Le bande degli assalti ai bancomat: arresti a Trapani e Catania

Assalti da guerra ai bancomat: arresti a Trapani e Catania VIDEO

La polizia ha eseguito 18 misure cautelari. Usavano gli escavatori per scardinare gli sportelli automatici

Bande bene organizzate e pronte a tutto. Si erano specializzate negli assalti ai bancomat.

Oltre cento poliziotti della squadre mobili di Trapani e Catania stanno dando esecuzione a 18 provvedimenti cautelari richiesti dalla Procura della Repubblica di Marsala nei confronti di altrettanti indagati, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, furto, danneggiamento aggravato e simulazione di reato.

Per scardinare gli sportelli bancomat si servivano degli escavatori, anch’essi rubati. Poi li trasportavano in luoghi sicuri e razziavano il contenuto.

Eseguite numerose perquisizioni con l’ausilio di unità cinofile dei Reparti Prevenzione Crimine e di un elicottero del Reparto Volo di Palermo, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e in collaborazione con gli investigatori del commissariato di Marsala.

Le indagini sono partite dal colpo ai danni di un’agenzia Banca Intesa di Marsala nel luglio del 2019. Qualcuno, però, ha lasciato delle tracce biologiche che hanno consentito di individuare i responsabili di cinque assalti: tre al Credito Valtellinese e alla Banca di Credito Cooperativo Toniolo di Xitta, uno alle Poste sempre a Xitta, e uno al Credito Siciliano di Trecastagni in provincia di Catania.

In questo caso i gruppi trapanese e marsalese avrebbero chiesto aiuto ad alcuni catanesi esperti in tecniche di guerra. Ad esempio usavano una bombola di ossigeno per bloccare l’attivazione del meccanismo di macchiatura delle banconote e un disturbatore di frequenze, il cosiddetto “Jammer”, utilizzato per inibire il funzionamento di cellulari e dispositivi Gps durante i colpi.

Il bottino complessivo dei colpi supera i 225 mila euro, di cui 74 mila circa sono stati recuperati.


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