La suocera ci salvi |dal conformismo - Live Sicilia

La suocera ci salvi |dal conformismo

La suocera incriminata

Una pubblicità che fa discutere, anzi solleva un vero e proprio vespaio. Dobbiamo avere paura di chi non sa più sorridere?

Dunque, il problema è la suocera: cioè quella signora abbondante, in forma di cartone animato, con tanto di caricaturale mattarello, che ha scandalizzato il conformismo dei benpensanti (Dio ci salvi dal conformismo!), campeggiando su una pubblicità della Rap.
L’azienda che raccoglie i rifiuti a Palermo ha osato mettere in mezzo lei, la mamma dell’altro coniuge, l’arcangelo del focolare altrui, raffigurandola da solido ingombrante con diverse masserizie rottamabili. Mal gliene incolse.

Valga per tutti il commento di Antonella Monastra, consigliere del Pd: “Un messaggio inquietante che propone un immaginario della donna, sic et simpliciter, come rifiuto. Forse è anche peggio di una pubblicità sessista: non si mercifica il corpo femminile, riconoscendogli tuttavia una sua esistenza ed ‘utilità’; lo si equipara al nulla. L’altra metà del cielo è ridotta a pura immondizia. La pubblicità sia subito rimossa e siano presentate scuse pubbliche. Ritengo indispensabile appurare quanto sia costata”. Lo stesso sindaco Orlando, scosso dalla reazione, giura che lo spot eretico verrà modificato.

Eresia, dunque. La suocera a tempo di Rap ha sfregiato l’architettura classica dello sbadiglio. A nulla valgono i timidi accenni di chi ritiene che non sia logico farne un affare di Stato, un confine di civiltà. Ma questi sono i tempi delle parole d’ordine: basta tracciare una linea, lanciare un anatema per vedere accorrere in massa la cavalleria dei pedanti.
Che accuserebbero Biancaneve di cattiva reclame alla mela, i sette nani di crudeltà nei confronti dei caprioli che cavalcano e Cenerentola di rappresentare l’utile icona della femmina sottomessa, prima ai voleri delle sorellastre, poi al principe azzurro.

Sovviene un’idea eretica. Forse, sic et simpliciter, quella ‘scandalosa immagine’ in punta di mattarello è appena una trovatina che prende in prestito un luogo comune cabarettistico-letterario-cinematografico, per comunicare il suo messaggio con un innocuo sorriso a denti stretti.
Forse dovremmo diffidare del politicamente corretto che vuole imporre la pedanteria del pensiero unico alla leggerezza. E chissà, sarebbe perfino saggio avere in sospetto – solo un po’, da veri moderati – coloro che non hanno mai imparato a sorridere.


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