CATANIA – Immigrazione, politica regionale e Lara Comi a Catania. L’eurodeputato, vicepresidente del Ppe, ha incontrato i giornalisti in piazza Duomo, con i quali si è intrattenuta a lungo, rispondendo cordialmente alle domande che hanno toccato numerosi punti. Non solo l’ovvia questione legata agli sbarchi e al sostegno dell’Italia in vista della stagione estiva, ma anche di utilizzo dei fondi europei, di politica nazionale e del futuro di quel centrodestra che sembra avere qualche difficoltà nel trovare un leader che metta insieme compagini diverse in funzione anti Renzi.
Ed è proprio sul centrodestra che la Comi sembra avere le idee chiare, quanto meno su chi non sarà a guidare la coalizione.”Il centrodestra, anche con l’Italicum, deve trovarsi tutto unito, per cui devono sparire i personalismi e i contrasti che si sono verificati fino a ora. Non può essere Salvini, però, l’accentratore. Non è un leader che unisce; è una risorsa delle destra, io lo conosco bene, quando era consigliere comunale, non lo vedo però come figura che possa guidare il centrodestra. Un leader non può avere un 15% solamente”.
Stoccatina, poi, a Rosario Crocetta, collega della Comi quando era eurodeputato, riguardo il mancati utilizzo dei fondi europei. “Conosco bene il presidente Crocetta, lui sa bene quali sono le armi e gli strumenti per ottenere i fondi. Come ci riesce la regione Lombardia, che li spende tutti, lo può fare benissimo anche la Sicilia. Basta chiederli e spenderli nel modo giusto. I soldi ci sono. La Sicilia, fortunatamente, è rappresentata anche da altri, come Salvo POgliese o Giovanni La Via, i miei collegh iche si spendono per questa terra, evidenziandone gli aspetti e i disagi che l’Isola sta vivendo. Non bisogna fare solo passerelle a Bruxelles, ma portare progetti in Europa e fare squadra per il bene della Sicilia.
Infine l’immigrazione e il ruolo dell’Europa, sul quale la Comi ha le idee molto chiare. “Io penso che sia necessario fare nomi e cognomi di chi si oppone ad un aiuto nei confronti dell’Italia, di Malta e dei Paesi del Mediterrane: si chiamano Francia, Polonia, Inghilterra. Sono gli stati membri. Noi come Parlamento e come Commissione, abbiamo votato subito a favore delle queote, il Consiglio ha bloccato. Quindi la mia battaglia ora, insieme ad altri colleghi, è di togliere il Consiglio e lasciare a noi le decisioni di questo tipo”.