L'Ars boccia la proposta di Roma | "Lo Statuto siciliano non si tocca" - Live Sicilia

L’Ars boccia la proposta di Roma | “Lo Statuto siciliano non si tocca”

Esponenti della maggioranza al Movimento 5 stelle: "Fate valere a Roma gli interessi dei siciliani"

LA SEDUTA D'AULA
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PALERMO – Tutti i gruppi parlamentari sono d’accordo: lo Statuto non si cambia alle condizioni degli altri. Dall’Assemblea regionale siciliana parere contrario al disegno di legge, in esame al Senato della Repubblica, che punta a modificare il procedimento aggravato di modifica dello statuto e “no” alla possibilità di modificare gli statuti speciali solo dopo l’approvazione di un atto di intesa da parte dei Consigli regionali. Adesso la commissione Statuto lavorerà alla redazione di una proposta di modifica della carta costituzionale della Regione siciliana da sottoporre al nuovo parlamento.

L’Aula era chiamata a fornire il proprio parere su un disegno di legge costituzionale in esame al Parlamento nazionale. L’Ars non ha alcun potere sulle modifiche dello Statuto regionale può solo fornire un parere entro due mesi dalla richiesta e prima della discussione a Roma della proposta di modifica. Proprio questo era quello che gli onorevoli erano chiamati a fare da qualche settimana. La questione, infatti, era stata già affrontata nella prima seduta d’Aula dopo il rientro dalle ferie e in quell’occasione il Parlamento siciliano aveva chiesto alla commissione Statuto presieduta da Elvira Amata di sentire dei docenti di diritto costituzionale per capire meglio le conseguenze del parere.

Oggi quindi, la commissione Statuto ha tratto le sue conclusioni cambiando la propria posizione iniziale, dopo avere sentito i professori Agatino Cariola, dell’Università degli Studi di Catania, Luca Pedullà dell’ateneo di Enna, Giuseppe Verde dell’Università di Palermo e i docenti dell’Università degli Studi di Messina Antonio Saitta e Antonio Ruggeri. Al parere negativo si è arrivato perché l’intesa “non consente di concertare la proposta – così dice il testo del parere – ma la stessa può essere solo accettata o respinta in toto su un testo rigido e definito senza possibilità di aprire una contrattazione”. Per la Commissione, infatti, il parere “seppur non giuridicamente vincolante, ha rivestito anche nella prassi un notevole rilievo politico”. Infine, non è apparsa condivisibile la maggioranza richiesta per approvare il nuovo atto di intesa.

Quando si parla di Statuto regionale, la discussione in Sala d’Ercole si fa solenne e così la seduta d’aula è stata un susseguirsi di accorati appelli all’unità. Francesco Cappello del M5s, annunciando il voto contrario del suo gruppo ha detto: “L’assemblea non può accettare proposte di modifica che giungono da parlamentari nazionali del Trentino Alto Adige. È anche una questione di orgoglio dell’Assemblea Siciliana. Decideremo autonomamente – ha concluso – e voteremo il lavoro serio e credibile che sarà elaborato dalla commissione Statuto”.

Eleonora Lo Curto (Udc) accogliendo le conclusioni della commissione ha rilanciato la proposta del referendum per il riconoscimento delle condizioni di insularità della Sicilia. Anche Alessando Aricò (Db) ha apprezzato il lavoro della commissione. “Abbiamo capito – ha affermato – di dovere difendere lo statuto”. Gli interventi della Lo Curto e di Aricò però introducono nel dibattito parlamentare un tema che spesso si sente nelle sale di Palazzo dei Normanni. I parlamentari rivolgendosi al M5s che all’Ars è in opposizione hanno fatto notare come la loro presenza nella maggioranza al Parlamento nazionale possa diventare un’occasione per le cause siciliane. “Il vostro giovane governo – ha detto Eleonora Lo Curto ai colleghi penta stellati – deve essere allertato perché il referendum sull’insularità diventi un modo per farci sentire e per fare gli interessi dei siciliani”. Aricò, invece ha rilanciato perché il progetto di riforma dello Statuto siciliano trovi sponda nei palazzi romani. “Alcuni di voi – ha detto – rappresentano movimenti che sono al governo nazionale e che possono incidere per l’approvazione del nuovo statuto siciliano”.

Baldo Gucciardi (Pd) pur annunciando il voto del Partito democratico in linea con gli orientamenti dell’aula ha parlato di “ennesima occasione mancata”. “L’autonomia della Regione – ha detto – muore di buone intenzioni. Pur rivendicando questo rapporto pattizio da 72 anni, nei rapporti paritari fra Stato e Regione, non si è mai riusciti a introdurre lo strumento dell’intesa. Rischiamo anche sta volta di perdere un’occasione di progresso rispetto alo stato attuale e rispetto a ciò che il Parlamento nazionale non ci mai concesso”.

Alla fine della discussione, Marianna Caronia ha annunciato la presentazione di un ddl per ribaltare la prospettiva dei rapporti fra Stato e Regione per quanto riguarda la modifica dello Statuto regionale. “Nella proposta che sarà depositata per la discussione in Commissione Statuto – ha spiegato la presidente del Gruppo Misto – prevediamo che l’iniziativa per modificare lo Statuto Autonomista possa essere presa dall’Ars, e da questa proposta al Parlamento Nazionale: un sistema che rimane rispettoso dei ruoli costituzionali di ciascun Organo, ma che riconosce politicamente il ruolo che spetta al Parlamento eletto dai siciliani per la rappresentanza dei siciliani”.

La prossima seduta si terrà dopodomani, giovedì alle 16, quando sarà presenta a Sala d’Ercole il presidente della Regione Nello Musumeci per illustrare la situazione relativa all’emergenza rifiuti.


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