AstraZeneca, varianti e zona bianca: le incognite in Sicilia

AstraZeneca, varianti, zona bianca: tutte le incognite

Le seconde dosi, le varianti e la zona bianca. Tutti i particolari

Che effetti avrà la decisione del governo su AstraZeneca in Sicilia? Siamo pronti a ‘mescolare’ prime dosi e richiami diversi? Quali sono le implicazioni scientifiche, secondo i nostri esperti? A che punto siamo con le varianti? Ecco le domande che, normalmente, ci poniamo con qualche risposta. Andiamo con ordine.

Le decisioni del governo

Come abbiamo raccontato, il vaccino AstraZeneca verrà somministrato soltanto agli over sessanta. Per le seconde dosi si è deciso di dare una raccomandazione per impiegare una dose dello stesso vaccino per gli over 60, mentre per gli under 60 “pur in assenza di segnali di allerta preoccupanti – ha detto il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli – la raccomandazione è per la vaccinazione eterologa”. Con Pfizer o Moderna. “In questo contesto epidemiologico mutato – ha aggiunto il professore Locatelli – il CTS in dialogo stretto con Aifa e le altre istituzioni sanitarie del Paese, ha ritenuto opportuno rivalutare le indicazioni all’uso del vaccino AstraZeneca perché, essendo mutato lo scenario il rapporto tra benefici e potenziali rischi legati a trombosi rare cambia in funzione dell’età ma anche del mutato scenario“. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha siglato le parole degli scienziati: “In questa fase noi continueremo ad utilizzare il vaccino AstraZeneca secondo le indicazioni e raccomandazioni del CTS che tradurremo in maniera perentoria per l’utilizzo sui territori”.

Franco Locatelli

La nota dell’assessorato

In serata, sempre ieri, la nota della Regione: “In aderenza alle indicazioni arrivate oggi dal Comitato tecnico scientifico e in attesa dell’apposita circolare ministeriale, sono sospese in Sicilia le somministrazioni del vaccino Vaxzevria di AstraZeneca anche in seconda dose per tutti i soggetti al di sotto dei 60 anni”. Dunque, l’assessore Razza si è ovviamente adeguato all’indicazione nazionale, dopo una prima sospensione cautelativa.

L’assessore Ruggero Razza

Cosa succede in Sicilia?

“Per me, e mi riferisco alle prese di posizione nazionali, si tratta di un’affermazione contraddittoria che segue quella secondo cui non esistono evidenze scientifiche che le seconde dosi possano creare problemi – dice il commissario per l’emergenza Covid a Palermo e provincia, il dottore Renato Costa -. Oltretutto mi pare che sull’ibridazione dei vaccini sappiamo poco o niente, comunque ci fidiamo. Per l’hub della Fiera non cambia nulla, visto che abbiamo già completato quasi tutti i richiami di AstraZeneca. Abbiamo molte seconde dosi di Pfizer e Moderna un programma, ma, al momento, i rifornimenti ci sono”.

“Sulle varianti siamo tranquilli”

C’è poi la vicenda della variante indiana che in Inghilterra ha fatto vittime pure tra i vaccinati, secondo le ultime notizie. “Sappiamo ancora troppo poco – dice Costa -. Secondo la nostra percezione, i vaccini ci stanno proteggendo anche dalle varianti. Siamo ottimisti”.

Sicilia zona bianca

E ci sono i dati regionali dei contagi che oscillano rispetto ai tamponi. “Credo che il 21 giugno saremo comunque zona bianca con grande entusiasmo, per i numeri ospedalieri che sono estremamente confortanti – conclude Costa -. Oggi (ieri, ndr) nel nostro drive in non abbiamo registrato nemmeno un positivo. Siamo euforici”.

Renato Costa

“Seconde dosi ‘mescolate’ sicure”

Sul punto ci siamo rivolti pure a un esponente autorevole del nostro Comitato tecnico scientifico regionale, il professore Antonello Giarratano. “La decisione del governo è corretta dal punto di vista dell’opportunità – dice il professore -, anche se non ci sono dati scientifici assoluti. Ma appunto, si tratta di una considerazione sui rischi e sui benefici, tenendo conto del fatto che i più giovani hanno meno possibilità di contrarre il Covid in forma grave. Su AstraZeneca ripeto quello che ho già detto: ci sono stati difetti di comunicazione e incertezze. Il manifestarsi della problematica rarissima può essere legata a una valutazione anamnestica non corretta o a una mancata consapevolezza da parte di chi autocertifica. E qui dovrebbe entrare in gioco la medicina generale, perché i medici di famiglia conoscono i problemi dei loro pazienti. Non dovrebbero esserci rischi con un richiamo diverso. I vaccini ci proteggono da tutte le varianti in atto, tranne nei casi, previsti, in cui un paziente non raggiunga un sufficiente titolo anticorpale. La terza dose sarà fondamentale nel contrasto alla pandemia”.

Antonello Giarratano


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