La vita donata per gli altri | Gli eroi della porta accanto - Live Sicilia

La vita donata per gli altri | Gli eroi della porta accanto

Nella foto Fabio Oddo, il papà di Alimena

Non hanno esitato: si sono sacrificati per coloro che amavano. Ecco le loro storie.

Ci hanno lasciato il fruscio di un’ala e il sale di una lacrima. Poi sono volati via, oltre la vita che avevano appena donato. Gli angeli della porta accanto esistono per amare, fino al sacrificio di sé.

Michelangelo Abbate, quando la sua cartolibreria di Corso dei Mille ha preso fuoco, divampando come un cerino, non ha pensato a se stesso, ma alla moglie che dormiva al primo piano della stessa palazzina e si è lanciato nel rogo per salvarla, trovando la morte. Adriano, suo figlio, ricorda: “Mio padre era un genitore premuroso e attento. Dopo una vita di lavoro e sacrifici come operaio ai cantieri navali di Palermo, già dal primo giorno di pensione, anziché riposare, veniva qui in negozio a darmi una mano. Ho cercato con tutte le mie forze di liberarlo da quell’inferno di fiamme e fumo”.

Sono così gli angeli che proteggono il cammino. Rimangono invisibili, sotto le sembianze di uomini normalmente buoni, prima di volare in soccorso di chi amano, senza pensare ai rischi.

E c’era Giuseppe Siciliano, vigile del fuoco, che morì nel 1999 nel crollo del palazzo di via Pagano. Salì le scale col cuore in gola per cercare di avvertire i suoceri del pericolo imminente, senza riuscirci. Nello stesso anno toccò a un altro pompiere, Nicolino Billitteri, che rimase sotto le macerie nell’inferno di piazza Cascino, provocato dall’incendio di un negozio di giocattoli. Palermo visse sgomenta le due tragedie. Gli appartamenti di persone tranquille vennero inghiottiti nel nulla, mentre un universo domestico di piatti, cuscini, giocattoli, vestiti e divani si accartocciava e spariva. In via Pagano e a piazza Cascino furono due vigili del fuoco, simboli di un corpo generoso, a sacrificarsi per tutti.

Alle volte, l’angelo, l’eroe della porta accanto è colei che ti cantava la ninna nanna fino a un attimo prima. Come scordare Marinella – cioè Maria Claudia Pensabene – che salvò i suoi nipoti che giocavano sulla spiaggia di Mondello dal deragliamento di un Tir sbandato? Un attimo: la nonna che spinge via i bambini di uno e tre anni, che usa quel breve tempo concesso per allontanarli, non per fuggire. E resta, in piedi, sulla sabbia, a prendersi un intero camion addosso. Per amore. Lo ricordò ai funerali la mamma dei bambini e figlia di Marinella: “Voglio dire grazie a mia madre perché c’è sempre stata, perché ci ha sempre dato un amore sconfinato e immenso. E poi voglio chiederti scusa, mamma, per tutte le volte che non ti ho detto quanto ti amavo”. Era l’estate del 2010.

Altre volte, gli angeli volano davvero, ma poi atterrano, come Fabio Oddo, uomo e padre dal sorriso dolcissimo, che scambiò la vita del suo bambino con la sua in un’altra notte tremenda nel 2015, ad Alimena. Riecco le fiamme che bruciano improvvise a casa. Fabio prende il suo piccolo, di quattro anni, terrorizzato. Gli dice: “Non avere paura, papà è qui con te”. Infine, si lancia dalla finestra, di spalle, col bimbo in braccio, per parare la botta, per fargli scudo col corpo, sapendo di andare incontro alla fine. Testimone degli eventi, Domenico, il cognato, che raccontò: “Fabio ha fatto ciò che di più grande un uomo possa fare: per attutire il colpo e salvare il suo bambino si è gettato dalla finestra di schiena. Ha riportato ferite gravissime, è morto per l’amore che solo chi è padre può comprendere. Ed io sono fiero ed onorato di averlo conosciuto, di avere vissuto fianco al fianco, fino all’ultimo”.

Gli angeli volano davvero sopra le nostre teste: noi abbiamo voluto riprendere qualche storia, per onorare questi esseri luminosi e cristallini, in un tempo sfregiato da troppe figure che strisciano.

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