CATANIA – “Per l’azione di alto valore civile ed umanitario e per le competenze di alto profilo scientifico nel campo del corso di laurea magistrale Governo dell’Unione Europea e Politica Internazionale”. Con questa motivazione, Giacomo Pignataro, rettore dell’Università catanese, ha conferito stamane la laurea specialistica honoris causa ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, storico e ministro della Cooperazione internazionale nel governo guidato da Mario Monti. “Lo annoveriamo tra i docenti della nostra Università – ha aggiunto il Magnifico – perché ci aiuterà nell’ambizioso progetto di costruire una società civile migliore ed in questo contesto le università devono essere un luogo di formazione dei nostri giovani ed anche di confronto tra le diverse tradizioni del mondo”.
Un’iniziativa dall’alto profilo non solo culturale, ma anche morale. Ne è consapevole Giuseppe Vecchio, già preside della facoltà di Scienze Politiche e di fatto promotore del prestigioso riconoscimento conferito a Riccardi. “A lui dobbiamo anche la fondazione, nel 1968, all’indomani del Vaticano II, della Comunità di Sant’Egidio che raccoglie oggi 50 mila membri, in 70 paesi e in 4 continenti, promuovendo iniziative di assistenza ai poveri ed emarginati e conducendo progetti di cooperazione allo sviluppo nel Terzo Mondo, di sensibilità e forme di solidarietà nuove”. Ma è soprattutto l’impegno in favore della concordia tra i popoli a renderlo meritevole della pergamena d’ateneo: “Fondamentale – riferisce ancora Vecchio – l’opera di mediazione per la pace in Mozambico nel 1992, dopo 16 anni di guerra civile ed in altre crisi belliche come in Sudan, Burundi, Albania, Uganda, Guatemala, Kossovo e Costa d’Avorio”. C’è poi l’impegno ecumenico, rivelandosi “particolarmente sensibile al tema della coabitazione e del dialogo interreligioso fra mondi culturali differenti, ha studiato i rapporti fra cristiani e musulmani tra il XIX e il XX secolo”.
La laudatio è stata affidata a Giuseppe Barone, storico anche lui e attuale direttore del dipartimento di Scienze politiche e sociali. “Riccardi – ha detto – può annoverarsi tra i maggiori studiosi del cattolicesimo contemporaneo, della storia della Chiesa e del dialogo interconfessionale tra le Religioni”.
“Se si comincia a gustare la prospettiva della pace – ha detto Andrea Riccardi, pronunciando la lectio doctoralis – anche gli odi si smussano. Essa ha una forza seducente, convincente, ragionevole”. Parole che hanno raccolto l’applauso delle autorità presenti. In prima fila c’era monsignor Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, il procuratore capo Giovanni Salvi e il colonnello Alessandro Casarsa, comandante provinciale dei carabinieri.
“Tuttavia – ha aggiunto lo storico – ci sono blocchi che impediscono la fratellanza. Storie di classi politiche, di abissi scavati nella lotta armata, di torti reali o presunti. In questo blocco l’intervento diciamo esterno di una realtà come la nostra forza i blocchi. Spesso – spiega Riccardi – la pace sembra impossibile perché si giudica impossibile vivere con l’altro. È allora lì – conclude – che si inserisce il dialogo, aprendo ad una nuova visione del futuro”.