L'Antimafia, il Padrino e Baccei | È esplosa la guerra di Riscossione - Live Sicilia

L’Antimafia, il Padrino e Baccei | È esplosa la guerra di Riscossione

Ardizzone a San Macuto, dove ha chiesto di essere ascoltato. Fiumefreddo pronto a lasciare. Crocetta: “Teme che vogliano far fallire l'azienda”.

Le polemiche
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PALERMO – A San Macuto quasi certamente si parlerà di Riscossione Sicilia. In Commissione antimafia è atteso il presidente dell’Ars Ardizzone che, pur non facendo chiaramente riferimento al “caso Fiumefreddo”, ha chiesto di essere ascoltato in merito alle polemiche che hanno incendiato la politica siciliana nelle ultime settimane. Polemiche che non sembrano voler diminuire. Anzi. Ad accendere ulteriormente gli animi ci ha pensato proprio Antonio Fiumefreddo, con un video postato sulla propria pagina di Facebook. Una “sintesi” della drammatica commissione bilancio in cui l’avvocato catanese ha duramente polemizzato col presidente della Commissione Vincenzo Vinciullo e col deputato Totò Lentini, chiusa sulle note della colonna sonora del film “Il Padrino”.

La mafia, insomma, la cui ombra si allunga nuovamente sull’Ars dopo il duro riferimento di Fiumefreddo in commissione bilancio secondo cui la malavita sarebbe infiltrata anche all’Ars. La mafia, a far capolino nelle vicende della politica, proprio nelle ore in cui Ardizzone verrà ascoltato da Rosi Bindi e dagli altri commissari. Il presidente dell’Assemblea, del resto, già alcuni giorni fa aveva ammonito: “Nei prossimi giorni saremo sottoposti a una pressione mediatica che punta a condizionare il voto di Sala d’Ercole”. Il voto, per la precisione, che riguarda le ipotesi di nuovi finanziamenti per Riscossione Sicilia. Un affare da oltre 120 milioni di euro in tre anni, compresa una quota “una tantum” da oltre 32 milioni di euro da erogare nel prossimo esercizio finanziario. Somme necessarie per “far funzionare l’azienda”, ha detto Fiumefreddo, che non ha nascosto però i dubbi sulla reale volontà politica di facilitare le operazioni di riscossione, appunto.

Una guerra che però non si esaurisce sul binario Ars-Fiumefreddo. Ma che si condisce di nuovi elementi che coinvolgono direttamente il governo regionale. Come rivela oggi il quotidiano La Repubblica, infatti, nei mesi scorsi l’assessore all’Economia Alessandro Baccei aveva puntato il dito contro Riscossione e il suo amministratore unico, “colpevole”, secondo la Regione, di non avere presentato, così come concordato col governo, il bilancio e il piano industriale dell’azienda. Una violazione che – si legge nelle note – comporterebbe la decadenza stessa di Fiumefreddo.

Lettere di alcuni mesi fa, dicevano. Evidentemente non prese in considerazione dal governatore. Ma alle quali sono seguite poi nuove polemiche. Come quelle che hanno investito proprio Baccei, contro il quale, stavolta ha indirizzato frasi al veleno lo stesso Crocetta, contestando il ricorso a un consulente entrato – sebbene non indagato – nell’inchiesta Consip. Ma non solo. A Baccei è stato contestato anche un incontro con Monte dei Paschi di Siena, la stessa banca nei confronti della quale la Regione ha in corso un contenzioso milionario riguardante la vendita delle quote in occasione della fuoriuscita dell’Istituto da Serit. “Una causa da 120 milioni – ha denunciato Fiumefreddo in quella drammatica seduta della Commissione bilancio – che sto portando avanti in solitudine. Se si esclude ovviamente il sostegno del presidente della Regione”.

E così, da giorni lo stesso Fiumefreddo fa sapere di essere pronto alle dimissioni da Riscossione. Una intenzione già comunicata a Rosario Crocetta dopo la seduta della Commissione bilancio di una settimana fa, ma non ancora formalizzata. “Non ho ricevuto nessuna comunicazione – conferma il governatore – se arriverà, mi riserverò di valutare le motivazioni prima di prendere una decisione”. E il motivo dell’eventuale addio di Fiumefreddo, secondo Crocetta, sarebbe strettamente legato al futuro di Riscossione: “Fiumefreddo è convinto – confida il presidente – che l’Ars non voglia dare il via libera al finanziamento finché lui è il presidente, facendo così fallire l’azienda. Del resto, era già successo in occasione della scorsa Finanziaria”. Un altra presa di posizione di cui, quasi certamente, si discuterà nel pomeriggio a San Macuto, di fronte ai parlamentari della commissione nazionale antimafia che attendono il presidente Ardizzone.


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