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L’Anci in pressing sull’Ars per il terzo mandato ai sindaci dei piccoli Comuni

La norma ferma in Parlamento
REGIONE
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PALERMO – “Chiediamo che una delegazione di sindaci venga ricevuta urgentemente dal presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, dal presidente della I Commissione, Stefano Pellegrino e dai Capigruppo parlamentari in merito all’adeguamento delle indennità e al terzo mandato dei sindaci”. Lo afferma Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia.

“Ribadiamo la necessità dell’adeguamento delle indennità, anche in Sicilia, a partire dal primo gennaio – aggiunge Orlando – è noto, infatti, che la Legge di Bilancio 2022 ha previsto un incremento della indennità di funzione dei Sindaci dei Comuni delle Regioni a Statuto ordinario e tale provvedimento esclude i Comuni delle Regioni a statuto speciale. Il mancato adeguamento sorprende e mortifica il lavoro dei primi cittadini che ogni giorno portano avanti il mandato ricevuto dagli elettori, cercando di far fronte alle varie emergenze così come hanno fatto in questi due anni con le numerose problematiche scaturite dalla pandemia”.

“In merito al terzo mandato poi – osserva il presidente di Anci Sicilia – ci preme sottolineare che la proposta, già approvata dalla I Commissione dell’Ars, nasce dal presupposto che tali limitazioni non appaiono giustificate in quanto non trovano corrispondenza in altre cariche istituzionali e rimuovere questa limitazione anche per i Comuni con popolazione da 5.000 a 15.000 abitanti non vuol dire, com’è evidente, rimuovere la competizione elettorale evitando di sottoporre i candidati alla valutazione degli elettori”.

L’Asael: serve riforma organica

Sul terzo mandato dei sindaci fino a 15 mila abitanti e sull’incremento dell’indennità di funzione degli amministratori locali interviene anche l’Asael, Associazione siciliana degli amministratori degli enti locali con il presidente Matteo Cocchiara.

“Anzitutto – commenta Cocchiara – non ci convince il metodo con cui l’Ars intende affrontare le operazioni di riforme: è sbagliato operare con il metodo “a macchia di leopardo”. È necessario piuttosto che sia rivisitato in maniera più organica il tema più complessivo dello “status degli amministratori locali”. Questo in considerazione della lunga vita che, ormai, ha avuto la legge regionale 30 del 2000. Occorre un testo unico sugli amministratori dei Comuni che sia consono alle nuove funzioni e ai ruoli che, oggi, questi sono chiamati a svolgere”.

“Sul tema particolare oggi all’esame dell’Ars sul numero dei mandati dei Sindaci, siamo dell’opinione che anch’esso debba essere rivisto nell’ambito di una nuova visione che il legislatore deve avere del tema della rappresentanza democratica”.

E sulla decisione di rivedere le indennità dei sindaci Matteo Cocchiara dice: “Appoggiamo una norma in questa direzione ma, alla luce della crisi finanziaria dei Comuni, chiediamo che a farsi carico dei maggiori oneri sia la Regione”.


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