La Vardera: "Sono al fianco delle persone per l'Europa che vogliamo"

La Vardera: “Sono al fianco delle persone per l’Europa che vogliamo”

L'intervista all'ex Iena, in campo con la lista Libertà alle europee
VERSO IL VOTO
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PALERMO – L’ex Iena punta a Bruxelles, Ismaele La Vardera è candidato con la lista Libertà che raggruppa numerose formazioni al seguito di Cateno De Luca. Ecco l’Europa che ha in mente passando dai nodi della Sicilia e quelli del parlamento regionale in cui è deputato.

Una nuova campagna elettorale, perché ha scelto di scendere in campo?
“Come capogruppo di Sud chiama Nord non potevamo rimanere a guardare in una partita in cui l’80% dei dossier passa dall’Europa, in tema di Agricoltura, di pesca. Abbiamo la responsabilitaà, come primo partito della Sicilia, di dare l’idea dell’Europa che vogliamo. Ecco perché ho accettato la richiesta del nostro leader Cateno de Luca di scendere in campo”.

Qual è l’idea di Europa che avete?
“L’Europa delle banche, delle multinazionali non ci piace, l’Europa che sta abbandonando gli agricoltori, non si capisce che ruolo abbia in questo momento. Anche perché l’Europa era nata per arginare i venti delle guerre. In questo momento nei Paesi è come se ci fosse una corsa agli armammenti, questa Europa non garantisce la pace e la stabilità, motivo per cui era nata”.

Quali sono per voi le cose prioritarie?
“Cessare ogni forma di conflitto, cambiare stragegia con l’Ucraina, perché in questi anni abbiamo mandato armi e la guerra non è cessata, bisogna cambiare strategia. Bisogna dare una mano seria al comparto agricolo, con degli investimenti appropriati contro la siccità. Aiutare il comparto della pesca, che vive una grande tragedia, garantire ai giovani la possibilità di rimanere nella terra in cui sono nati e questo lo dico da candidato più giovane nel collegio delle isole, tra i più giovani in Italia”.

Come sta andando la campagna elettorale?
“Mi sta dando la grande opportunità di uscire dal collegio in cui sono stato eletto per conosce le altre realtà, per esempio ad Enna, dove c’è l’acqua potabile al prezzo più caro d’Italia. A macchia di leopardo i problemi della Sicilia sono gli stessi, la mancanza di infrastrutture, di strade provinciali e la grande necessità di una sanità completamente depoliticizzata”.

Sembra una chimera in Sicilia
“Negli scorsi giorni ho visto un convegno elettorale con tanto di foto postata sui social, di un noto assessore regionale, che aveva il direttore sanitario invitato a parlare di uno degli ospedali più grandi di Palermo, ritengo questo fatto gravissimo, perché la politica deve rimanere fuori dalla sanità”.

La politica però è la stessa che nomina i manager
“Non a caso denuncio come sia stata lottizzata la sanità in Sicilia, dando maggiore potere alla politica, togliendo i migliori e favorendo soltanto chi ha amicizie e entrature nel mondo della politica. Posso anticipare che un supermanager della sanità siciliana con grande coraggio mi racconterà come funziona il sistema, come non lo avete mai visto”.

Il riconoscimento del merito in questa terra è veramente un sogno per molti, siete sicuro che questo sia accaduto con Sud chiama Nord nel Messinese, per esempio?
“Non abbiamo mai fatto politica per nomine basate su caratteristiche familistiche o di potere. Io vengo da un mondo che è lontano dalla politica, quello delle inchieste. In questo movimento Cateno De Luca non mi ha mai impedito di denunciare o di toccare argomenti scomodi e la mia attività quotidiana ne è l’esempio”.

Secondo lei i colpevoli di questo stato di cose sono più quei siciliani che chiedono al politico ciò che spetterebbe di diritto o i politici che gestiscono la cosa pubblica in modo da concedere privilegi?
“Entrambe le categorie hanno una responsabilità, certa politica ha fatto sì che il problema continuasse a resistere per ergersi a continua risolutrice di quelli che poi sono dei diritti e non dei favori, qual è anche una semplice visita medica in un ospedale pubblico. D’altro canto una parte dei siciliani ha usato il proprio voto come merce di scambio e questo binomio ha portato alla deriva in cui ci troviamo”.

Qual è il suo giudizio sul governo Schifani?
“Bocciato su tutti i fronti e qui parlo da capogruppo e non da candidato al parlamento europeo. Un governo sempre assente in aula, un presidente Schifani che continua a vivere il suo ruolo come se fosse un sovrano e dall’alto dei suoi palazzi si occupa dei suoi sudditi. Assessori regionali che ricoprono degli incarichi delicatissimi che nel bel mezzo della legislatura per guerre fratricide e intestine abbandonano la Sicilia per andare in Europa, quando nei loro assessorati passano dossier delicatissimi”.

Però ci sono stati provvedimenti approvati in tempi record con l’avallo dell’opposizione
“Io rivendico i miei emendamenti dei quali non ho da vergognarmi, altri hanno fatto sagre delle salsicce e dei carciofi. Io la somma a me dedicata l’ho utilizzata con un emendamento in favore di chi ha perso la casa negli incendi drammatici della scorsa estate. Se altri hanno svenduto le loro prerogative da deputati a sagre e feste di paese rivendico il diritto che non siamo tutti gli stessi in un parlamento immobile e che non ha fatto nemmeno una riforma seria”.

Che vuol dire “la somma a me dedicata”, c’è stato un accordo?
“I deputati di maggioranza e opposizione hanno a disposizione una somma per un contributo per cose che hanno a che fare con la collettività, io posso raccontare uno per uno gli emendamenti che ho prodotto, senza provare alcuna vergogna”.

Non sarebbe meglio un modello in cui si va allo scontro tra maggioranza e opposizione?
“Gli emendamenti servono infatti per alzare il livello di una finanziaria che, diversamente, sarebbe un’accozzaglia di mancette. Menomale che ci siamo noi, opposizioni compatte, a fare da guardia a un governo scellerato”.

Come va il campo largo con Pd e M5s?
“Viviamo questo accordo non come una semplice sigla elettorale, ma come una vera liberazione per i siciliani. Siamo consapevoli che da soli non potremmo mai raggiungere la corazzata del centrodestra, solo uniti insieme, non in una logica di spartizione di ruoli, ma di un programma serio e condiviso, per risollevare la Sicilia, potremmo dare finalmente alla nostra terra quello che merita, ossia un governo dalle mani libere, perché onestamente Schifani, così per com’è, ostaggio dei partiti, a me fa un po’ pena”.

Le europee saranno una sorta di sondaggio interno a questo campo largo in vista delle regionali?
“Premettendo che le regionali con le europee hanno caratteristiche assolutamente diverse, basta vedere il dato delle affluenze, ma soprattutto lo spazio a noi dedicato nei media nazionali, a differenza del Pd e del M5s, per confermare che qualsiasi risultato faremo, sarà il frutto di un estremo sforzo sul campo del nostro leader Cateno De Luca, della nostra presidente Laura Castelli che sta girando in lungo e largo l’Italia, di tutte le nostre candidate e candidati”.

Europee, lo speciale di LiveSicilia


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