PALERMO – Lavori di somma urgenza che urgenti non erano, o almeno non lo erano tutti, e che, benché in tre casi servissero per mettere in sicurezza le scuole, sono terminati ad anno scolastico in corso. L’Autorità nazionale anti corruzione di Raffaele Cantone indaga su alcuni interventi voluti dal comune di Palermo in cinque edifici e chiede a Palazzo delle Aquile documenti e integrazioni.
Non è la prima volta, del resto, che gli ispettori dell’Anac usano la lente di ingrandimento per valutare le procedure adottate da piazza Pretoria: lo hanno fatto sull’appalto del tram, evidenziando diverse anomalie, e hanno compiuto anche una visita il 17 giugno scorso. Proprio in questa ultima occasione, l’Anti corruzione ha chiesto spiegazioni sui interventi che, messi insieme, valgono quasi 1,8 milioni di euro e che riguardano tre scuole, ossia l’Oberdan di via Spica (173mila euro, lavori eseguiti dalla Progettocontact), la Benedetto d’Acquisto (348mila euro, lavori affidati alla Conan) e la Mantegna-Bonanno (313mila euro alla Damiga), e gli edifici di via delle Sedie Volanti (556mila euro presunti per Ies Rizzo-Biondo) e di via Terre delle Mosche (615mila euro presunti per lavori affidati alla Effebi) .
Tutti e cinque gli interventi sono stati realizzati con procedure di somma urgenza, cioè quelle che la legge consente solo in caso di pericolo per la pubblica incolumità. L’8 maggio 2015 i relativi debiti fuori bilancio sono arrivati a Sala delle Lapidi per l’approvazione e lì l’Aula si è divisa: qualche consigliere sosteneva che era il consiglio a dover valutare l’opportunità della somma urgenza, per altri toccava invece agli uffici. Per tutta risposta, il presidente, su richiesta dei consiglieri, ha inviato tutti i documenti all’Anac per un parere, provocando più di un malumore nell’amministrazione e acuendo lo scontro con il vice sindaco Emilio Arcuri, titolare delle Infrastrutture.
L’Anac, ricevuta la documentazione, il 17 giugno ha approfondito la vicenda e il 16 dicembre ha scritto una relazione da inviare al Comune e in cui non manca di bacchettare l’amministrazione. Nel caso delle scuole, per esempio, gli interventi, in seguito a sopralluoghi effettuati ad agosto 2014, sono stati giustificati con la necessità di riparare, in vista della ripresa delle lezioni e dell’inverno, tetti, infiltrazioni, finestre, controsoffitti, superfici, oltre che di ripristinare i sistemi antincendio. Il punto, sottolineano gli ispettori, è che i lavori sono stati conclusi quando le lezioni erano già iniziate: all’Oberdan il 28 febbraio 2015, alla D’Acquisto il 20 marzo e alla Mantegna il 31 marzo. Di fatto, secondo l’Anac, sono venute meno “le stesse ragioni che avevano determinato la procedura d’urgenza”.
Nel caso poi degli edifici pericolanti di via Sedie Volanti e Terre delle Mosche, inoltre, non è nota la data di consegna né ultimazione dei cantieri e sono passati quasi due mesi tra il sopralluogo e l’individuazione della ditta. “Per questi due interventi non sembrano ricorrere affatto le motivazioni a supporto dell’utilizzo della somma urgenza, data la presenta di sufficienti margini temporali per la redazione di un progetto e il conseguente svolgimento di una procedura di gara, quantomeno negoziata con invito a cinque ditte”, si legge nella nota dell’Anti corruzione. Contestato anche il ribasso minimo, di appena il 4,5%, che potrebbe configurare il danno erariale.
Le ditte, poi, sono state scelte tra le 5 partecipanti all’accordo quadro voluto da Palazzo delle Aquile nel gennaio 2014 per l’affidamento di lavori di manutenzione e pronto intervento: il ribasso applicato è del 17,4%, valore medio dei ribassi offerti in sede di accordo. Ma, sottolinea l’Anac, “tale valore è inferiore ai ribassi offerti da 4 delle 5 imprese”.
Il problema principale, però, è assai più generale: nei lavori di somma urgenza possono rientrare solo e soltanto quelli necessari a rimuovere pericoli per la pubblica incolumità e non anche quelli a “corredo” che, sebbene necessari, potrebbero essere espletati con normali gare e previsti per tempo, e nemmeno quelli dovuti a negligenze dell’amministrazione. Nel caso dei 5 interventi del comune di Palermo, invece, “si rileva – scrivono gli ispettori – un utilizzo improprio della procedura” visto che “si è provveduto a eseguire lavorazioni di varia natura, sicuramente necessarie al mantenimento degli standard qualitativi degli immobili, ma tali da poter essere programmate per tempo e affidate con gara”. Dai verbali infatti “non si evincono le cause che hanno determinato lo stato di urgenza” e questi “paiono piuttosto descrivere situazioni di degrado e ammaloramento, verosimilmente alquanto risalenti nel tempo”. Per l’Anac, inoltre, non risultano applicati due commi del dpr 207/2010: la definizione consensuale con l’affidatario del prezzo delle prestazioni e l’obbligo per il tecnico di compilare entro 10 giorni una perizia giustificativa da inviare alla stazione appaltante.
A questo punto toccherà al Comune inviare la documentazione mancante e decidere se replicare o chiedere audizione. Arcuri per il momento non replica, visto che prima attende una formale comunicazione dal dirigente e che l’amministrazione risponderà all’Anac nel merito, ma da Palazzo delle Aquile fanno notare che in realtà l’Autorità aveva ricevuto sollecitazioni su molti più casi, ma solo su questi 5 ha chiesto chiarimenti visto che sui restanti ha ricevuto la documentazione da parte degli uffici. Inoltre i due mesi di ritardo sui due edifici sarebbe da attribuire al sequestro che era in atto, mentre sulle scuole tutti quelli eseguiti erano legati all’evitare situazioni di pericolo.