Laboratori d'analisi, è rivolta | Cascio: "Un decreto scellerato" - Live Sicilia

Laboratori d’analisi, è rivolta | Cascio: “Un decreto scellerato”

Esponenti di tutti i partiti criticano la direttiva dell'assessore che prevede l'accorpamento dei piccoli laoratori. Vinciullo (Pdl) parla di "porcata". Il presidente di Federbiologi Pietro Miraglia: "Russo vuole cinque ipermercati della Sanità". Sarebbero a rischio 2000 posti di lavoro.

Il provvedimento di Russo
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Un decreto scellerato. Un provvedimento incomprensibile. Una “porcata”. I toni sono diversi, ma tutti fortemente critici. E, aspetto non secondario, le parole forti giungono da esponenti di quasi tutte le forze politiche. Nel mirino, il decreto di accorpamento dei laboratori d’analisi varato dall’assessore Massimo Russo e apparso pochi giorni fa in Gazzetta ufficiale. Una norma che prevede, di fatto, la creazione di consorzi nei quali dovranno “sciogliersi” i piccoli laboratori. Questo per rispettare il “limite minimo” di centomila esami l’anno per il 2013 e duecentomila per il 2014.

L’ultimo attacco, in ordine di tempo, è anche “istituzionalmente pesante” e giunge dal presidente dell’Assemblea regionale Francesco Cascio: “Esprimo profonda preoccupazione – ha detto Cascio – in linea generale per gli effetti nefasti che la politica sanitaria dell’assessore Massimo Russo sta causando sul territorio. Manifesto in particolare la mia solidarietà per la battaglia di sopravvivenza che i titolari dei laboratori di analisi cliniche, i sindacati ed il personale impiegato nel settore stanno portando avanti contro il decreto con cui Russo colpisce al cuore queste realtà. Ciò non solo è illegittimo a fine legislatura, ma, con un Governo che opera in regime di prorogatio per l’ordinaria amministrazione, è altresì assolutamente irragionevole”. Un decreto che, a detta di Cascio, metterebbe in pericolo qualcosa come duemila posti di lavoro.

Un timore confermato da Pietro Miraglia, presidente della Federbiologi: “La decisione di Russo è davvero incomprensibile perché in realtà non porterà alcun risparmio, né verrà migliorata la qualità dei servizi. Anzi, peggiorerà il rapporto col cliente, che non potrà più essere sottoposto a esami urgenti, che richiedono di conoscere l’esito nel giro di poche ore. Penso, ad esempio, agli esami nel caso di problemi cardiaci. Adesso, infatti, i piccoli laboratori finiranno per essere il ‘terminale’ di un consorzio: faranno i prelievi, che verranno ritirati da un furgoncino del consorzio, che li porterà nella sede centrale. Lì, chissà come e chissà quando, faranno le analisi, e l’esito verrà comunicato a noi per email. Tra l’altro, molti piccole realtà opereranno necessariamente dei licenziamenti: molte figure, infatti, una volta creato il consorzio saranno assolutamente inutili. La verità – ha concluso – è che Russo vuole cinque ipermercati della Sanità. Mentre i piccoli laboratori, alla fine, finiranno per essere acquistati da grandi potentati, magari non siciliani…”.

E durissimo è il vicepresidente della Commissione sanità all’Ars Vincenzo Vinciullo (Pdl), che parla in questo caso di “porcata”: “Si tratta di un provvedimento iniquo e inutile, frutto della ‘sciocchezza politica’ e della barbarie amministrativa dell’assessore Russo che si considera egli stesso l’incarnazione della legge. E ritiene forse di non doverla rispettare, visto che ha violato un Ordine del giorno dell’Ars e ha ignorato le indicazioni della Commissione Sanità”.

In Commissione, a fine luglio, infatti, l’assessore Russo avrebbe dato rassicurazioni ai deputati e ai rappresentanti dei laboratori che il decreto sarebbe stato “congelato”. Un’ipotesi poi accantonata. E in effetti in quei giorni molto netta fu la presa di posizione del presidente della Commissione, Giuseppe Laccoto, deputato del Pd: “La commissione Sanità – ha dichiarato – ha più volte espresso, anche formalmente, unanime contrarietà a qualsiasi atto programmatico dell’assessore Russo che imponga le aggregazioni ai laboratori privati entro il 2012, ignorando le peculiari esigenze del territorio regionale e senza alcuna apprezzabile e dimostrata ricaduta a vantaggio della qualità delle prestazioni e del risparmio della spesa sanitaria regionale”. Perché per sorreggere la propria decisione, l’assessorato ha sempre fatto riferimento a un accordo raggiunto col governo centrale, come illustrato nei giorni scorsi dal dirigente generale Lucia Borsellino: “L’adozione del provvedimento di aggregazione dei laboratori d’analisi – ha detto la dirigente – rientra tra gli adempimenti obbligatori, alla verifica dei quali sarà erogata alla Sicilia una ulteriore quota di 240 milioni”. Nessun adempimento obbligatorio, invece, secondo Laccoto: “La norma, così come si evince dalle decisioni della Conferenza Stato Regioni, e dagli atti di programmazione sanitaria vigente, – ha detto – prevede che l’accorpamento sia ‘possibile’ e non obbligatorio”.

Un concetto ribadito nei giorni scorsi anche dal segretario del Pd, Giuseppe Lupo, che ha accusato l’assessore Massimo Russo di fare “demagogia e disinformazione. Russo che sa bene – ha precisato Lupo – che le sue scelte scellerate di accorpare i laboratori d’analisi, chiudere i punti nascita, abolire l’esenzione ticket non sono imposte da Roma”. E come Lupo, Cascio, Vinciullo e Laccoto la pensano anche esponenti di altri partiti, come l’intero gruppo dell’Udc all’Ars e il segretario regionale del partito Gianpiero D’Alia, che “esprimono solidarietà ai titolari e al personale dei laboratori d’analisi che stanno combattendo una battaglia per la loro sopravvivenza. L’Unione di Centro – proseguono – farà quanto possibile per impedire che il decreto venga attuato, presentando un ordine del giorno urgente all’Assemblea Regionale e ponendo sin d’ora la caducazione del decreto Russo tra le priorita’ della prossima legislatura” e il deputato agrigentino di Fli Luigi Gentile, molto critico contro quella che definisce “una direttiva penalizzante e troppo autoritaria, in base alla quale i laboratori corrono il rischio di ridursi a semplici uffici di prelievo. Pertanto – ha aggiunto – rivolgo un appello all’assessore Massimo Russo affinché modifichi su questo punto il relativo decreto”. Insomma, stavolta il “dissenso” contro Russo è davvero… “tripartisan”.


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