PALERMO- Quando l’Italia venne eliminata per colpa di un rigore fallito da Gigi Di Biagio, il maestro Vittorio Zucconi scrisse un mirabile pezzo: “Grazie sergente Di Biagio per il colpo di grazia a una squadra in crisi”. Garcia, oltretutto, ha il cognome del paffuto sottufficiale di Zorro, quello che ridacchiava sempre e non si capiva mai perché. Il colpo di grazia l’ha inferto davvero. Santiago è nome da protagonista da favola sudamericana, dove ci sta bene una stagione melanconica. Ecco il titolo e il pezzo: l’autunno del sergente Garcia.
Deve esserci una maledizione oscura a gravare sul destino di questo impavido ragazzo che getta il cuore oltre l’ostacolo e fa sputare il fegato ai mischini tifosi rosanero. Lui si impegna, ma sbaglia. E sbaglia immancabilmente nel modo più redditizio per gli avversari e più tragico per i suoi. Non deve essere solo la scarsezza, che pure sovrabbonda. E’ destino. Oggi i baldi giovanotti di Malesani hanno sciorinato una prestazione limitata, eppure coriacea e di sostanza. Mai il Chievo di Eugenio avrebbe pareggiato. La sorte ria si è manifestata con la manina di Santiago. Colpo di testa. Impatto scoordinato in area. Rigore. Uno a uno. Fino a quel momento, sul campo, si era intravisto un Palermo coraggioso, pronto a vendere cara la pelle.
Coraggioso nello sprezzo marmoreo che l’ex di casa, Stefano Sorrentino, ha opposto a un pubblico ingrato e insultante. Coraggioso nell’abnegazione del centravanti, nonostante i piedi da paperottolo, in grado di tenere botta e prendere botte, offrendo il petto. Coraggioso nel sinistro di una Formica finalmente incazzata. Altri avrebbero tentato di controllare quel pallone ballonzolante. Formichina ha inventato una torsione talentuosa, per gettare fugace balsamo sulle ferite rosanero, spalancando le finestre al raggio di una timida primavera. E c’è stato coraggio nella tenuta della difesa. Nelle scelte iniziali di Malesani, un bravo allenatore, che ha schierato la fantasia dei suoi trequartisti sulla trincea di una paurosa battaglia.
Insomma, tutto si era messo al sorriso, al bello. Tutto raccontava l’apoteosi possibile di una vittoria per dare ossigeno a speranze ormai fioche. Poi, la manina di Santiago ha spento il sole. I due pelati – Corini e Guana – hanno prenotato una fetta di carne, per festeggiare un punticino anemico che probabilmente manderà in B la società che, secondo loro, li maltrattò. E l’autunno di Santiago Garcia somiglia già all’inverno del Palermo.