Veronica vuole andare ai funerali | "Cercherò di dissuaderla" - Live Sicilia

Veronica vuole andare ai funerali | “Cercherò di dissuaderla”

Francesco Villardita: "La presenza di Veronica ai funerali di Loris? Valuteremo". Il legale annuncia ricorso: "La signora è innocente".

 

il giallo di santa croce camerina
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SANTA CROCE CAMERINA (RAGUSA) – Dare la giusta sepoltura a Loris, in tempi brevi. E’ quanto chiede Santa Croce Camerina. In paese c’è attesa per i funerali del bambino di 8 anni ucciso il 29 novembre scorso, strangolato con una fascetta stringicavo e gettato in un canale di scolo in contrada Mulino Vecchio. In piazza la domanda ricorrente è: “Ma quando saranno i funerali?”. Anche per “dare riposo al piccolo e alla sua famiglia”, a 16 giorni dal delitto. Suo padre Davide chiede che suo figlio “trovi pace”.

Dell’omicidio è accusata la madre, Veronica Panarello, 26 anni, detenuta nel carcere di Catania, che continua a proclamarsi innocente e vuole andare alle esequie del “mio bambino”. Il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita, cercherà di dissuaderla perché reputa “la richiesta inopportuna”. Domani la incontrerà e cercherà di fare cambiare idea a un “cuore di mamma che chiede – dice Villardita – di potere riabbracciare suo figlio per l’ultima volta”. Entro domani, esauriti gli ultimi rilievi del medico legale Giuseppe Iuvara, potrebbero concludersi gli esami autoptici e la Procura firmare il nulla osta per la restituzione del corpicino alla famiglia. Ma problemi di ordine pubblico farebbero rendere mercoledì il primo giorno utile per celebrare i funerali. La salma sarebbe portata dall’obitorio dell’ospedale ‘Maria Paternò Arezzo’ di Ragusa Ibla, dove è custodita, direttamente nella chiesa di San Giovanni Battista, dove saranno celebrate le esequie. Intanto la Procura continua le indagini, affidate a carabinieri e polizia, tenendo aperte tutte le opzioni. Che la donna abbia agito da sola, come pare. O se abbia avuto un supporto o nella fase dell’occultamento del cadavere o nel compiere l’omicidio, ipotesi che però al momento non trovano riscontri.

Approfondimenti sono in corso sui cellulari in uso alla donna, analizzati dalla polizia postale di Catania, ma non sarebbero emersi dati utili alle indagini, neppure su contatti avuti sui social network. Il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota si preparano anche ad affrontare nelle prossime settimane quello che sarà il secondo vaglio del settore giudicante della magistratura: dopo il parere del Gip, che ha dato loro ragione, in toto, adesso la loro tesi e la loro ricostruzione del delitto sarà sottoposta alla valutazione del Tribunale del riesame di Catania. La mossa della difesa, attesa, è stata ufficializzata dall’avvocato Villardita, che ha tempo fino al 22 dicembre per depositarla. “Sì, farò ricorso – annuncia il difensore – ma non soltanto sugli atti presentati. Intanto abbiamo chiesto accesso a tutti i documenti in maniera integrale, compresi ai Dvd con le immagini di tutte le telecamere sequestrate”. La sua assistita dal carcere continua a proclamarsi innocente e ribadisce che “non ha alcun sospetto” e che “non sa spiegarsi come sia potuta accadere” l’immane tragedia. Se li avesse avuti, sottolinea, li “avrebbe esternati” a polizia e carabinieri.

Il suo legale ricorda che Veronica Panarello ha “collaborato sin dal primo giorno” alle indagini. Nel penitenziario di Catania la donna ha letto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Cladio Maggioni ed è riuscita a trovare un “elemento di sollievo”: suo figlio non ha subito violenza sessuale, mai. “Non avevo alcun dubbio”, ha commentato. Considerava “la cosa orribile, ma allo stesso tempo incredibile”. Ma il “sospetto mediatico che aleggiava l’aveva turbata”, ammette l’avvocato Francesco Villardita. A Veronica Panarello arriva la solidarietà dei suoi genitori, pronti a sostenerla. Tace, con un gesto letto come distacco, la famiglia di suo marito Davide, gli Stival, alla quale aveva chiesto di “non essere abbandonata”. Le loro valutazioni sono contenute in alcune intercettazioni agli atti delle inchieste, ma per l’avvocato Villardita “sono prese a caldo di fronte alle sole tesi dell’accusa”. Veronica le ha lette, ma il suo difensore preferisce glissare sui suoi commenti successivi.

(Fonte ANSA)


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