L'accordo non c'è, slitta il vertice| Le complicazioni del rimpasto - Live Sicilia

L’accordo non c’è, slitta il vertice| Le complicazioni del rimpasto

L'incontro decisivo per il nuovo governo viene spostato dalla mattina al pomeriggio di oggi. Le forze politiche e il governatore prendono ancora tempo. Il Pd insiste sull'azzeramento totale. Crocetta vuole salvare Vancheri e Scilabra. Ma a quel punto, Articolo 4 e Udc potrebbero riproporre gli assessori uscenti.

L’accordo non c’è. L’intesa sulla squadra e sulla natura del governo regionale appare ancora lontana. Così, il presidente Crocetta e le forze politiche prendono tempo. Il vertice di maggioranza, quello decisivo, previsto per stamattina alle 11 è già slittato al pomeriggio. E rischia di non essere nemmeno quello decisivo.

Già, perché il “menù unico” sul quale sembrava ci fosse una sintonia tra tutti i commensali, non sembra invece convincere tutti. Così, le eccezioni sollevate alla cucina di Palazzo d’Orleans rischiano di far saltare la stessa cena. Il menù è quello noto. È stato buttato giù soprattutto dal Pd, dopo vari consulti e incontri a Palermo come a Roma. Azzeramento totale, lo chiamano. Anche se sul “totale” non tutti sono d’accordo. A complicare la questione, infatti, sono appunto le eccezioni. I casi speciali che infrangerebbero il patto che dovrebbe portare a radere al suolo la vecchia giunta. Lucia Borsellino appare intoccabile. E su questo, sono in pochi a non essere d’accordo. La pensano in questo modo, insomma, anche i più critici nel Pd. Quell’eccezione a loro andrebbe bene. Ma non le altre. Le altre due donne, per la precisione. Linda Vancheri e Nelli Scilabra. Sulla rappresentante in giunta della Confindustria siciliana, infatti, i democratici sono pronti a discutere fino in fondo. Per non parlare di Nelli Scilabra. Quella eccezione rischia di far saltare il banco. Di riaprire la ferita con i cuperliani. Di fornire persino chance alla mozione di sfiducia presentata da centrodestra e Movimento cinque stelle.

Ma non sono solo i cuperliani del Pd a guardare con sospetto i “distinguo” del governatore all’ipotesi azzeramento. Se Crocetta insisterà per la difesa dell’assessore uscente alla Formazione, della collega delle Attività produttive e persino di Lucia Borsellino, Articolo 4 spingerà per il mantenimento in giunta di Paolo Ezechia Reale. Con una logica basata sulla convinzione che gli assessori che hanno lavorato bene, è giusto che restino al proprio posto. Insomma, al movimento di Leanza e Sammartino l’azzeramento totale non appare come una necessità assoluta. Ma senza l’azzeramento, il Pd è pronto a lasciare il tavolo. E allora, come si fa?

Anche perché adesso il governatore Crocetta sembra essersi infilato in una di quelle strettoie dalle quali è difficile uscire senza provocare qualche ammaccatura alla carrozzeria. Se vuole tenersi il Pd, dovrà sacrificare Scilabra e Vancheri. Se vuol tenersi Articolo 4 (un aspetto per nulla secondario, visto che oggi il gruppo all’Ars vanta la bellezza di 11 deputati) dovrà assicurare una seppur minima continuità col governo passato. Con tutto ciò che comporta. Con la possibilità, a quel punto, che anche l’Udc, nonostante l’asse messo su insieme al Pd, possa sentirsi libero di scegliere la via più gradita. Quella cioè della conferma dei due assessori uscenti Valenti e Torrisi.

E come se non bastassero, ecco i problemi “di contorno”. Intanto, la questione del superesperto romano. Per il Pd, questo deve essere “computato” fuori dalla quota in giunta del partito (quattro assessori). Un tecnico la cui individuazione dovrà essere il frutto del dialogo diretto tra Crocetta e il governo romano. A quel punto, di posti in giunta ne resterebbero sette. Anzi sei, data per scontata la conferma di Lucia Borsellino. Articolo 4 continua a chiedere, oltre alla conferma di Reale, un altro assessore. Ipotesi che ovviamente non fa felici le altre forze di maggioranza che sottolineano il “peso” di un assessorato all’Agricoltura. Ma dal partito di Leanza e Sammartino a loro volta, si sottolinea come per altri partiti, la presenza in giunta siamin qualche modo integrata da altre cariche: il governatore per il Pd, e il presidente dell’Ars (e la carica di vicepresidente della Regione) per l’Udc. I centristi dal canto loro avranno due assessori, e se verranno accolte le richieste di Articolo 4, a Crocetta resteranno solo due caselle libere. Vancheri e Scilabra? Questa la soluzione che preferirebbe il governatore. Le eccezioni all’azzeramento, appunto, che rischiano di far saltare tutto. Mentre già qualcuno, a dire il vero, è saltato. Salvo sorprese, infatti, non sembra possano aspirare a una riconferma in giunta Roberto Agnello, Giuseppe Bruno, Piergiorgio Gerratana, Giusi Furnari (il Pdr ha già individuato la sua soluzione ideale: Croce al Territorio), Michela Stancheris e Salvatore Calleri. Anche se il Megafono gradirebbe la conferma del toscano all’Energia. Già, c’è anche il Megafono, un po’ fuso nel Pd (Nello Dipasquale in prima fila), un po’ a vestire il ruolo di gruppo socialista (con Nino Odo, soprattutto). C’è anche il Megafono, insieme a tutto il resto. Mentre il rimpasto-lampo ha bisogno di ancora un po’ di tempo. Il vertice di stamattina è già slittato. Ieri sera sembra si siano rivisti a Tusa Crocetta con alcuni big del Pd, per cercare una via d’uscita dalla strettoia. Mentre si avvicina la mozione di sfiducia al presidente.


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