La svolta centrista di Nello | Si apre il cantiere dei moderati - Live Sicilia

La svolta centrista di Nello | Si apre il cantiere dei moderati

Giuseppe Catania, Nello Musumeci e Gino Ioppolo al congresso di Diventerà Bellissima

Dopo le Europee si annunciano grandi manovre nel centrodestra.  Per arginare l'avanzata populista.

E sì, a un primo sguardo sembrerebbe proprio che Diventerà Bellissima abbia scelto di non scegliere. Ma approfondendo le parole venute fuori dal congresso di Catania si capisce che invece una scelta c’è stata eccome. E niente affatto scontata. La presa di posizione di Nello Musumeci con il suo chiaro no al sovranismo e la sua svolta centrista rimescola le carte nella politica siciliana. E promette, dopo le Europee, uno scenario dagli sviluppi tutti da decifrare.

Il governatore non si è fatto tirare per la giacchetta da chi ha lavorato per un patto con Fratelli d’Italia, che sarebbe servito molto a Meloni, o con la Lega, che poteva essere appetitoso da un punto di vista della convenienza elettorale. Musumeci ha preferito guardare oltre, alla prospettiva. Con un ragionamento molto semplice e dichiarato senza troppi giri di parole: “La destra è già occupata”. Così è, e inseguire Salvini non porta da nessuna parte. Basta guardare al destino di Fratelli d’Italia, inchiodato da sempre alle stesse percentuali, come ieri senza girarci attorno ha ricordato Musumeci, abbandonando Meloni al suo destino.

“Evitiamo di diventare la carne da macello di altri”, ha detto il governatore, scegliendo la via della neutralità alle Europee. Neutralità vera, con tanto di divieto categorico ai suoi di partecipare a qualsiasi iniziativa elettorale, pena la cacciata. Musumeci dice no al sovranismo: “Noi non siamo europei perché italiani, noi siamo italiani perché europei. Il sovranismo nazionale è in conflitto con gli interessi della Sicilia”.

E allora si guarda al centro, ai moderati, ai liberali, ai cattolici. E a una dimensione nazionale. Il piano è quello ormai noto, a cui il governatore lavora con il collega della Liguria Giovanni Toti. Una seconda gamba del centrodestra, contraltare moderato della Lega populista di Salvini. Un disegno che in realtà sembra puntare a un’opa per no spazio politico giù occupato oggi da Forza Italia. Ma Gianfranco Micciché guarda il bicchiere mezzo pieno ed esulta: “Liberali, moderati, destra sociale, cattolici, autonomisti, insieme e uniti per un programma all’insegna del “buon governo”, un argine costruttivo alla deriva sovranista e populista. Il presidente Musumeci ha ribadito che quel passo è ormai compiuto e non si torna indietro. Nello, io ci sono e con me tutta Forza Italia”. Festeggia anche il centrista di lungo corso Saverio Romano, il più lesto a complimentarsi pubblicamente per la svolta vagamente democristiana del governatore.

Ma festeggiamenti a parte, è evidente che il piano di Musumeci può scompaginare il centrodestra. L’appuntamento è rinviato a dopo le Europee, quando si peserà Forza Italia, per la quale i sondaggi annunciano tracolli. A quel punto si aprirà un nuovo cantiere nella coalizione, con ruyoili tutti ancora da definire, per cercare di riequilibrare il peso crescente di Salvini e del suo populismo di governo. Inarrestabile o quasi nei sondaggi ma poco influente, almeno al momento, all’Ars. Dove ci sarà da ricompattare la coalizione che ha manifestato fino alla finanziaria tutte le sue crepe e debolezze.

 


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