a spendere i fondi europei. Tutte. Tranne la Sicilia. Che rischia di perdere qualcosa come 1,6 miliardi di euro. Il primato sconfortante dell’Isola, già conquistato mesi addietro, quando una visita del Commissario europeo per le politiche regionali Johannes Hahn aveva certificato l’incapacità dei nostri dipartimenti di utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione dall’unione europeo, è stato confermato dallo stesso Hahn proprio oggi a Cagliari, durante una conferenza stampa con il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca e il presidente della Regione Sarda Ugo Cappellacci, a Villa Devoto, sede della presidenza della Giunta regionale sarda.
“Le Regioni del Mezzogiorno – ha detto Hahn – hanno preso atto delle raccomandazioni della Commissione sulla riprogrammazione e la spesa dei fondi Ue. Bene la Campania e la Sardegna e anche altre realtà del Mezzogiorno, ma desta una certa preoccupazione che la Regione Sicilia non abbia capito bene il rischio che corre se non spende entro il 2013 i 600 milioni Ue più un miliardo di cofinanziamento nazionale. Le regole dicono che se non si spendono, le risorse sono perse”.
“La Sicilia – ha dichiarato il segretario regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia – non può permettersi di perdere 1 miliardo e 600 milioni di euro, tra fondi Ue e cofinanziamento nazionale, se non spesi entro il 2013. Bisogna agire efficacemente per non mettere a rischio cosi’ ingenti risorse”.
“Le parole del Commissario Ue per le politiche regionali, Johannes Hahn – ha detto Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia . testimoniano del doppio fallimento della classe politica regionale: rispetto ad altre Regioni del Sud come Campania e Sardegna, e rispetto alle 18 associazioni del lavoro e delle imprese che l’1 marzo, per la prima volta nella storia dell’Autonomia, sfilarono assieme a Palermo per chiedere una svolta in termini di strategie e politiche per lo sviluppo”. Bernava punta il dito contro il livello di “delegittimazione istituzionale” verso cui la regione sta scivolando. E rimarca che all’Isola in crisi “non serve un governo di occupazione elettorale”. Semmai, prosegue servono “una risposta etica di tutti. E un patto sociale per il bene comune e lo sviluppo”. Per contro, un governo elettorale è “un crimine contro la comunità. È l’acme della politica di spreco di risorse pubbliche che dovrebbero andare allo sviluppo”. Oltretutto, aggiunge Bernava, un tale governo “fa lievitare a dismisura” i 6 miliardi di debito, ormai fuori controllo, della Regione. Pertanto, “si fermi questo scempio”, incalza, ricordando che dal 2008 la Cisl propone percorsi virtuosi di crescita. E su Twitter (@mauriziobernava), il segretario si rivolge polemicamente al governo nazionale chiedendo “cosa aspetta” a commissariare la Regione dopo l’appello, di una decina di giorni fa, di sindacati e imprese. Le 18 associazioni della marcia, nei giorni scorsi, hanno chiesto “interventi diretti, mirati e straordinari”, dello Stato sulla Regione. Un appello e un monito, assieme. “C’è il rischio – denuncia la Cisl – che il non-governo della Regione aggravi l’insostenibile condizione di oggettivo default della Sicilia generando pesanti e inevitabili ricadute pure sui precari equilibri finanziari del Paese”.
Per Rita Borsellino, invece, “l’allarme lanciato dal commissario europeo Hahn sul rischio da parte della regione Sicilia di perdere i fondi Ue, è un atto d’accusa contro la scellerata gestione delle risorse europee da parte del governo Lombardo. Una gestione che ho più volte denunciato anche in Parlamento europeo e che è uno schiaffo alle imprese e ai cittadini che soffrono per la crisi, oltre ad essere la testimonianza più evidente della fallimentare esperienza del governo Lombardo. Altre regioni del Sud hanno saputo colmare il ritardo nella spesa di queste risorse – continua l’europarlamentare – la Sicilia, invece, deve ancora spendere 1,6 miliardi tra fondi Ue e cofinanziamento nazionale entro la fine dell’anno prossimo. Il rischio di perdere buona parte di queste risorse è dunque dietro l’angolo. Per la nostra regione si tratterà dell’ennesima occasione sprecata”.
Bacchettate arrivano anche dall’europarlamentare del Pdl Salvatore Iacolino, che definisce le parole di Hahn “l’ulteriore conferma del fallimento di un Governo regionale dissoltosi nel discredito generale. Piuttosto che continuare a cercare consenso elettorale regalando poltrone e affidando inutili e costose consulenze ad amici, – aggiunge Iacolino – il Governatore Lombardo dimostri il necessario scatto di orgoglio per imprimere, finalmente, un’accelerazione nella procedura di spesa dei fondi comunitari per assicurare le infrastrutture che servono alla crescita della Sicilia e dei siciliani”.
Ma stando agli ultimi dati diffusi dalla Regione siciliana, la spesa dei Fondi Ue non è affatto rapida. Ad esempio, dei 6,5 miliardi circa del Fser, la spesa certificata ammonta a poco meno di 800 milioni. Con alcuni assessorati, come quello del Bilancio e della Famiglia, ad esempio, ancora incapaci di spendere, a un anno dalla chiusura del Por 2007-2013, un solo euro a fronte di uno stanziamento complessivo di 200 milioni di euro. Poco meglio ha combinato l’assessorato all’Urbanistiica, che ha speso la cifra irrisoria di 50 mila euro a fronte dei 5,7 milioni messi a disposizione dal Fesr. E negli altri rami dell’amministrazione la situazione non è così rosea. Se alle Infrastrutture, infatti, la spesa certificata è di 370 milioni su una dotazione di 1,9 miliardi di euro, è davvero molto bassa quella delle Attività produttive: 45 milioni certificati su 1,2 miliardi di euro. Solo 3,6 milioni ha speso il dipartimento Ambiente (sui 535 milioni previsti), 55 milioni ha speso l’Energia sui 660 a disposizione. Ecco la situazione degli altri, aggiornata ai primi mesi del 2012. Dipartimento Acque e rifiuti (132 milioni su 562), Turismo (29 milioni su 440), Beni culturali (40 milioni su quasi 400), Programmazione strategica sanità (12 milioni su 200), Finanze (50 milioni sui 160 a disposizione), Protezione civile (oltre 22,5 milioni su 142), Programmazione (4,7 milioni sui 130 in dotazione).