Lavori urgenti nelle scuole| Scontro fra Anac e Comune - Live Sicilia

Lavori urgenti nelle scuole| Scontro fra Anac e Comune

Il presidente dell'Anac Raffaele Cantone

Cantone chiede di inviare le carte a Procura e Corte dei Conti. Orlando: "Ricorriamo al Tar".

PALERMO – I lavori in tre scuole e due edifici comunali erano sì necessari ma non di somma urgenza e, pertanto, le carte vanno mandate alla Corte dei Conti e alla Procura. A mettere nero su bianco quella che è una vera e propria bacchettata per il comune di Palermo è l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone, che nella seduta del 31 maggio ha concluso un procedimento iniziato in seguito all’esposto della presidenza del consiglio comunale. Una mossa che però ha provocato la dura reazione del sindaco Orlando e del vice Arcuri che annunciano il ricorso al Tar, dando luogo a uno scontro senza precedenti.

Una vicenda che si trascina da tempo, con una polemica tutta interna agli orlandiani, ma che ora esplode proprio in seguito alla delibera dell’Anac. Motivo del contendere sono i lavori eseguiti su alcuni edifici pubblici: per gli ispettori di Cantone non è in discussione che quegli interventi fossero necessari, ma essendo causati dal degrado e dall’incuria e non da un evento imprevedibile non si potevano adottare procedure di somma urgenza, cioè più rapide del normale, e inoltre i lavori necessari non potevano riguardare anche le semplici manutenzioni. Una questione non di poco conto, visto che al termine della propria relazione l’Anac invita a mandare tutti i documenti alla Corte dei Conti e alla Procura.

Ma andiamo con ordine. Il “caso” è scoppiato il 28 maggio del 2015, quando il presidente del consiglio comunale Totò Orlando ha inviato un esposto all’Autorità anti corruzione per cinque interventi di somma urgenza su tre scuole (Oberdan, D’Acquisto, Mategna Bonanno) e su due edifici comunali (via Sedie Voltanti e via Tere delle Mosche), per importi variabili fra 173 mila euro e 615 mila. Esposto nato dal dibattito della seduta dell’8 maggio in cui Sala delle Lapidi ha discusso dei debiti fuori bilancio scaturiti proprio dai 5 interventi di somma urgenza: secondo alcuni consiglieri l’Aula doveva valutare l’opportunità del ricorso alla somma urgenza, mentre secondo altri il compito spettava agli uffici. Una divergenza che ha spinto Orlando a chiedere l’intervento dell’Anac, visto anche il parere contrario del Segretario generale che stigmatizzava l’operato dell’amministrazione.

Si tratta in particolare dei lavori per messa in sicurezza del plesso Oberdan di via Spica (lavori affidati all’ati Progettocontact per 173.586, 28 euro), della scuola Benedetto D’Acquisto (lavori affidati alla Cosan per 348.587,65 euro), dell’istituto Mantegna-Bonanno (lavori affidati alla Damiga per 313.329,25 euro), oltre ai lavori in via Sedie Volanti (556.000 euro alla ati Ies Rizzo-Biondo) e in via Terre delle Mosche 11, 13, 15 e 17 (615 mila euro alla Effebi).

Il 17 giugno gli ispettori di Cantone, giunti a Palermo, hanno acquisito la documentazione e nello scorso dicembre chiesto ulteriori integrazioni, pur esprimendo già un parere negativo sull’operato dell’amministrazione. Gli uffici hanno risposto, fornito carte e documenti, fatto anche notare che il consiglio ha approvato nel frattempo i debiti fuori bilancio, ma questo non ha impedito all’Anac di bocciare l’operato di Palazzo delle Aquile e in particolare dell’area Infrastrutture del vicesindaco Arcuri.

Secondo la normativa, infatti, quando c’è un pericolo per la pubblica incolumità una amministrazione può ricorrere alla somma urgenza, anche per lavori oltre i 200 mila euro; lavori che possono essere affidati direttamente a una ditta proprio per accorciare i tempi, evitando le gare che prevedono procedure più lunghe. Ma, sottolinea l’Anac, questa via più celere si può adottare solo per “i lavori strettamente necessari per rimuovere lo stato di pregiudizio alla pubblica incolumità, ovvero quelli per la messa in sicurezza; gli eventuali lavori a corredo e quant’altro non possono essere considerati lavori di somma urgenza”.

I lavori in oggetto “presentano più di un profilo di criticità – sottolineano gli ispettori – nessuno di essi è stato disposto in conseguenza di un ben specifico e individuabile evento imprevedibile, bensì risulta riconducibile a situazioni di incuria, degrado e ammaloramento molto risalenti nel tempo. Fermo restando la necessità di intervenire prontamente, non si può fare a meno di osservare che le situazioni descritte richiedono di essere affrontate mediante interventi programmati”. Insomma, il fatto che alcuni edifici cadano a pezzi dopo anni di abbandono è un problema a cui non si può ovviare con la somma urgenza, ma magari con altri mezzi come l’Accordo quadro per gli interventi di manutenzione, citato dall’Anac.

L’altro problema è legato al fatto che non tutti gli interventi eseguiti erano urgenti: nel caso delle scuole, per esempio, alcuni lavori servivano a eliminare un pericolo imminente, come la riparazione delle coperture per evitare le infiltrazioni, mentre installare o adeguare un impianti elettrico o antincendio rientra fra le manutenzioni. “Appare opportuno affiancare agli interventi strettamente necessari anche quegli interventi volti a ripristinare la piena funzionalità dei plessi scolastici, senza i quali non si otterrebbero le autorizzazioni per la messa in esercizio – sottolinea l’Anac – ma questi interventi devono avere comunque un carattere accessorio e residuale”. Nel caso della scuola Oberdan su 134.861,83 euro di lavori, invece, ben 85.869,72 erano riferibili all’impianto antincendio. “L’aver inserito anche altre lavorazioni non strettamente necessarie a rimuovere lo stato di pericolo, ha fatto anche sì che i lavori si prolungassero ben oltre l’inizio dell’anno scolastico, di fatto facendo venir meno le stesse ragioni che avevano determinato l’utilizzo della procedura d’urgenza”. Infine il ribasso applicato dalle ditte (scelte fra quelle già selezionate per l’Accordo quadro) non sempre è abbastanza basso. Nel caso dei lavori sui due edifici pubblici c’è inoltre una “carenza nella documentazione tecnica, amministrativa e contabile. Il verbale riporta solo i motivi dello stato di urgenza, non vi è traccia delle cause che lo hanno procurato, né dei lavori necessari.

“L’Amministrazione comunale ricorrerà innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale impugnando il provvedimento dell’Anac che segue alcune segnalazioni per lavori eseguiti con somma urgenza nel centro storico e per garantire la sicurezza e la funzionalità delle scuole della città – dicono il sindaco Orlando e il vice Arcuri – Ciò anche affinché proceda ad una verifica della legittimità amministrativa dell’operato degli uffici e dei funzionari comunali”.

“Va chiarito cosa è un lavoro di somma urgenza, mettendo il consiglio comunale nelle condizioni di votare i debiti fuori bilancio in piena consapevolezza – dice il capogruppo Fi Giulio Tantillo – i lavori in questione andavano fatti, ma bisogna stabilire se era possibile ricorrere alla somma urgenza”.

 

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