PALERMO – Botta e risposta tra la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il governatore siciliano Nello Musumeci sui migranti. I toni distesi e pacati dell’ultima visita della titolare del Viminale a Palazzo d’Orleans, datata fine maggio, oggi è stato duello aperto tra i due. Un confronto aspro andato in scena sulla linea Torino-Palermo. Dal Piemonte Lamorgese ha risposto così a una domanda dei cronisti sugli sbarchi:. “L’emergenza ci sarebbe se restassero tutti in Sicilia. Cosa che non avviene perché dopo il periodo di quarantena sulle navi vengono distribuiti sul territorio”. Lamorgese ha affermato inoltre che la scelta di predisporre delle navi per i controlli sanitari “è stata positiva”, facendo presente però che “molti degli sbarchi – le parole della ministra – sono autonomi e non possiamo fermarli”.
In serata la risposta piccata di Musumeci: “Secondo il ministro Lamorgese in Sicilia non c’è emergenza perché i migranti che arrivano vengono trasferiti dall’Isola, dopo la quarantena fatta su quelle navi che, va ricordato, lo scorso anno proprio io ho proposto di approntare. A differenza del ministro, continuo a ritenere necessaria la dichiarazione dello ‘stato di emergenza’ perché la condizione è questa. Non per una mia suggestione, ma per il numero complessivo dei migranti sbarcati, per la condizione sanitaria determinata dal Covid-19, per la gestione pre e post quarantena degli arrivi, per l’impatto che esercita sul tessuto socio-economico”.
Secondo Musumeci “dichiarare lo stato di emergenza non è una richiesta ideologica o improntata a uno scontro tra Stato e Regione” ma “vuol dire semplicemente prendere atto della realtà e provare a dare un segnale forte, soprattutto a quel sistema di istituzioni comunitarie che non riesce e non vuole affrontare in modo compatto e autorevole il rapporto con il Sud del mondo”.