Regione, l'Ast chiede 48 milioni | "Trasporti a rischio in Sicilia" - Live Sicilia

Regione, l’Ast chiede 48 milioni | “Trasporti a rischio in Sicilia”

L'azienda vanta una somma ingente di crediti nei confronti della Regione, ma al momento è in grave crisi di liquidità. Il direttore generale scrive al governo: "Non possiamo più assicurare il servizio". La società collega 17 Comuni dell'Isola.

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PALERMO – L’Ast è senza benzina. E presto potrebbe fermare i suoi pullman. Al culmine di una vicenda di sprechi, buchi, debiti e crediti mancanti che si trascina ormai da diversi mesi, l’Azienda siciliana trasporti, adesso, è davvero sull’orlo del fallimento. A un passo dallo stop forzato. Il pericolo, reale, dell’interruzione dei servizi offerti dalla società di trasporti, è tutto in una lettera del direttore generale Gabriella Plaja, che alla fine di una lunga somma di crediti vantati dall’azienda nei confronti del socio unico, la Regione siciliana, chiosa: “Se non arriveranno i soldi, non potrà essere garantito il servizio di trasporto pubblico locale”. Ovvero, i pullman resterebbero nei garage.

E per capire la portata del danno, bastano due dati. Il primo, è l’ammontare del credito richiesto dall’Ast alla Regione: 48.642.170,54 euro. Il secondo, l’elenco dei comuni “allertati” dall’azienda per il rischio dell’interruzione del servizio: Caltagirone, Salemi, Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto, Paternò, Carlentini, Lentini, Acireale, Augusta, Chiaramonte Gulfi, Siracusa, Scicli, Ragusa, Gela, Modica, Bagheria e Mazara del Vallo. Insomma, per farla breve, se non arriveranno presto quei soldi, saranno in pericolo i collegamenti da e con queste cittadine. Oltre al futuro dei dipendenti. Oltre mille. Un pericolo, del resto, già evidenziato, non più tardi di cinquanta giorni fa, da alcuni sindacati, tra cui la Fit Cisl: “Urge un tavolo con la Regione, se l’Azienda non otterrà le somme dovute dall’amministrazione regionale, circa 40 milioni di euro, si andrà verso il fallimento, con tutte le gravi conseguenze che ne deriverebbero”.

Ma da allora è cambiato poco. Anzi, è cresciuta la richiesta dell’Ast. Adesso i crediti, come detto, sfiorano i 50 milioni di euro. Diligentemente incolonnati nella lettera del dirigente dell’azienda. Il “grosso” dei crediti riguarda le voci “Contributo rinnovo Contratto collettivo nazionale di lavoro” (circa 14,3 milioni di euro), “Servizi di trasporto urbano reso ai Comuni” (altri 13,2 milioni), e il saldo 2012 del contributo di ricapitalizzazione della società (11,75 milioni), e il “Contratto di servizio” (8 milioni). Tra i crediti vantati, ma per somme più “modeste”, i “rimborsi titoli di viaggio delle Forze dell’Ordine” (170 mila euro), e i “Servizi di trasporto per i Giochi delle Isole” (quasi 200 mila euro). Tutti crediti che l’Ast pretende dalla Regione, socio unico dell’azienda. Crediti che si affiancano ai debiti maturati dalla società a causa della mancanza di liquidità: oltre 25,5 milioni di euro per il mancato pagamento di Irpef, Irap, Tfr arretrati, fatture di gasolio, fornitori e leasing, oltre alla rata semestrale dell’assicurazione e di oneri, imposte, trattenute.

Una situazione finanziaria disastrosa quindi, dalla quale l’azienda, nonostante le accuse di cattiva gestione riferite soprattutto al passato più recente, vuole prendere le distanze: “La società – si legge nella lettera del direttore generale – declina ogni responsabilità derivante dal fatto che, ove codesta Regione siciliana dovesse continuare a non provvedere ai pagamenti dovuti, non potrà essere garantito, ormai, il disimpegno del servizio di trasporto pubblico”.


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