La strada della morte spezza la vita di un insegnante| "Lo aspettavamo per una lezione, siamo distrutti" - Live Sicilia

La strada della morte spezza la vita di un insegnante| “Lo aspettavamo per una lezione, siamo distrutti”

Marco Gaetano D'Angelo, 36 anni, è rimasto ucciso nello scontro frontale con un tir. E' l'ennesima vittima sullo scorrimento veloce Palermo-Sciacca. Appassionato di Energie rinnovabili, era ingegnere nucleare e insegnava presso un ente di formazione. Il dolore dei suoi alunni e dei colleghi.

Tragedia sulla SS624, il ricordo degli studenti
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PALERMO – Era un ingegnere nucleare Marco Gaetano D’Angelo, 36 anni, rimasto ucciso oggi in un incidente violentissimo con un tir lungo “la strada della morte”, la statale 624 Palermo-Sciacca. Lo scontro frontale, avvenuto nei pressi dello svincolo per Camporeale, non ha lasciato scampo a D’Angelo, che aveva uno studio professionale in via Giovan Battista Ughetti a Palermo. Nel capoluogo, il 36enne originario di Enna portava avanti anche l’attività dell’insegnamento presso un ente di formazione che si trova a due passi dal Teatro Massimo. Nella scuola, oggi pomeriggio è arrivata la notizia che nessuno avrebbe voluto mai sentire.

“Lavorava da noi da almeno quattro anni – racconta il coordinatore della Tecno Service, Giorgio Mistretta – e il suo vuoto si sente già da adesso. Non riesco ancora a crederci – aggiunge – dobbiamo ancora realizzare, sembra un brutto incubo”. D’Angelo insegnava Principi di installazione delle energie rinnovabili, molti gli alunni delle sue classi: “Era un vero appassionato del suo lavoro e di questo settore in continua evoluzione. Un vero e proprio rapporto umano quello che aveva con i ragazzi, alcuni dei quali, in questi anni, sono addirittura diventati a loro volta insegnanti. Si dedicava a loro e al suo lavoro con una devozione unica – sottolinea Mistretta – ma adesso quello che ci avvolge è un dolore immenso”.

Domani D’Angelo avrebbe dovuto tenere una lezione, “probabilmente – dice Mistretta – oggi si trovava in quella zona per effettuare un sopralluogo, lo faceva spesso per esaminare le aree in cui dovevano essere installati gli impianti fotovoltaici”. Un viaggio senza ritorno il suo, come quello di altri tre giovani automobilisti che hanno perso la vita sulla Palermo-Sciacca dall’inizio dell’anno ad oggi. “L’avevamo visto ieri – continua un ragazzo che frequentava il suo corso di formazione – e lo aspettavamo per domani. E’ una tragedia, l’ennesima su quella strada maledetta su cui bisogna sul serio prendere dei provvedimenti. Il professore era una persona tranquilla, schietta, alla mano. Aveva una compagna ed un figlio piccolo. Si può morire così giovani e con una vita davanti?”.


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